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L’Europa detta le regole di sviluppo della banda ultra larga

Redazione | 21 Settembre 2010

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Tra le indicazioni uscite ieri da Bruxelles spicca una Raccomandazione della Commissione Europea sull’accesso regolato alle nuove NGA, che rispetti […]

bandiera europaTra le indicazioni uscite ieri da Bruxelles spicca una Raccomandazione della Commissione Europea sull’accesso regolato alle nuove NGA, che rispetti il giusto equilibrio tra sviluppo degli investimenti e salvaguardia della competizione tra gli operatori.
Neeelie Kroes, Vice-President per l’Agenda Digitale in seno alla Commissione Europea ha definito le connessioni broadband ultra veloci come l’ossigeno digitale, essenziale per lo sviluppo dell’Europa. Se l’obiettivo primario è assicurare un accesso broadband a tutti i cittadini europei entro il 2013 ed entro il 2020 dare loro anche un accesso alla banda ultra larga, vanno rispettati i tre obiettivi posti dalla Commissione. Il primo relativo alle NGA deve assicurare a tutti gli Stati membri l’adozione degli stessi principi in termini di accesso alle next generation network promosse dagli incumbent, da parte degli altri operatori interessati a offrire i loro servizi.
Sebbene le telco stiano affrontando cospicui investimenti per realizzare le nuove infrastrutture in fibra ottica, non possiamo correre il rischio, ha detto la Kroes, di tornare a un nuovo monopolio delle reti di telecomunicazioni.
Il secondo obiettivo riguarda la gestione a livello europeo dello spettro radio, con particolare attenzione alla crescente domanda di servizi wireless. Infine, l’Europa ha bisogno di investimenti in reti ultra veloci dell’ordine dei 200 miliardi di euro, è un piano oneroso che va condiviso tra tutti gli Stati membri con investimenti pubblici e privati. Il pericolo è che il nostro continente, uno dei primi in termini di tasso di penetrazione della banda larga, finisca per essere definitivamente sorpassato dai paesi dell’area asiatica dove Internet è già  100 volte più veloce che da noi. Basti pensare alla fibra ottica: oggi solo .l’1% dei cittadini europei ha una connessione fiber to the home, in Giappone è il 12% e in Sud Corea è il 15%. Il programma della Commissione prevede che al 2020 tutti i cittadini abbiano una connessione a 30 Mbps e che almeno la metà  dell’utenza residenziale disponga di un accesso a 100 Mbps.