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UP 24 sfida Pulse a suon di passi

Giorgio Panzeri | 17 Aprile 2014

Lo abbiamo scritto diverse volte: è il momento dei prodotti tecnologici indossabili, i cosiddetti wearable pc. Piccoli oggetti da tenere […]

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Lo abbiamo scritto diverse volte: è il momento dei prodotti tecnologici indossabili, i cosiddetti wearable pc. Piccoli oggetti da tenere in tasca o al polso e che tracciano tutto quello che facciamo: quanto camminiamo, come dormiamo a volte anche la frequenza del battito cardiaco. Poi, tramite l’apposita applicazione per smartphone o tablet, possiamo rivedere i dati e condividerli con i nostri amici. Tutto ruota intorno al concetto dello star bene, che non è solo la salute del corpo ma anche il piacere psicologico che deriva dall’aver fatto qualcosa di utile per noi stessi. E non è importante “ammazzarsi” di stanchezza. Anzi, secondo gli ultimi dettami dei guru dell’organizzazione mondiale della sanità  basta camminare. Beh, non poco ma senza correre. Per stare bene dobbiamo fare circa 10.000 passi al giorno (circa 7,5 chilometri). Ma come si fa a sapere quanti passi facciamo durante la nostra giornata lavorativa o durante le vacanze? Facile, con “qualcosa” che tracci la nostra attività  quotidiana.

Per questa ragione ho messo a confronto quattro tipologie di prodotti differenti per capirne l’affidabilità . Due sono oggetti pensati apposta per la bisogna: l’UP 24 di Jawbone, un braccialetto che non ci abbandona mai, e il Pulse della Withings, un oggettino che sta comodamente in tasca o che può essere inserito in una clip per appenderlo alla cintura dei pantaloni. UP 24 e Pulse permettono anche di monitorare il sonno.

Le altre due sono applicazioni, la prima si chiama Argus e sfrutta le potenzialità  del coprocessore di movimento M7 dell’iPhone 5s, mentre la seconda si chiama Motiv8 ed è specifica per lo smartwatch Pebble. È chiaro che questi due prodotti sono meno precisi di quelli dedicati, soprattutto perché non sempre si ha il telefono in tasca e perché i sensori di movimento del Pebble non sono certo tarati per l’activity tracking. Però sono gratuiti e quindi non richiedono l’acquisto di un prodotto dedicato che mediamente costa un centinaio di euro.

DSC02888Cominciamo a scoprire le funzioni dei prodotti Jawbone e Withings. L’UP 24 è un braccialetto non impermeabile ma resistente agli schizzi (in pratica si può tenere al polso lavandosi le mani o facendo la doccia, ma bisogna toglierlo quando si nuota). È l’evoluzione di UP, tra i primi acivity tracker disponibili sul mercato.

La differenza principale riguarda la presenza del Bluetooth 4.0 a basso consumo per sincronizzare automaticamente i dati con lo smartphone. Con la versione precedente per sincronizzare i dati occorreva togliere il bracciale e collegarlo al telefono tramite un jack come quelli per le cuffie stereo. Ora è tutto automatico, anche se questa “comodità ” fa lievitare il prezzo del bracciale da 130 a 150 euro. Molto ben fatta l’app, soprattutto nella versione per iOs. Oltre ai dati su quanto si è camminato e quanto e come si è dormito, l’applicazione fornisce una serie di suggerimenti motivazionali per camminare di più o per fare qualcosa di utile per il proprio corpo, come bere acqua. Inoltre, è possibile inserire manualmente il valore nutrizionale di cibi e bevande (il database è veramente molto ricco) per calcolare le calorie dei pasti.
DSC02885Il Pulse di Withings è un piccolo (43×22 millimetri e 8 millimetri di spessore) e leggero (8 grammi) parallelepipedo di plastica con uno schermo Oled touch che permette di visualizzare i dati registrati senza accedere al telefono. Anche Pulse colloquia con lo smartphone tramite la tecnologia Bluetooth 4.0 a basso consumo, ma per migliorare la propria autonomia non rimane sempre connesso ma si attiva solo quando ha un po’ di dati da comunicare all’applicazione (operazione che si può sempre fare manualmente). In dotazione viene fornita una clip per usarlo attaccato alla cintura dei pantaloni e una fascia braccialetto nella quale va inserito la sera per monitorare il sonno. Rispetto all’UP 24 ha qualche funzione in più. Monitora i passi e il sonno ma in più, utilizzando un sensore di movimento a tre assi, fornisce anche una valutazione dell’elevazione effettuata (comoda per esempio quando si cammina in montagna e si vuole conoscere il dislivello percorso). Sul retro ha poi una microcamera e un Led utilizzati per misurare il battito cardiaco. Si tratta di una soluzione simile a quella presente sul nuovo Samsung Galaxy S5.

Sia il Pulse sia l’UP 24 hanno un’ottima autonomia di circa una settimana. Il limite di UP 24 è che per ricaricarlo occorre avere il suo cavetto proprietario (ha un jack come quelli delle cuffie) e se per distrazione lo si lascia a casa diventa impossibile ricaricare l’oggetto. Il Pulse, invece ha un classico ingresso microUsb, e si può usare qualsiasi caricabatterie da cellulare (salvo quello per l’iPhone). Per quanto riguarda le app a corredo dei due prodotti evo dire che preferisco di gran lunga quella che accompagna l’UP 24. Oltre ad essere esteticamente più bella e completa, fornisce una miglior integrazione con altre applicazioni per lo sport (per esempio Runkeeper). Da tener sempre presente: non esistono applicazioni per Windows Phone, per cui se avete uno smartphone con questo sistema operativo non potete mantenere sincronizzati i dati con gli activity tracker di Jawbone e Withings.

DSC02890Ho messo a confronto questi due gioiellini con due applicazioni gratuite ideali per chi ha l’iPhone 5s o il Pebble. Esistono molte apps gratuite o dal costo di poche decine di centesimi anche per Android e che hanno funzionalità  avanzate (per esempio consiglio Noom Walk o Pedometro – Accupedo), ma ho provato la versione per iPhone perché dovrebbe sfruttare le caratteristiche uniche del processore di movimento M7 del telefono per migliorare la precisione e ottimizzare i consumi. Discorso a parte la watchfaces di Pebble, che sfrutta il sensore interno allo smartwatch per fornire dati sul numero dei passi.

Il Pulse inserito nella fascia da polso per la notte

Il Pulse inserito nella fascia da polso per la notte

Nelle mie prove è sicuramente quello che offre i risultati più variabili anche perché il Pebble non nasce come activity tracker e ha quindi meno funzioni per il controllo dei sensori di movimento (il sensore è stato implementato per attivare l’illuminazione del quadrante quando si ruota velocemente il polso). Inoltre, non ha la possibilità  di connettersi ad altre applicazioni sportive, per cui non capisce se si sta camminando, andando in bicicletta o correndo.

Come ho impostato la prova? Misurando i dati di una giornata tipica con al polso destro l’UP 24 al sinistro il Pebble, in tasca l’iPhone e attaccato alla cintura il Pulse. Quindi, nottata con misurazione delle ore di riposo e della qualità  del sonno (solo con Up 24 e Pulse), colazione, circa 20 minuti in bicicletta per arrivare in redazione, mattinata tipica di lavoro, pausa pranzo con camminata digestiva, pomeriggio con riunioni e lavoro al desck, ritorno sempre in bicicletta per altri 20/25 minuti e serata tranquilla in famiglia. Facendo una media tra i vari dispositivi, ho fatto più di 9.000 passi a cui vanno aggiunti i 40 minuti di bicicletta. Come si sono comportati gli activity tracker? Cominciamo col dire che non c’è un risultato uguale all’altro e a volte le discrepanze sono veramente notevoli. Assolutamente da bocciare il Motiv8 su Pebble.

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Dati ottenuti con Argus per iOS

Non ha preso in considerazione la bicicletta e mi ha fatto sentire un grande atleta, fornendo un dato di 15.000 passi, pari a circa 12 chilometri percorsi. È un dato strano perché se non ha tenuto conto del percorso in bicicletta son troppi i chilometri fatti a piedi, e se invece ne ha tenuto conto sono troppo pochi perché il percorso in bicicletta è di 11,5 chilometri. Oltre a essere impreciso mi ha brasato la batteria dello smartwatch, che in un solo giorno è passata dal 60% di carica allo zero assoluto.

Di senso diametralmente opposto il risultato ottenuto con l’Argus che sfrutta il coprocessore M7 dell’iPhone: 5.078 passi pari a 3,74 chilometri. Inoltre basta non prendere l’iPhone quando si va in bagno o a fumare perché il numero di passi ne risente. Differenti anche i risultati ottenuti con l’UP 24 e con il Pulse. Entrambi si accoppiano perfettamente con Runkeeper, che ho usato per misurare tempi e distanze della biciclettata, e in un’area apposita segnalano distanza e calorie consumate. Il primo sostiene che ho percorso 8,99 chilometri, pari a 10.930 passi. Il secondo mi riconosce 8.910 passi, pari a 7,35 chilometri (un po’ più di un chilometro e mezzo di differenza). La discrepanza tra i due oggetti deriva da una serie di fattori.

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App di Pulse: i passi effettuati

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App di Pulse: ore e tipo di sonno

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App di Pulse: dashboard

Innanzitutto la collocazione: UP 24 sta al braccio e, pur essendo molto preciso annota qualche passo quando digito velocemente sulla tastiera (falso positivo). Inoltre, proprio perché sta attaccato al polso rileva tutti i movimenti che si fanno, mentre è facile dimenticare il Pulse quando ci si cambia d’abito.

Veniamo allora al giudizio finale. Escluderei per ora gli applicativi per lo smartwatch Pebble che soffrono delle magagne di cui ho già  detto. Il software gratuito per iPhone è buono ma è implementato sul telefono e quindi le misurazioni non sono sempre precise (per esempio, mentre cucinate vi tenete il cellulare in tasca?). UP 24 e Pulse sono buoni activity tracker che svolgono con dovizia il loro compito. Sono semplici da usare e forniscono molti dati sulla nostra giornata, monitorano il sonno, ci spronano a fare di più e spesso ci forniscono consigli su come migliorare la qualità  della giornata. UP 24 ha anche un allarme (vibra) che ci avvisa se stiamo troppo tempo alla scrivania senza muoverci (si possono impostare intervalli da 15 minuti a due ore, nell’arco temporale che passiamo in ufficio).

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App iOS di UP 24: ore e qualità  del sonno

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App iOS di UP 24: dashboard riepilogativa

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App iOS di UP 24: passi del giorno e percorso in bicicletta

Inoltre, si può impostare uno smart allarm per la sveglia mattutina: in base al tipo di sonno l’UP 24 vibrerà  tra i 10 minuti prima e i 10 minuti dopo l’ora impostata per rendere più gradevole il risveglio. L’app per smartphone è molto curata (mi è piaciuta molto di più di quella del Pulse) e fornisce tutti i dati registrati, permettendo anche di condividerli con la community di amici che usano lo stesso oggetto. Di contro, rispetto al Pulse pesano il maggior prezzo (150 euro circa contro circa 100) e un po’ di invadenza del bracciale (inizialmente bisogna abituarsi ad averlo al polso). Pulse, inoltre, è il prodotto ideale per chi cammina in montagna perché, oltre a fornire dati sulle distanze percorse, valuta anche il dislivello (in termini di altitudine) effettuato.