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Assinform: il governo investa nell’IT, o nel 2009 il calo sarà  del 5,9%

Redazione | 11 Marzo 2009

La recessione ferma l’IT a un + 0,8% per il 2008, persi 47.000 posti di lavoro in un anno. I dati del Rapporto Assinform 2009. E’ giunta l’ora di assegnare risorse all’hi-tech.

L’occasione è la presentazione in anteprima alla stampa del Rapporto Assinform 2009, con il consuntivo 2008 sull’andamento dell’ICT e le previsioni, non buone, per il 2009. Già  a novembre Assinform aveva ridotto le stime di crescita del comparto information technology sperando in un incremento dell’1,1%, ma come ha ammesso Ennio Lucarelli, presidente Assinform, “siamo stati smentiti da un 2008 che si è chiuso con modesto + 0,8% e un valore di mercato di 20.343 milioni di euro per l’informatica”.
Ora i primi mesi del 2009 lanciano segnali drammatici: in sei mesi da aprile a settembre 2008 l’IT italiana ha perso 29.000 addetti; altri 18.000 posti di lavoro si sono persi nel quarto trimestre 2008, in pratica la crisi in 9 mesi ha mandato in fumo l’aumento occupazionale registrato dal settore in tre anni.
La conseguenza è stata una forte riduzione della domanda d’innovazione tecnologica, senza fare falsi allarmismi, Assinform ritiene sia il momento in cui il governo italiano si impegni in un piano concreto per l’innovazione, considerando le infrastrutture digitali e l’information technology strategiche per lo sviluppo del paese, alla pari delle autostrade e delle centrali energetiche.
Oggi sul tavolo dei ministri competenti ci sono ben due piani rilevanti per lo sviluppo IT — ha spiegato Lucarelli — il piano eGovernement 2012 presentato dal Ministro Brunetta a gennaio che prevede 1350 miliardi di euro di cui finora sono stati stanziati solo 250 milioni e il piano Industria 2015 che andrebbe finanziato con almeno 190 milioni di euro. Assinform chiede al Governo di fare la sua parte, assegnando le risorse sufficienti affinché i due programmi vengano completati. Chi in passato tra i paesi OCSE ha investito di più in tecnologia ha ottenuto anche gli aumenti più significativi di produttività .

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E proprio l’Ocse ha indicato tra gli interventi più immediati per incrementare la produttività  italiana quello di ridurre il proliferare di società  pubbliche fornitrici di IT nella pubblica amministrazione. Il 73% delle Regioni, che costituiscono una delle principali fonti di spesa informatica della Pubblica Amministrazione Locale, si avvale di proprie società  a cui vengono destinate il 625 delle risorse.
Qualora non vengano fatti questi interventi correttivi, il trend del settore calerà  di ben il 5,9%.

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Entrando nei dettagli chi soffre di più è il comparto hardware (-6,4%) e dei servizi (6,7%), il software cale ma solo del 3,6%. La crisi spinge le imprese a tagliare i budget, a rinviare l’avvio di nuovi progetti e colpisce soprattutto le grandi aziende e le piccole, mentre le medie sembrano temere, almeno fino a oggi. Anche la domanda consumer, che negli ultimi anni aveva fatto da traino dell’intero comparto Ict, è crollata di quasi sei punti in percentuali e le famiglie hanno preferito rimandare l’acquisto del computer e altre spese.
Ciò non toglie, dice Giancarlo Capitani, Ammnistratore Delegato di Netconsulitng, nonché “anima” del rapporto Assinform da ormai diversi anni, che il 2008 sia stato comunque un anno di diffusione delle tecnologie: il mercato PC è cresciuto del +5% in valore e del +23% in volume, i desktop rallentano la diffusione con – 4,75 % rispetto al 2007 mentre i portatili registrano un + 44,5% soprattutto grazie ai netbook.

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Le telecomunicazioni hanno avuto per la prima volta una crescita negativa dovuta in parte agli interventi regolatori sulle tariffe di terminazione mobile, e in parte al decremento fisiologico della fonia fissa che continua oramai da diversi anni.
In crescita invece Internet con la banda larga, (+11,5%) il cui numero di accessi al 31 dicembre 2008 era di 11 milioni e 360.000, di cui 351.000 in fibra ottica e il rimanente in Adsl. Ma resta ancora basso rispetto al resto d’ Europa il tasso di penetrazione nelle famiglie italiane: solo il 31% delle famiglie accede a Internet in banda larga, contro il 62% degli Uk, il 57% della Francia e il 55% della Germania. Stanno emergendo anche gli accessi in banda larga mobile e naturalmente sulla telefonia mobile i numeri sono ben diversi: 92 milioni di linee attive di cui quasi 27 milioni in 3G e 46 milioni di clienti. Ci aspetta sicuramente un anno duro, dice Assinform, ma è c’è bisogno di ravviare il meccanismo di crescita e soprattutto di smettere di pensare all’It come a una tassa da pagare.