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La crisi incide anche sui rifiuti elettronici: si butta via di meno

Redazione | 19 Aprile 2013

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Il peso della crisi economica si fa sentire anche sul versante dell’elettronica, dove il ciclo di vita delle apparecchiature solitamente […]

raeeIl peso della crisi economica si fa sentire anche sul versante dell’elettronica, dove il ciclo di vita delle apparecchiature solitamente non va oltre un anno o due, vista la rapida obsolescenza delle tecnologie. La forte contrazione dei consumi ha fatto sì che siano diminuiti anche i quantitativi di rifiuti elettronici raccolti, segno che la gente si tiene i dispositivi che ha e non li cambia. Le famiglie hanno rimandato anche l’acquisto di nuovi elettrodomestici o la sostituzione del televisore. È quanto emerge dall’ultimo rapporto Raee 2012, la relazione annuale sui rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche, redatta dal Centro di Coordinamento Raee. Per la prima volta dopo cinque anni, la raccolta in Italia è diminuita dell’8,5% rispetto all’anno precedente: complessivamente sono stati raccolti 22 milioni di kg in meno rispetto al 2011 (in tutto 237.965.563 kg di raee); ciò nonostante il dato pro capite resti comunque superiore ai 4 Kg per abitante fissati come tetto massimo dall’Unione Europea. Analizzando i raggruppamenti di prodotti, Tv e monitor sono quelli che fanno i volumi maggiori con 76 tonnellate di raccolta, nonostante il -9,22% registrato rispetto al 2011, in parte spiegabile anche con l’esaurirsi del passaggio al digitale terrestre. Seguono frigoriferi e condizionatori con -6,6% di raccolta, grandi elettrodomestici con -12,74% e piccoli elettrodomestici con -3,66%. Unico comparto che registra tassi positivi di raccolta è quello delle sorgenti luminose (lampadine) con un incremento del 7,72%.

Un altro elemento messo in evidenza nel rapporto è che l’aumento dei prezzi delle materie prime ha reso più appetibile il riciclo di alcune categorie di rifiuti elettronici, come metalli preziosi e leghe metalliche, sottraendo i rifiuti elettronici dai canali di smaltimento ufficiali e dirottandoli su canali paralleli spesso finalizzati solo al recupero dei materiali di valore e non al corretto smaltimento del fine vita dei prodotti tecnologici.

Dal Rapporto Raee 2012 emerge anche un paese a due velocità  con le Regioni settentrionali che fanno da traino nella raccolta e il Sud che ancora non raggiunge i livelli di raccolta auspicabili.

Nel Sud Italia infatti solo il 26% dei comuni dispone di un centro di raccolta Raee ma più del 40% della popolazione non vi accede, contro il 32% al Centro, il 31% nel Nord ovest e il 22% nel Nord Est. Nella classifica delle Regioni, la Valle d’Aosta si conferma anche quest’anno la più virtuosa con una media pro capite di ben 8,28 kg per abitante, al passo con i migliori standard europei. La Lombardia è quella che raccoglie di più in assoluto con quasi 46 milioni di kg, nonostante il decremento del 9,12% rispetto al 2011.

 

Il Parlamento Europeo nel 2012 ha approvato una nuova Direttiva Europea sui Ree che fissa nuovi obiettivi di raccolta e riciclo e si prefigge di limitare l’export illegale. L’approvazione della nuova Direttiva, che dovrà  essere recepita dagli Stati Membri entro il 14 febbraio 2014, prevede la modifica dei quantitativi minimi di Raee da raccogliere e cambia i parametri per il calcolo dei tassi di raccolta. La soglia minima da rispettare non si baserà  più sui chilogrammi raccolti per ogni abitante, ma sul rapporto tra i quantitativi raccolti e la media delle nuove apparecchiature immesse sul mercato nei tre anni precedenti.