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Unità  Ssd e l’efficienza del sistema operativo

Redazione | 23 Luglio 2015

Domanda: Sul mio Pc equipaggiato con Windows 7 ho da poco sostituito il vecchio hard disk con una unità  Ssd Samsung. […]

DomandaSul mio Pc equipaggiato con Windows 7 ho da poco sostituito il vecchio hard disk con una unità  Ssd Samsung. In passato, quando il computer con il passare del tempo rallentava, ero solito fare il ripristino di una immagine del sistema operativo salvata in precedenza. Con le unità  Ssd è ancora consigliabile la stessa procedura? oppure il ripristino, essendo anch’esso una operazione di scrittura, ne riduce solamente la vita operativa? Ho letto l’interessante articolo sugli Ssd pubblicato su PC Professionale di Novembre 2014 ma non mi sembra che abbiate esaminato questo aspetto, mentre sul web ho trovato pareri discordanti al riguardo. Gradirei quindi un vostro chiarimento su come ottenere le prestazioni ottimali dalla mia nuova configurazione.

Risposta: Il progressivo calo delle prestazioni del sistema operativo è dovuto ad una serie di fattori, alcuni dei quali diventano irrilevanti con l’introduzione delle unità  Ssd, altri invece devono tuttora essere tenuti in considerazione. Ad esempio, una delle cause più comuni per il calo di efficienza di Windows è legato alla gestione della memoria virtuale. In passato quando i computer erano equipaggiati con quantità  ridotte di Ram il file di scambio sull’hard disk consentiva di fare fronte ad improvvise impennate nell’allocazione di memoria da parte delle applicazioni. Al momento dell’installazione di Windows, la procedura di caricamento provvede a creare un apposito file sul disco che può espandersi a seconda delle necessità . Il file originale è quindi creato in un’unica soluzione ma le successive espansioni sono condizionate dall’organizzazione della memoria di massa.

È quindi possibile che il file di scambio diventi anch’esso frammentato, con gravi ripercussioni sulle prestazioni complessive del computer. In origine per ovviare a questo problema era necessario reinstallare il sistema operativo oppure ripristinare un backup creato in una data in cui il file di scambio era ancora memorizzato in maniera lineare. Successivamente sono state sviluppate apposite utility che consentivano di riorganizzare, oltre ai file dell’utente, anche la memoria virtuale. Tra questi meritano di essere menzionati DisKeeper di Condusiv Technologies e PerfectDisk di Raxco Software. Nelle configurazioni attuali le grandi quantità  di Ram a disposizione hanno reso meno frequente il ricorso alla memoria virtuale e, allo stesso tempo, le unità  Ssd risentono in maniera marginale della frammentazione dei file. Ciò riduce la necessità  di riformattare, reinstallare o ripristinare un backup del sistema operativo per questo motivo. Al contrario un fattore che bisogna tenere presente è il Registro di configurazione di Windows. Questo componente del sistema operativo è un database nel quale vengono archiviate le impostazioni di tutti gli applicativi installati nel computer. Purtroppo la maggior parte dei software continua ad aggiungere informazioni a questo archivio, senza mai preoccuparsi di rimuovere i dati ormai inutili.

ssdÈ per questo motivo che, con il progressivo utilizzo, le dimensioni del Registro di configurazione aumentano e siccome i vari programmi eseguono continue ricerche al suo interno per recuperare le impostazioni ed i parametri operativi, l’eccessiva lunghezza di questo database può avere un impatto rilevante sulle prestazioni complessive del computer.  Nonostante esistano alcune utility per la pulizia del Registro di configurazione, tra le quali ricordiamo Ccleaner di Piriform, non è mai possibile riportare questo archivio alla dimensione che aveva al momento dell’installazione del sistema operativo. Inoltre anche questo database può diventare frammentato, con effetti negativi ancor più evidenti. La presenza nel computer di una unità  Ssd velocizza il trasferimento delle sezioni del Registro di configurazione in memoria ma non ha alcun effetto sul tempo che il processore impiega ad eseguire le ricerche al suo interno. Un Registro di configurazioni di grandi dimensioni ha quindi un impatto rilevante sulle prestazioni, anche in presenza di una unità  Ssd. In questo caso la reinstallazione del sistema operativo o il ripristino di un backup precedente contribuisce al mantenimento dell’efficienza del computer.

Ad influenzare le prestazioni vi è anche la struttura del file system. Nella maggior parte dei casi Windows utilizza l’Ntfs per l’archiviazione dei file dell’utente. Questo formato è ben strutturato ed in grado di organizzare adeguatamente i dati. Esistono però alcune strutture interne, memorizzate in archivi nascosti come il Mft (Master file table) e le informazioni di journaling, che possono diventare frammentate. Questi archivi vengono utilizzati per reperire i file dell’utente e, in caso di organizzazione non ottimale, possono avere gravi ripercussioni sull’efficienza del file system. L’unità  Ssd mitiga il problema con l’elevata banda di trasferimento dati ma non può risolverlo. Inoltre, nonostante esistano alcune utilità  in grado di riorganizzare la Master File Table e le informazioni di journaling dell’Ntfs, esse sono state progettate per funzionare sugli hard disk a piattelli magnetici e non ne è consigliabile l’utilizzo sulle unità  Ssd quindi, anche in questo caso, la reinstallazione del sistema operativo o di un backup può essere una soluzione per  ripristinare la piena efficienza operativa.

Esiste infine un fattore specifico delle unità  Ssd, ovvero la cosiddetta Write Amplification, che è un fenomeno conseguenza del fatto che i chip di memoria flash sono normalmente di dimensioni superiori rispetto al blocco del file system. Questa caratteristica porta alla necessità  di ripulire le sezioni che vengono di volta in volta cancellate durante il normale funzionamento della memoria di massa allo stato solido. L’operazione, se supportata dal sistema operativo, avviene mediante l’invio dei comandi Trim. In caso contrario sarà  necessario eseguire periodiche operazioni di manutenzione mediante apposite utility messe a disposizione dal produttore dell’unità  Ssd, come ad esempio il Samsung Magician, oppure l’utility di sistema fstrim di Linux. Se il sistema operativo in uso non supporta la funzionalità  Trim (come Windows XP e Vista) ed il produttore dell’unità  Ssd non mette a disposizione strumenti appositi, può rendersi necessario cancellare periodicamente l’intero contenuto dell’unità  per ripristinare l’efficienza ottimale.