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Informatica a due facce nel Rapporto Assinform: PC a -17% tablet a +124%

Redazione | 13 Giugno 2012

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Cambia pelle il tradizionale Rapporto Assinform elaborato da NetConsulting che da oltre 20 anni analizza le vendite del settore ICT. […]

Cambia pelle il tradizionale Rapporto Assinform elaborato da NetConsulting che da oltre 20 anni analizza le vendite del settore ICT. Quest’anno per la prima volta al posto della consueta suddivisione del mercato IT in hardware, software e servizi, Assinform ha preferito parlare di Global Digital Market includendo nelle categorie analizzate le nuove tecnologie digitali, l’unico vero driver del mercato.  Perché se si guarda all’andamento dell’informatica tradizionale e delle tlc, il segno meno fa da padrone: nel 2011 la domanda IT è scesa a – 4,1% trascinata dal crollo dell’hardware (-9% contro + 2,8% del 2010); in netto calo anche la telefonia mobile (-4,7%) e le previsioni per il 2012 sono tutt’altro che rosee: il comparto ICT nel suo complesso subirà  un’altra decrescita: -2,5% ; – 3,1% per le TLC e – 2,1% per l’IT.

Il gap italiano continua ad aumentare – ha spiegato Giancarlo Capitani, amministratore delegato di NetConsulting, nel presentare stamani la 43esima edizione del Rapporto Assinform: il nostro paese spende l’ 1,8% del Pil in informatica, una cifra che ci vede allineati guarda caso solo alla Spagna che ha avuto i peggior risultati sull’ICT (- 5,3%) . Tutti gli altri spendono il 3% del Pil nazionale. Gli Stati Uniti continuano il loro ruolo trainante con un + 3,1% di crescita per l’IT e la Germania con + 2,3%. È anche vero che ci sono altri paesi in affanno: vedi la Francia (+0,3%) o l’Uk (0,7%), ma la distanza sull’innovazione tra l’italia e il resto d’Europa si sta pericolosamente allargando.  

Negli ultimi anni, dice Capitani,  il nostro mercato IT si è come avvitato alla generale recessione economica del paese non riuscendo più a generare quegli investimenti virtuosi che avevano permesso all’informatica degli anni 90 di distaccarsi e crescere a tassi più alti di quelli del Pil nazionale. Assinform parla di una doppia discontinuità  per l’Italia: economica e tecnologica, perché l’arretratezza  delle imprese sugli investimenti in tecnologia è ancora molto forte.

Per contro c’è invece una forte spinta  all’acquisto di nuove tecnologie da parte delle famiglie e dell’utenza consumer: 20 milioni di telefoni cellulari venduti nel 2011, 5 milioni e 300.000 smartphone ; 858.000 tablet + 718% nelle  vendite di e-reader. Il Global Digital market nel 2011 valeva 69.313 milioni di euro.

Sono dati importanti anche se non bastano a contrastare fenomeni come il forte calo dei PC (6 milioni e 370.000 pezzi venduti -16,2%) e persino dei portatili. Anche sul fronte del software applicativo il global digital market lascia pochi spazi di crescita alle piccole aziende locali, dominato com’è da grandi imprese globali.

Purtroppo la tendenza è com’è detto ancora negativa: i primi tre mesi del 2012 registrano -3,2% con il mercato IT che vale 4.085 milioni di euro e quello delle tlc 9960 milioni.  Per la fine dell’anno si prevede che il comparto ICT chiuda con 56.599 milioni di euro di fatturato (-2,5%) con la componente tlc a 39.530 milioni e quella IT a 17.119 milioni di euro.

L’invito di Assinform alle imprese è quello di riposizionarsi in funzione della domanda proveniente dal mercato: i servizi cloud ad esempio impongono un ripensamento del ruolo dei system integrator, sempre meno richiesto a fronte invece di un aumento nel consumo di data centre. Il settore IT in Italia conta oggi 91.000 imprese per un totale di 400.000 addetti: una media di 4 addetti per azienda, c’è quindi anche un problema di crescita nelle dimensioni oltre che negli investimenti.

E poi c’è il capitolo Agenda Digitale italiana: il decreto Digitalia è in forte ritardo, dai politici intervenuti stamani alla presentazione del Rapporto Assinform sono giunte rassicurazioni ma la fotografia è questa: -del 20% delle imprese italiane acquista on line (In Europa sono il 30%) la popolazione italiana che usa spesso Internet non supera il 54% (contro una media europea del 70%) l’home banking è utilizzato solo dal 20% degli italiani contro il 40% dei cittadini europei e le famiglie con accesso alla banda larga non superano il 53% mentre in Europa sono il 68%.