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La morsa del copyright sui motori di ricerca

Redazione | 24 Marzo 2011

Internet Social

La nona sezione del Tribunale di Roma impone a Yahoo! di togliere i link ai siti pirata dai risultati di […]

La nona sezione del Tribunale di Roma impone a Yahoo! di togliere i link ai siti pirata dai risultati di ricerca, è la prima sentenza al mondo a stabilire un principio del genere.

Come ha ampiamente riportato la stampa generalista ieri pomeriggio il Tribunale di Roma si è espresso con una sentenza che farà  discutere per lungo tempo oltre a rappresentare un precedente pericoloso per la libera espressione di Internet.
Questi i fatti: il motore di ricerca Yahoo! avrebbe ospitato nei risultati di ricerca link ai siti pirata che consentivano il download parziale o totale del film About Elly (film che vinse il Leone D’argento a Berlino due anni fa). La casa di distribuzione cinematografica PFA aveva già  diffidato Yahoo!, intimandole di togliere dai risultati i link ai siti pirati, ma l’invito non era stato raccolto. Open Gate Italia, società  specializzata nelle controversie legale per conto di produttori cinematografici e incaricata da Pfa di difendere i suoi interessi nel nostro Paese, ha così condotto una battaglia legale contro Yahoo! fino alla sentenza di ieri. Che ha inibito al motore di ricerca “la prosecuzione e la ripetizione della violazione dei diritti di sfruttamento economico sul film About Elly mediante il collegamento ai siti riproducenti in tutto o in parte l’opera, diversi dal sito ufficiale del film”.
Yahoo! in sostanza sarebbe stata riconosciuta responsabile “di aver reso disponibile l’accesso ai siti che immettono in rete film piratati, sprovvisti di ogni tipo di autorizzazione da parte dei detentori dei diritti”. A dire il vero il punto dolente non è tanto la presenza dei link a siti pirata nei risultati di ricerca (un fornitore di un servizio di ricerca su web non può controllare tutti i contenuti di tutti i siti che compaiono nei risultati) quanto il non averli rimossi così come era stato richiesto.
Non solo, “Dieci milioni e trecento mila sono i risultati se si digita su Yahoo! il titolo del film “About Elly. Siti di vario tipo: attraverso i quali è possibile scaricare il film che ha vinto il Leone d’Argento a Berlino. Una diffusione massiva quindi — spiega open Gate Italia — e che motiva una sentenza che non ha precedenti al mondo.
“Yahoo! nella qualità  di provider gestore del servizio web search è stata riconosciuta responsabile della contributory infringment per l’attività  di gestione del motore di ricerca nella misura in cui questi effettuano, attraverso specifici link, il collegamento a siti pirata che permettono la visione in streaming o in downloading e peer to peer del film senza autorizzazione da parte del titolare dei diritti di sfruttamento economico sull’opera e quindi in lesione del diritto patrimoniale di autore” dice la sentenza.
Non è dovuto passare molto tempo perché subito si alzasse il tiro sui prossimi obiettivi: “Dopo questo primo importante successo che apre la strada a tutti i detentori di diritti, i prossimi obiettivi saranno Google e YouTube”, ha detto Il presidente di Open Gate Italia Tullio Camiglieri, lasciando intendere che i d’ora in poi i motori di ricerca non potranno più chiamarsi fuori dall’attribuzione di responsabilità  nella lotta alla pirateria musicale e audiovisiva.
Non molto tempo fa Google aveva già  tolto dai suggerimenti che compaiono quando si digitano i termini di ricerca tutte le parole pertinenti a siti di file sharing e peer to peer (i vari BitTorrent, yTorrent,ecc.) ma ora il passo successivo sarebbe proprio quello di togliere i link dai risultati, limitandone in qualche modo la completezza. Quanto a YouTube la giurisprudenza si è espressa in maniera differente sui vari procedimenti giudiziari per violazione di copyright in cui il servizio di hosting di video su web era stato coinvolto: in Spagna ad esempio YouTube ha vinto la causa contro Telecinco, mentre in Italia com’è noto la magistratura si è espressa diversamente sulla causa avviata da Mediaset contro YouTube per la messa on line non autorizzata di alcuni filmati del Grande Fratello.