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Editoriale | Magazine

L’altra faccia del personal computing in Italia

Giorgio Panzeri | 4 Dicembre 2016

Asus Editoriale

Come sta andando il mercato del personal computing (desktop, notebook, tablet e smartphone) nel mondo e in Italia? I dati […]

Come sta andando il mercato del personal computing (desktop, notebook, tablet e smartphone) nel mondo e in Italia? I dati non sono confortanti. Il segno meno è accompagnato spesso dalla doppia cifra. Tiene un po’ il mercato degli smartphone anche se sta anch’esso avviandosi alla fase di saturazione, tablet e desktop perdono molto e i notebook arrancano. Una situazione non idilliaca.
Il calo della domanda dei tablet è abbastanza ovvia: non è un caso che tutti gli smartphone di ultima generazione abbiano uno schermo grande (andiamo da un minimo di 5,2″ ai 6,4 pollici del nuovo Xiaomi Mi Mix, senza bordo su tre lati dei quattro dello smartphone, uno schermo enorme in una dimensione tutto sommato compatta). La parola magica, l’ho scritto diverse volte, si chiama convergenza. Perché dovrei portarmi appresso due oggetti quando con uno solo che abbia una superficie visibile ottimale riesco a fare tutto? Poi, devo dire, mentre Apple ha saputo ottimizzare le app per l’uso sia su iPhone sia su iPad, i tablet Android non sono altro che smartphone con lo schermo più grande. Usare alcune app che non sono state ottimizzate a volte è imbarazzante.

Sono stato a un incontro con Microsoft dove è stata data una lettura più intrigante del mercato, estrapolando un contesto particolare. Dal mare magnum dei dati, Microsoft ha estratto un settore che ha chiamato Pc-equivalent, e che comprende i desktop, i notebook, i sistemi 2 in 1 e i tablet professionali (per capirci solo l’iPad Pro, il Surface di Microsoft e equivalenti di Samsung, Hp, Asus e Lenovo). Anche tenendo conto del calo della domanda dei desktop questo settore dall’agosto 2014 ha sempre guadagnato in termini di volumi venduti (+3% nei primi tre trimestri del 2016) e, soprattutto, in termini di fatturato (+13% sempre nei primi tre trimestri del 2016). Questo maggior incremento di fatturato rispetto ai volumi di vendita sta ad indicare che stiamo parlando di prodotti costosi, caratterizzati dalla potenza elaborativa e da fattori di forma innovativi. Se sei sicuro che una cosa funziona bene e ti dura nel tempo sei disposto a spendere di più. Pensate ai nuovi MacBook Pro di Apple. Tutti noi della stampa specializzata abbiamo gridato allo scandalo per i prezzi esagerati dei nuovi prodotti, eppure la domanda è fortissima. E i Surface? Continuano a vendere alla grande pur non costando poco ed essendo veramente un prodotto particolare, con la potenza di un notebook ma l’usabilità  di un tablet avanzato. Insomma, il personal computing è ancora rilevante e popolare in Italia, e chi li vende non deve piangersi addosso ma deve cambiare per adattarsi alle nuove esigenze degli utilizzatori.

Giorgio Panzeri