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Reti locali e Dlna per il multimedia domestico al massimo

Giorgio Panzeri | 25 Maggio 2012

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di Simone Zanardi Telefonini, tablet, televisori smart e console da gioco: il Pc non è più l’unica periferica su cui […]

di Simone Zanardi

Telefonini, tablet, televisori smart e console da gioco: il Pc non è più l’unica periferica su cui riprodurre contenuti audio e video digitali. Ecco come condividerli senza sforzo.

Condividere documenti tra i personal computer non è certo un problema: le reti sono nate per questo, e anche in ambito domestico il networking si è evoluto in modo tale da rendere la comunicazione tra terminali abbastanza semplice da realizzare, anche per gli utenti meno esperti. Le reti però sono cambiate: non solo Internet, ma anche le strutture locali, che ospitano oggi i generi più disparati di dispositivi, dai Pc ai tablet, dagli smartphone ai televisori evoluti, dai Nas alle stampanti di rete. Persino gli elettrodomestici di ultima generazione possono essere collegati al network, sia per l’accesso a Internet sia per condividere informazioni con altre appliance della casa. Il metodo di fruizione dei contenuti su questi apparati è molto diverso rispetto a quello del classico Pc, così come è diverso l’utilizzatore medio. Se è vero che l’informatica si sta sempre più trasformando in elettronica di consumo, è opportuno quindi che anche i metodi e gli strumenti di networking si adeguino in tal senso. Fortunatamente, esistono protocolli e standard che semplificano la condivisione di file multimediali: stiamo parlando dell’architettura Digital Living Network Alliance.

Formalmente, Dlna è l’acronimo che caratterizza un consorzio di aziende del settore informatico ed elettronico nato nel 2003, con lo scopo di definire delle linee guida per semplificare la condivisione di contenuti audio e video tra i dispositivi digitali.

In pratica, questa sigla identifica un gruppo di protocolli, già  esistenti nel settore delle comunicazioni di rete, attraverso cui gli apparati possono comunicare trasmettendo e ricevendo file audio e video. Il principale protocollo impiegato dall’architettura Dlna è l’Upnp Av (Universal Plug And Play Audio Video).

Dlna e Upnp Av sono spesso utilizzati come sinonimi, ma la differenza tra i due termini non è banale: Upnp Av è un protocollo vero e proprio (gestito dall’Upnp Forum) che definisce precise metodologie di comunicazione,  componenti della rete e formati audio e video. Dlna parte da queste specifiche applicando delle restrizioni ulteriori nelle proprie linee guida e rilasciando quindi una certificazione di interoperabilità  ai dispositivi che le rispettano in tutto e per tutto.

Alla prova dei fatti esistono numerosi prodotti che pur non essendo certificati dalla Dlna sfruttano il protocollo Upnp Av e sono perfettamente compatibili con altri apparati di questo tipo. La certificazione è però l’unica a fornire all’utente finale la certezza di compatibilità .

Il rapporto tra Dlna e Upnp AV è  sotto certi aspetti analogo a quello che  contraddistingue la Wi-Fi Alliance e gli standard Ieee 802.11, anche se a oggi il programma di certificazione della Dlna non è ancora così ampiamente adottato come quello relativo alle reti wireless locali.

L’architettura Dlna definisce dodici classi di dispositivi. Le più importanti sono però cinque: i Digital Media Server (Dms) sono apparati che mettono a disposizione della rete i propri contenuti digitali. Il ruolo di media server può essere ricoperto da un device predisposto o da un personal computer con a bordo un apposito software.

I Digital Media Player (Dmp) hanno il ruolo duale: identificano sulla rete i server attivi e i contenuti disponibili per poi riprodurli. Analoghi ai Dmp sono i Digital Media Renderer (Dmr), che possono riprodurre i contenuti ma non sono in grado di trovarli autonomamente sulla rete. Un classico esempio di renderer sono i sistemi di audio diffusione (amplificatori e altoparlanti con connettività  di rete).

Altra categoria fondamentale per la struttura Dlna è quella dei Digital Media Controller (Dmc): questi dispositivi trovano i server sulla rete e inviano i contenuti ai renderer in modalità  push, mantenendo il controllo sul flusso di trasmissione.

Un sotto-insieme particolare di renderer è costituito dalle Digital Media Printer (Dmpr), le stampanti in grado di ricevere documenti fotografici tramite la rete Dlna.

Per comprendere meglio i diversi ruoli dell’architettura, immaginate una rete domestica in cui il ruolo di server è ricoperto da un personal computer, quello di player (ma anche di renderer) da un televisore smart, mentre il controller è uno smartphone.

In una prima fase potreste utilizzare il televisore come Dmp: accedendo all’apposita funzione, sfogliate la rete alla ricerca del server, identificate il contenuto che vi interessa e avviate la riproduzione. Avreste potuto procedere anche in questo modo: dal telefonino identificate il server e il contenuto, e quindi inviate lo streaming al televisore, che in questo caso opera da renderer in modo passivo.

Una considerazione importante deve essere fatta circa le “competenze” del protocollo Upnp Av. Le specifiche definiscono i metodi per la scoperta, la gestione e il controllo dei contenuti multimediali, mentre Dlna aggiunge restrizioni sui formati audio e video e sulle risoluzioni che devono essere gestite. Lo streaming vero e proprio, così come la riproduzione dei file, dipende dai singoli dispositivi che possono sfruttare software e codec differenti. Le applicazioni Dlna per smartphone, ad esempio, si occupano di rintracciare i file sul server, ma spesso demandano la riproduzione ai player già  installati sul sistema.

Nelle prossime pagine vi forniamo una rapida ma completa rassegna dei dispositivi Dlna / Upnp Av presenti oggi sul mercato, per poi analizzare i software che permettono di trasformare personal computer, smartphone e tablet in server, controller e player Dlna. Se non avete ancora compiuto il grande passo verso la rete multimediale domestica, questa potrebbe essere l’occasione giusta: gustarvi foto, video e musica su tutti i dispositivi di casa non è mai stato così facile. (…)

Estratto dell’articolo pubblicato sul numero 255 giugno 2012