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Occhio al blu!

Eugenio Moschini | 18 Dicembre 2014

Passare lunghe ore davanti al monitor potrebbe creare gravi problemi alla nostra vista. Un pericolo fondato o semplice allarmismo? I […]

Passare lunghe ore davanti al monitor potrebbe creare gravi problemi alla nostra vista. Un pericolo fondato o semplice allarmismo?

I nostri occhi sono in grado di percepire una gamma ben precisa di radiazioni elettromagnetiche, la luce (visibile).Le lunghezze d’onda dello spettro visibile variano dai 380 nanometri del blu/violetto ai 720 nanometri del rosso, al di fuori di questa fascia si parla, rispettivamente, di raggi ultravioletti e infrarossi.

Cercando di semplificare al massimo, a una lunghezza d’onda minore è associata un’energia maggiore e viceversa. Sebbene le radiazioni ottiche siano fortemente assorbite dai tessuti e abbiano un potere di penetrazione che va da pochi micron (nel caso degli ultravioletti) a qualche millimetro (nel caso degli infrarossi) possono causare moltissimi danni, soprattutto nelle zone più sensibili, come i nostri occhi. Ed è per questo che, soprattutto d’estate, indossare gli occhiali da sole non è solo una questione di stile, ma un ottimo accorgimento per proteggere la salute dei nostri occhi. Ma i raggi ultravioletti non sono l’unico nemico dei nostri occhi, ci sono diversi studi di settore che evidenziano un altro tipo di rischio. In pratica la zona dello spettro visibile ad alta energia (ovvero quella compresa tra i 380 e i 500 nm) è molto più pericolosa di quella a bassa energia (tra i 500 e i 720 nm). Visto che alla zona “critica” corrisponde lo spettro del blu, si parla in questo caso di danno da luce blu.

Secondo gli esperti, l’eccessiva esposizione alla luce blu potrebbe originare o accelerare diverse patologie, tra cui la degenerazione maculare legata all’età , la maggiore causa di cecità  nei paesi industrializzati. E visto che i miei occhi (come quelli di molti di voi) fissano per tantissime ore al giorno un monitor, una sana preoccupazione è quanto meno lecita. Ad aprire uno spiraglio, in questo quadro decisamente allarmante, è l’attenzione che – finalmente – si sta mettendo nel progettare e realizzare i nuovi display.

Per esempio, per ridurre i rischi da luce blu, su alcuni nuovi modelli Aoc utilizza led con un diverso picco nella lunghezza d’onda: al posto di 450 nm è passata a led a 460 nm. Potrebbe sembrare un’inezia, ma secondo gli studi questi 10 nanometri bastano per ridurre la luce “dannosa” di oltre il 90%. E il tutto garantendo, ovviamente, una accurata riproduzione cromatica. Acer, invece, ha preferito adottare per le sue famiglie di display professionali B6 e V6 e per quelli consumer K2 un filtro specifico. Questi modelli sono stati i primi a essere certificati dal Tà¼v Rheinland come low blue light.

Ma la luce blu è un problema reale o solo un’opportunità  di marketing per pubblicizzare i nuovi prodotti? Abbiamo messo in cantiere un articolo approfondito sull’argomento e lo troverete presto, su uno dei prossimi numeri di PC Professionale.
 Eugenio Moschini