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La posta è in Rete

Redazione | 25 Luglio 2013

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  Per molti anni la posta elettronica basata sul Web (in breve Webmail), cioè utilizzata tramite un browser invece che […]

 

Schermata 2013-07-25 a 11.14.49Per molti anni la posta elettronica basata sul Web (in breve Webmail), cioè utilizzata tramite un browser invece che con un client dedicato, è stata considerata un ripiego per le emergenze, un modo per riuscire a raggiungere i propri messaggi ovunque ci si trovasse, e poco di più. Ma già  da tempo, grazie soprattutto alla crescita e alla maturazione delle tecnologie alla base del cosiddetto Web 2.0, i principali servizi di questo tipo sono cresciuti in funzioni e usabilità  fino a proporsi come soluzioni complete per gestire la corrispondenza sia quando ci si trova in viaggio, sia a casa o in ufficio. In alcuni casi, come per esempio quello di Gmail, l’affidabilità  e l’efficacia del servizio di posta Web si è dimostrata tale da permettere al produttore di venderne una versione dedicata alle aziende. In questo articolo abbiamo preso in esame i tre servizi più noti e diffusi a livello internazionale: Gmail di Google, Yahoo! Mail e il nuovo Outlook.com di Microsoft, che ha raccolto l’eredità  del veterano Hotmail.

 di Dario Orlandi

ICON_EDICOLALa posta elettronica, che permette di scambiare messaggi di testo con gli altri utenti e computer collegati a uno stesso network, è uno dei primi servizi ideati per le reti di calcolatori, appena la tecnologia ha raggiunto un livello tale da consentire la creazione di ambienti distribuiti con molti utenti. Quella che oggi è definita comunemente email è solo una delle moltissime implementazioni, naturalmente non compatibili tra loro, che si sono succedute agli albori dell’informatica: la posta che usiamo oggi è, salvo pochissime differenze, lo stesso servizio pensato per Arpanet alla fine degli anni ’60. Le tecnologie e gli standard per la comunicazione via email sono quindi addirittura precedenti la creazione di Internet, anche se proprio grazie all’apertura di questa rete – alle università  e alle aziende prima, e agli utenti privati poi – si è potuto assistere all’esplosione dell’uso della posta elettronica, che è diventato uno dei primi servizi disponibili per tutti gli utenti della Rete, quando ancora il Web non era stato inventato.

L’età  di questo sistema di comunicazione emerge di tanto in tanto, mostrando difetti difficili da correggere. Innanzi tutto, il protocollo di scambio dei messaggi di posta elettronica non prevedeva inizialmente la cifratura dei contenuti, e ancora oggi gran parte delle mail viene trasmessa in chiaro: è come se tutte le comunicazioni fossero spedite su cartoline, alla mercé di chiunque le voglia leggere. Esistono naturalmente vari accorgimenti che consentono di migliorare la privacy delle comunicazioni, ma sono lasciati alla sensibilità  e alla buona volontà  dei singoli utenti. Un altro difetto classico di questo standard riguarda gli allegati: poco tempo dopo aver impostato le linee guida principali del servizio email è stato pensato un sistema per incorporare informazioni binarie, come per esempio i file, nel corpo di un messaggio. Gli standard non specificano nessun limite alle dimensioni di ogni messaggio email, e quindi teoricamente sarebbe possibile allegare file di qualsiasi dimensione. Le implementazioni dei server, però, hanno iniziato a imporre limiti arbitrari alla lunghezza dei messaggi, e di conseguenza alla dimensione complessiva dei file che possono essere trasmessi via mail, per ragioni pratiche e di efficienza. Ma qual è questo limite? È impossibile dirlo, perché ogni software e ogni installazione può scegliere una configurazione diversa, e anche se un messaggio dovesse essere accettato dal proprio provider potrebbe poi essere rifiutato da quello di destinazione. Come vedremo, per risolvere questo difetto è stata tentata una strada completamente diversa, che evita del tutto la trasmissione dei file come allegati.

Dai client al Web

Per molti anni, anche dopo l’avvento del Web, per accedere alle caselle di posta elettronica si sono usati software specializzati: i client email hanno assunto varie forme, dagli spartani comandi da terminale di Unix fino ai sofisticati software di organizzazione personale, come Microsoft Outlook, passando per una lunga serie di altri programmi, come Eudora o Pegasus Mail, che hanno vissuto il loro periodo di gloria e oggi sono quasi dimenticati. In passato, utilizzare un software di posta elettronica era praticamente indispensabile, per svariate ragioni: innanzi tutto, lo spazio di memorizzazione dedicato a ogni casella di posta elettronica era pari a pochi megabyte, e bastava assentarsi per una settimana o ricevere un messaggio con un allegato particolarmente pesante per esaurirlo. Per svuotare la casella bisognava utilizzare un client, che scaricava i messaggi prima di cancellarli e manteneva un proprio archivio locale. Inoltre, la connessione a Internet non era così comune ed economica: spesso il collegamento era pagato a secondi, ed era necessario ridurre al minimo il tempo passato online. Grazie ai client locali si potevano preparare i messaggi email, per poi inviarli tutti insieme una volta connessi a Internet.

Nel corso del tempo i provider hanno iniziato a offrire, accanto alle consuete modalità  operative basate sui protocolli Pop3 e Smtp (per la ricezione e l’invio dei messaggi), anche un’interfaccia accessibile tramite il browser Web; inizialmente queste soluzioni erano lente e scomode, al punto da essere considerate semplicemente come una soluzione di ripiego, adatte solo a essere consultate quando ci si trovava fuori casa, e non si poteva usare il proprio client di fiducia, oppure quando si riceveva un messaggio talmente voluminoso da non poter essere scaricato in locale. L’accesso via Web aveva però alcuni vantaggi, che divennero sempre più evidenti man mano che le interfacce utente miglioravano e diventavano più amichevoli. Non bisognava installare, configurare e imparare a utilizzare nessun programma, ma si doveva solo visitare di tanto in tanto un sito Web, per cancellare i messaggi superflui. Era la soluzione ideale per gli utenti meno esperti, e si diffuse moltissimo con il boom di Internet gratuito, nella prima metà  degli anni ’90; alcuni provider, tra cui Libero, decisero addirittura di chiudere l’accesso tramite i protocolli Pop3 ed Smtp (anche per ragioni commerciali) e permisero di consultare le caselle soltanto tramite l’interfaccia Web. L’introduzione di Hotmail e di Yahoo! Mail portò moltissimi utenti a passare dai tradizionali account offerti dai provider di connettività  a indirizzi fissi, che potevano essere mantenuti per tutta la vita e che divennero sempre più una caratteristica personale, entrando a far parte delle generalità  di ogni persona, come la data di nascita o il codice fiscale.

Posta senza limiti

Ma la vera rivoluzione tecnica nell’accesso alla posta elettronica è molto più recente, e ha avuto impulso dalla presentazione di Gmail da parte di Google: questo servizio, lanciato ufficialmente nel 2004 in fase beta, offriva uno spazio di memorizzazione pari a oltre 1 Gbyte, talmente superiore a tutte le offerte concorrenti e alle esigenze degli utenti comuni da rendere la cancellazione dei messaggi del tutto superflua. L’offerta di Google ha cambiato il mercato e costretto tutti i principali concorrenti a seguire la stessa strada per mantenersi competitivi, in un crescendo di funzioni e capienza che ha portato alla situazione attuale, in cui paradossalmente proprio Google, che offre “solo” 15 Gbyte, è il meno generoso tra i grandi provider internazionali. Questo scatto tecnologico ha lasciato indietro i piccoli provider locali e regionali, che non hanno avuto la forza economica e tecnologica per poter contrastare le novità  introdotte da colossi come Microsoft, Google o Yahoo!. Quando si sottoscrive un abbonamento a Internet, ancora oggi nell’offerta sono compresi uno o più indirizzi di posta elettronica, ma ormai quasi tutti gli utenti hanno creato almeno un account presso uno dei provider principali, anche per evitare la perdita dell’indirizzo se dovessero spostarsi a un altro fornitore di connettività .

In questo articolo abbiamo analizzato l’offerta dei tre principali provider internazionali: Gmail, Outlook.com e Yahoo! Mail, che insieme generano la grande maggioranza del traffico per l’accesso ai servizi di posta elettronica via Web. Abbiamo verificato la qualità  l’interfaccia utente, le funzioni di organizzazione della posta, le caratteristiche di sicurezza e molto altro ancora, principalmente nell’ottica degli utenti privati, testando le ultime novità  introdotte dai vari provider e concentrandoci sulle offerte gratuite. Trattandosi di servizi basati sul Web, le innovazioni sono infatti all’ordine del giorno: nuove funzioni, rivisitazioni e ottimizzazioni dell’interfaccia utente, o addirittura vere e proprie rivoluzioni nell’impostazione, vengono messe online con una frequenza molto superiore alle nuove release dei software tradizionali. Inoltre, in alcuni casi le novità  vengono attivate in ondate successive, e non coinvolgono tutti gli utenti nello stesso momento, mentre in altri possono essere proposte opzionalmente in una prima fase, per poi entrare a far parte della dotazione standard. Vediamo dunque cosa offrono i tre colossi della posta elettronica basata sul Web. (…)

Estratto dell’articolo pubblicato sul numero 269 di PC Professionale