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Windows 10, l’aggiornamento d’autunno

Dario Orlandi | 2 Novembre 2017

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Lo scorso 17 ottobre Microsoft ha rilasciato la versione definitiva del nuovo aggiornamento di Windows 10. Il Fall Creators Update non rivoluziona le funzioni dell’OS ma porta in dote molte novità; scopriamole insieme.

Lo sviluppo di Windows 10 sembra finalmente aver trovato un ritmo stabile: all’aggiornamento di primavera è seguito quello d’autunno, con un pacchetto di novità che rendono l’ultimo OS di Microsoft ancor più omogeneo, stabile e ricco di funzioni. Come già nell’ultimo update, le novità non sono eclatanti: l’azienda di Redmond si sta concentrando sui dettagli, migliorando l’usabilità di Windows e aggiungendo release dopo release nuovi tasselli che semplificano la vita degli utenti. Più che di rivoluzione si può quindi parlare di evoluzione; una crescita costante, che sta smussando gli spigoli ancora presenti nel sistema operativo con l’obiettivo di ottenere un ambiente sicuro, potente, moderno e facile da utilizzare. Ma questo non significa che le novità siano poche,
o che non abbiano un impatto significativo sulla vita quotidiana degli utenti di Windows: scopriamo insieme cosa porta in dote il Fall Creators Update.

di Dario Orlandi

Microsoft non stava scherzando: Windows 10 è nato davvero come software-as-a-service, un sistema operativo progettato per evolversi grazie al rilascio frequente di nuovi aggiornamenti, non soltanto per correggere i problemi e migliorare le prestazioni, ma anche per introdurre nuove funzioni. Nel periodo che è intercorso tra l’aggiornamento di primavera (Creators Update) – distribuito ufficialmente lo scorso 11 aprile – e il nuovo Fall Creators Update, Microsoft ha formalizzato una serie di dettagli importanti sul ciclo di sviluppo e supporto del sistema operativo. Gli utenti di Windows possono aspettarsi due nuove versioni ogni anno, indicativamente a marzo/aprile e a settembre/ottobre. Le nuove release saranno organizzate in due diversi canali di distribuzione: uno semestrale (Semi-Annual Channel) e uno molto più lungo, denominato Long-Term Servicing Channel. La differenza principale riguarda la durata del supporto: le release semestrali Sac saranno supportate per 18 mesi, mentre le versioni Ltsc godranno di 5 anni di supporto completo, più altri 5 per gli update relativi alla sicurezza. Se questa organizzazione non vi giunge del tutto nuova, non dovete stupirvi: ricorda infatti da vicino quella di Ubuntu Linux.
Gli aggiornamenti seguiranno un doppio binario di distribuzione: una prima fase di quattro mesi, chiamata Piloting, in cui le nuove release saranno installate dagli utenti privati e dalle macchine aziendali impostate per essere sempre aggiornate con le ultime novità, a cui seguirà la distribuzione Broad, in cui la nuova release sarà inviata a tutti gli utenti. Questa nuova organizzazione è già in essere: l’Anniversary Update dello scorso anno è la prima versione Long-Term Servicing (la successiva è attesa per il 2019), mentre il Creators Update ha un ciclo di vita di 18 mesi, e lo stesso varrà anche per il nuovo Fall Creators Update.
È importante, in particolare per le aziende, avere una visione chiara sulle strategie di aggiornamento di Microsoft, ma questa nuova organizzazione non è necessariamente positiva per gli utenti privati: come è accaduto con Ubuntu, una politica di rilasci così frequente rischia di portare alla distribuzione di nuove release povere di contenuti innovativi e costringe gli utenti a perdere tempo nelle operazioni di manutenzione. Anche se l’aggiornamento del sistema operativo tramite Windows Update è più affidabile e rapido rispetto al passato, due volte all’anno gli utenti saranno costretti a effettuare un aggiornamento completo, scaricando e applicando pacchetti di installazione di grandi dimensioni. Da un lato è vero che ormai quasi tutti i dispositivi elettronici (dai televisori agli smartphone, dai router ai termostati) ricevono aggiornamenti software, ma dall’altro Microsoft ha imposto una politica molto restrittiva ai suoi utenti: in pratica sono obbligati a installare le nuove versioni, al contrario di quanto accade nella maggior parte degli altri casi.
Esiste comunque una strada per ritardare l’aggiornamento: se si esclude la versione Home, infatti, Windows 10 offre alcuni strumenti per recuperare un minimo livello di controllo sul processo di update. Per prima cosa bisogna aprire le Impostazioni, raggiungere la sezione Aggiornamento e sicurezza/Windows Update e fare clic sul collegamento Opzioni avanzate. Nella finestra successiva si può modificare il valore della casella a discesa Scegli quando installare gli aggiornamenti; attivando il Current Branch for Business si imposterà il sistema per scaricare gli aggiornamenti soltanto quando la distribuzione raggiungerà la fase Broad, ossia circa quattro mesi dopo il lancio ufficiale della versione definitiva. Inoltre, sempre nella stessa finestra si può anche modificare il ritardo per gli aggiornamenti delle funzionalità, quelli cioè che includono nuove funzioni (come gli update semestrali): si può impostare un ritardo massimo di 365 giorni, che garantisce cioè un anno di tranquillità. Gli update relativi alla sicurezza saranno recapitati e installati in ogni caso; non bisogna quindi temere di indebolire il livello di protezione garantito dall’OS. Sul numero in edicola come ottenere e installare il Fall Creators Update e tutte le novità di questo aggiornamento (…)