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Videogame

Con MadWorld il Wii diventa adulto

Redazione | 26 Marzo 2009

Gaming

Un picchiaduro a tinte forti, ma originale nel design e nelle scelte cromatiche. Tra i generi che più hanno catturato […]

Un picchiaduro a tinte forti, ma originale nel design e nelle scelte cromatiche.
madworld_pack.jpgTra i generi che più hanno catturato l’attenzione dei giocatori dei primi anni Novanta, i picchiaduro a scorrimento rivestono senza dubbio un ruolo predominante. Titoli ormai classici come Double Dragon, Final Fight, Streets of Rage hanno letteralmente fatto la storia di questo genere che, con il passare degli anni, è stato progressivamente messo da parte a favore di nuove tendenze che hanno interessato il mercato videoludico dopo l’introduzione della terza dimensione.
Negli anni più recenti, però, si sono registrati i primi sintomi di un revival che ha trovato in Viewtiful Joe il suo alfiere. Il titolo, sviluppato da Clover Studio, è riuscito a riproporre meccaniche tradizionali arricchendole però di soluzioni al passo con i tempi e di una veste grafica del tutto originale. Un passaggio e un’evoluzione importanti che ritroviamo pienamente esplicati in MadWorld, titolo sviluppato da Platinum Games, etichetta formata da molti fuoriusciti proprio da Clover Studio.
A differenza dei vecchi picchiaduro a scorrimento, però, MadWorld presenta una trama più ricca ed articolata, che non è soltanto un pretesto per continui scontri con gli avversari.
madworld_01.jpgProtagonista del gioco è Jack, un gigante tutto muscoli e dall’aspetto non certo rassicurante, che partecipa in qualità  di concorrente ad un cruento reality show dal nome che è tutto un programma: Death Watch. Lo spettacolo di svolge a Varrigan City, su Jefferson Island, dove è radunata la peggiore feccia della città . Scopo dei partecipanti al programma (il cui premio finale ammonta a ben 100 milioni di dollari) è quello di sopravvivere fino alla fine eliminando fisicamente tutti gli avversari.
A tale scopo Jack può usare la sua forza, ma anche la motosega retrattile che porta sempre con sé. I combattimenti sono estremamente violenti e cruenti, con situazioni madworld_02.JPGperò talmente grottesche da risultare addirittura ironiche. Lo scopo è quello di eliminare i nemici nella maniera più creativa e spettacolare, per racimolare così il maggior numero di punti indispensabili per la vittoria finale. Ogni oggetto può essere utilizzato come arma improvvisata (un segnale stradale può, ad esempio, diventare una sorta di lancia), così come pure ogni elemento dell’ambiente. Non saranno rare scene decisamente pulp, soprattutto nei vari minigiochi (i cosiddetti Blood Bath) dove il giocatore potrà  usare gli avversari a mo’ di freccette, piuttosto che lanciarli dentro la turbina di un aereo che li farà  in mille pezzi.
madworld_03.JPGTutta questa violenza, però, viene sapientemente edulcorata da una scelta grafica a dir poco originale. Il gioco, infatti, si ispira direttamente alle tavole di Frank Miller e ripropone lo stile che abbiamo già  potuto ammirare in Sin City. Il giocatore si troverà , dunque, all’interno di un vero e proprio fumetto interattivo, dove i colori fondamentali sono solo il bianco e il nero. Un mondo senza sfumature, insomma, dove la bicromia è interrotta solamente dal rosso del sangue e dal giallo delle onomatopee che sottolineano in maniera visiva ogni rumore.
Le musiche, invece, prediligono sonorità  hip hop che ben si adattano alla convulsa azione di gioco.
Un capolavoro ti tecnica e stile, dunque, che presta il fianco a critiche solo per quanto riguarda la breve durata. Se, infatti, fosse stata implementata una modalità  multiplayer (magari online) cooperativa per affrontare insieme ad un amico l’intera avventura MadWorld sarebbe risultato praticamente perfetto.

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