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Security

Operazione Italian Black Out: chiuso sito di condivisione pirata

Redazione | 4 Luglio 2014

Sicurezza

Continua l’offensiva tecnologica delle Fiamme Gialle che pattugliano il web. Gli sviluppi investigativi dell’operazione “Italian Black Out“, condotta dal nucleo […]

Lock Illustration with numbers on backgroundContinua l’offensiva tecnologica delle Fiamme Gialle che pattugliano il web. Gli sviluppi investigativi dell’operazione “Italian Black Out“, condotta dal nucleo di polizia tributaria del capoluogo sardo in collaborazione con il nucleo speciale frodi tecnologiche, su delega della procura della repubblica di Cagliari, hanno portato ad assestare un duro colpo alla cyber-criminalità  globale con radici nel territorio nazionale.

In attuazione del provvedimento d’urgenza emesso dal sostituto procuratore Giangiacomo Pilia, è stato inibito l’accesso dall’Italia al portale Ddlstorage, attraverso l’oscuramento del sito www.ddlstorage.com, amministrato nel nostro paese e composto da oltre 120 server che hanno trovato ospitalità  inizialmente su Internet service provider in Francia, per poi spostarsi su spazi olandesi gestiti da un noto fornitore di servizi della rete. La migrazione è avvenuta congiuntamente a una “cessione” del servizio “ddlstorage” a una società  lussemburghese, anche se il cyberlocker continuava a essere gestito da dominus italiani.

La piattaforma oscurata consentiva l’accesso a milioni di opere protette da diritto d’autore, tra queste: tracce musicali, film e opere cinematografiche, serie tv Sky, videogiochi e prodotti editoriali.

L’operazione, portata a compimento per la prima volta in Italia, ha avuto come scopo precipuo quello di aggredire le condotte illecite finalizzate alla violazione in materia di diritti d’autore anche quando si cerca di mascherare tali atteggiamenti delittuosi dietro una parvenza di legalità  con la costituzione di società  ad hoc. Si tratta, infatti, della prima operazione nella quale è stato possibile provare il legame diretto tra il sito vetrina già  sequestrato e il cyberlocker di riferimento.

Dopo l’inibizione del sito Ddlhits, effettuata lo scorso anno, gli investigatori si sono concentrati proprio sul veicolo tecnologico appurando i collegamenti con la società  madre che aveva addirittura creato un vero e proprio sodalizio criminoso: grazie a questo sistema i gestori del sito cercavano di fidelizzare i propri utenti dietro compenso coinvolgendoli così nell’illecito affare.

Ad una parte degli uploaders, infatti, venivano corrisposte somme proporzionate al numero di download ottenuto dall’illecita messa a disposizione di materiale tutelato, fino a raggiungere diverse decine di migliaia di euro l’anno.

Il cyberlocker nazionale, unico nel suo genere, è stato capace di generare un illecito giro d’affari di oltre 1.300.000 euro in poco più di un anno di attività , tramite la vendita di abbonamenti premium da parte degli utenti fruitori. Il sistema così sviluppato ha generato 460.000.000 download illegali di file protetti dal diritto d’autore. Sono sotto la lente degli investigatori gli introiti derivanti da contratti pubblicitari. Ricordiamo il recente accordo tra l’associazione nazionale che riunisce gli operatori della pubblicità  online (Iab-Italia) e le organizzazioni di categoria che rappresentano i titolari dei diritti di autore, finalizzato a tagliare fonti di sostentamento ai pirati informatici.

Nelle maglie delle indagini sono finiti venti responsabili che hanno alimentato e composto il sistema studiato per massimizzare i profitti illeciti della piattaforma apparentemente legale. Nei confronti di essi, tecnicamente definiti uploader, sono state eseguite perquisizioni, ispezioni informatiche e sequestri nelle province di Sassari, Bari, Prato, Milano, Pordenone, Treviso e Venezia e nelle città  di Agrigento, Novara, Trieste, Cuneo e Roma.
L’operazione ha inferto per la prima volta a livello internazionale un duro colpo al primo anello della catena della pirateria creando un autentico black out che ha riguardato l’intero sistema caratterizzato dall’immissione in rete (uploaders), dalla promozione (www.ddlhits.com) e dalla distribuzione (www.ddlstorage.com) di opere tutelate, dietro la parvenza legale di una società  commerciale (Ddl Technologies Srl di Udine).

Solo per dare il senso dell’importanza dell’indagine e per avere un parametro di riferimento, basti dire che la famosa operazione svolta dal Federal Bureau Of Investigation (FBI) nei confronti del noto caso Megaupload e Megavideo, si è limitata solamente all’oscuramento dei cyberlocker utilizzati per la distribuzione del materiale tutelato.
L’attuazione dell’ordine di inibizione con il blocco degli accessi agli indirizzi a livello Ip e Dns, conferma la metodica investigativa utilizzata dalla Guardia di Finanza e proposta all’attenzione della Procura della Repubblica di Cagliari.