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Luci e ombre dell’iPhone 5

Redazione | 25 Settembre 2012

iPhone

Mentre Apple annuncia trionfante di aver venduto 5 milioni di iPhone 5 in tre giorni, non mancano le prime critiche […]

Mentre Apple annuncia trionfante di aver venduto 5 milioni di iPhone 5 in tre giorni, non mancano le prime critiche all’ultimo oggetto del desiderio dei tecnofili. Ad esempio non sembra affatto convincere la nuova tecnologia delle Mappe inclusa nello smartphone, che per la prima volta non utilizza più Google Maps ma una app sviluppata internamente a Cupertino. Stando ai commenti diffusi in rete da quanti hanno provato il melafonino, le imprecisioni contenute nelle indicazioni stradali abbonderebbero e qualcuno ha parlato anche di rischi per la sicurezza degli utenti. Proprio ieri Eric Schimdt Ceo di Google, si è lasciato andare a commenti sul mancato rinnovo della partnership con Apple per Google Maps: “è stata una scelta di Apple quella di non includere Google Maps nell’App Store  — ha detto Schmidt — e noi non abbiamo potuto fare altro che prenderne atto”.

Intanto cresce l’attesa per il 28 settembre, data di avvio della commercializzazione di iPhone 5 in Italia e in altri 22 paesi ; le richieste di iPhone hanno superato la fornitura iniziale, ha comunicato ieri Tim Cook, Ceo di Apple, e sebbene la maggior parte dei pre-ordini siano stati consegnati ai clienti, molti saranno spediti in ottobre. Nonostante il sold out, assicura il Ceo di Apple, i negozi continuano a ricevere regolarmente le consegne di iPhone 5 e i clienti possono continuare a ordinare on line.

Ma le immagini di quanti fanno la fila davanti agli Apple Store  si sovrappongono con quelle diramate ieri dai media della rivolta scoppiata nella fabbrica cinese di Foxconn Technologies, dove vengono assemblati gran parte dei prodotti di Apple, Microsoft, Hp, Dell e altri big dell’hi tech.

Per la prima volta gli operai si sono ribellati ai turni di lavoro massacranti a cui sono costretti  per consentire una produzione ininterrotta 24 ore su 24. Apple non ha mai precisato se anche il nuovo iPhone 5 venga assemblato a Foxconn ma di certo non è la prima volta che l’azienda viene chiamata in causa per i turni di lavoro massacranti imposti in quella fabbrica.

Lo scorso anno la Fair Labour Association aveva avviato un’ispezione (Foxconn Investigation Report) proprio per sincerarsi delle condizioni dei lavoratori di Foxconn City, dove non sono mancati anche diversi casi di suicidi, e Il gruppo di Cupertino si era reso disponibile a collaborare su tutti i fronti.

Ora però  i 10 milioni di iPhone 5 che tutti si aspettano Apple venderà  entro fine anno, fanno pensare che nulla sia cambiato.