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Editoriale | Magazine

Windows Update cambia volto

Dario Orlandi | 5 Ottobre 2016

Editoriale

Una delle novità  più controverse introdotte da Microsoft in Windows 10 è il nuovo sistema di aggiornamento, sempre basato su […]

Una delle novità  più controverse introdotte da Microsoft in Windows 10 è il nuovo sistema di aggiornamento, sempre basato su Windows Update, ma molto meno personalizzabile rispetto al passato. Gli utenti dell’ultima versione di Windows, infatti, possono soltanto decidere di ritardare di qualche settimana l’applicazione degli update, ma non possono evitarla e soprattutto non possono più scegliere quali patch applicare e quali invece evitare.

Chi ha rinunciato all’offerta di aggiornamento gratuito a Windows 10 per questo motivo deve prepararsi a una brutta sorpresa: Microsoft ha infatti annunciato che da ottobre in poi anche gli aggiornamenti di Windows 7, 8, Server 2008 e Server 2012 verranno distribuiti sotto forma di pacchetti cumulativi, con cadenza mensile. Le funzioni di Windows Update non cambieranno, ma l’utente non potrà  far altro che accettare oppure rifiutare l’installazione dell’intero pacchetto.

La scelta, quindi, sarà  tra applicare tutti gli aggiornamenti oppure lasciare potenzialmente scoperto il sistema operativo, interrompendo del tutto le installazioni. Gli aggiornamenti mensili, chiamati Rollup, saranno cumulativi, conterranno cioè tutto il necessario per portare il sistema operativo a essere aggiornato. Quando la nuova policy sarà  a regime, l’utente dovrà  scaricare soltanto un pacchetto di update per aggiornare il sistema operativo, evitando o quantomeno limitando le infinite sessioni di Windows Update oggi necessarie dopo aver installato Windows.

Le motivazioni addotte da Microsoft sono all’incirca le stesse che hanno portato al nuovo meccanismo di update di Windows 10: l’enorme variabilità  causata dalla possibilità  di accettare o rifiutare i singoli aggiornamenti rende lo sviluppo delle patch e la fase di testing un vero labirinto, con milioni di possibili combinazioni e problemi legati a dipendenze e prerequisiti spesso non banali da identificare. Inoltre, i tempi di scansione richiesti dal motore di Windows Update continuavano a crescere, e la precisione nell’identificazione dei componenti necessari non era assoluta. Sulla scorta dell’esperienza tutto sommato positiva maturata con Windows 10, Microsoft ha quindi deciso di modificare il meccanismo di aggiornamento anche per le edizioni precedenti del sistema operativo, limitando le opzioni a disposizione dei singoli utenti (e degli uffici It delle aziende) per favorire la consistenza e l’affidabilità  del sistema.

Dario Orlandi