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La prova degli auricolari senza fili The Dash

Michele Braga | 14 Maggio 2016

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Presentati ufficialmente nel corso del CES 2016 di Las Vegas, i The Dash sono i nuovissimi auricolari senza fili sviluppati […]

Presentati ufficialmente nel corso del CES 2016 di Las Vegas, i The Dash sono i nuovissimi auricolari senza fili sviluppati dalla società  tedesca Bragi. La storia dei The Dash comincia il 9 febbraio del 2014 sulla piattaforma Kickstarter per entrare nel vivo il 31 marzo seguente dopo che il progetto raggiunge il traguardo con una raccolta di fondi pari a 3.390.551 dollari grazie al contributo di 15.998 sostenitori. Sebbene in ritardo rispetto alla tabella di marcia originale, lo scorso autunno Bragi ha inviato i primi dispositivi agli sviluppatori per poi cominciare la produzione a dicembre e, quindi, la commercializzazione. Grazie al supporto dell’azienda abbiamo ricevuto in prova uno degli esemplari di quelli che si candidano come gli apripista fuoriclasse per una nuova generazione di auricolari e molto di più. I The Dash, infatti, oltre ad essere veramente wireless non servono solo per ascoltare musica, ma funzionano anche da auricolari per le conversazioni telefoniche e integrano un set di sensori per monitorare l’attività  fisica e per controllare le funzioni interne attraverso alcuni movimenti specifici del capo; a questo si aggiunge anche il fatto che sono impermeabili e che quindi possono essere utilizzati in piscina fino a 1 metro di profondità . I The Dash sono stati pensati tenendo ben presenti le necessità  di chi pratica attività  fisica e per questo motivo le sfide che i progettisti hanno dovuto affrontare sono state tutt’altro che banali.

The Dash

Gli auricolari The Dash e la custodia che funziona sia da caricatore portatile sia da memoria per archiviare la musica (se non volete usare lo smartphone).

Gli auricolari visti da vicino: la superficie esterna è sensibile al tocco, mentre nella parte interna sono presenti i contatti elettrici per la ricarica e i sensori.

Gli auricolari visti da vicino: la superficie esterna è sensibile al tocco, mentre nella parte interna sono presenti i contatti elettrici per la ricarica e i sensori.

Trattandosi di auricolari progettati principalmente per l’utilizzo outdoor il volume dell’audio fornito dai The Dash poteva non essere sufficiente a sovrastare il rumore esterno, ma durante la prova sono restato sorpreso di scoprire che in ambiente aperto, così come nel caos delle strade e dei mezzi di trasporto metropolitani, il volume è sempre stato sufficiente a garantire una buona esperienza di ascolto. I The Dash hanno cancellato in pochi minuti anche la mia preoccupazione di poterli perdere durante una camminata o un’attività  fisica più intensa. Per questo motivo ho preferito cominciare la prova utilizzando il laccetto The Leash fornito a corredo (19 euro sono però veramente troppi per una strisciolina di stoffa, ndr). In realtà  sono bastati pochi minuti per capire che gli auricolari sarebbero rimasti ben saldi al loro posto e così è stato durante tutte le prove che ho eseguito.

Di seguito uno dei video realizzati da Bragi in cui sono messe in evidenza alcune delle funzioni offerte dai The Dash.

https://player.vimeo.com/video/141033879?autoplay=1&portrait=0&title=0&byline=0&badge=0

Come funzionano

Come abbiamo anticipato, la caratteristica principale dei The Dash è quella di essere completamente senza fili (se non si considera il cavo di alimentazione per ricaricare le batterie) grazie all’utilizzo della tecnologia Bluetooth e di quella NFMI (Near Field Magnetic Induction). La prima è impiegata per il collegamento di ogni singolo auricolare allo smartphone: quello destro sfrutta la connessione Bluetooth per lo streaming dell’audio, mentre il sinistro sfrutta la stessa tecnologia per trasferire i dati relativi al monitoraggio dell’attività  fisica. La tecnologia NFMI è utilizzata per collegare i due auricolari tra loro e trasferire lo streaming audio sull’auricolare sinistro; grazie all’NFMI, tecnologia utilizzata anche in campo medico, non si risente di affaticamento o del riscaldamento dei tessuti dovuti all’esposizione delle onde radio emesse da sorgenti vicino all’orecchio; questa scelta permette di ascoltare musica senza interruzioni fino a prosciugare le batterie dei The Dash senza avvertire alcun fastidio alle orecchie o alla testa.

Il sistema di collegamento audio studiato da Bragi per i The Dash.

Il sistema di collegamento audio studiato da Bragi per i The Dash.

Passando all’audio vero e proprio, i The Dash utilizzano dei driver montati su armatura bilanciata e sono in grado di fornire un’ottima qualità  sonora, soprattutto se rapportata al ridotto spazio disponibile all’interno degli auricolari a causa della presenza di molti altri componenti hardware. Il suono è, inoltre, ben equalizzato e senza eccessi sulle basse frequenze. Bragi ha implementato nei The Dash una funzione denominata Transparency estremamente comoda e che funziona anche piuttosto bene. Normalmente quando si ascolta la musica, l’ultima cosa che si vuole è che i rumori esterni disturbino l’ascolto, motivo per il quale molte cuffie dispongono della tecnologia per la cancellazione del rumore. Tutto ciò può diventare però estremamente pericoloso quando si ascolta la musica quando si pratica attività  fisica all’aperto, soprattutto in mezzo a persone o su strada. Abilitando la funzione Transparency, i The Dash abilitano i microfoni esterni – ogni auricolare ne ha uno – per fornire l’audio o il rumore esterno in modo direzionale attraverso gli auricolari.

In questo altro video realizzato sempre da Bragi viene mostrato il funzionamento della funzione Transparency.

https://player.vimeo.com/video/141033880?autoplay=1&portrait=0&title=0&byline=0&badge=0

La voce emessa da chi indossa i The Dash è registrata, invece, convertendo le vibrazioni dei tessuti e delle ossa che si trovano nei padiglioni auricolari e tutto ciò permette di ottenere un’elevata riduzione del rumore esterno anche in ambienti molto affollati o rumorosi. Tuttavia la qualità  della voce durante una chiamata telefonica non è risultata essere di qualità  altrettanto buona rispetto a quella ottenibile con il microfono integrato nello smartphone o con quello presente su auricolari classici (ovviamente se ben posizionato vicino alla bocca).

TheDash_schema_1
I The Dash sono affiancati da un’app – disponibile per dispositivi iOS, Android e Windows 10 mobile – ma il sistema di controllo passa attraverso un sistema di gesture e tocchi sugli auricolari stessi. Entrambi gli auricolari sono infatti forniti di una superficie sensibile al tocco. Grazie a un singolo tap è possibile avviare o mettere in pausa la riproduzione di musica (sull’auricolare destro) o con due tap su quello sinistro avviare la registrazione dei dati relativi all’attività  fisica. Lo swipe permette di controllare il volume e la funzione Transparency. Mantenendo il tocco sull’auricolare si attiva la modalità  di peering Bluetooth.

Di seguito uno dei video esplicativi (trovate gli altri nella sezione supporto del sito ufficiale) che mostra come utilizzare le funzioni dei The Dash: in questo caso proprio i controlli touch.

Le funzioni fitness

Tra le tante caratteristiche e funzioni offerte dai The Dash, quelle relative alla parte fitness e al tracciamento dell’attività  fisica, sono al momento ancora limitate, anche se Bragi ha dichiarato di essere al lavoro per estendere le funzionalità  offerte dall’app con l’introduzione di visualizzazioni grafiche dei dati misurati e altro ancora. In effetti al momento i dati raccolti servono per essere riassunti dalla voce dei The Dash durante l’attività  fisica e sono salvati sulla memoria della custodia degli auricolari e non sullo smartphone.

TheDash_schema_2
Una delle funzioni più interessanti sul fronte del monitoraggio è quella relativa alla misurazione del battito cardiaco. I The Dash rilevano e misurano i segnali vitali in modo non invasivo attraverso un metodo approvato a livello clinico. Due Led emettono luce a bassa intensità  rossa e infrarossa attraverso i capillari della cute interna dell’orecchio, mentre i sensori misurano la luce riflessa. Le differenze rilevate sulla riflessione della luce rossa e di quella infrarossa permettono di ricavare il livello di ossigenazione dei globuli rossi, mentre la variazione complessiva della luce riflessa permette di eseguire una accurata rilevazione del battito cardiaco. La prova sul campo, eseguita misurando il battito cardiaco anche con una fascia toracica, ha fornito risultati con differenze minime, tanto da poter da poter considerare la misurazione tra i due dispositivi di pari qualità .
Tutti i dati registrati dagli auricolari sono elaborati da un processore Arm a 32 bit a basso consumo. Questo stesso componente serve anche alla gestione del feedback audio attraverso la voce sintetizzata.

I The Dash integrano batterie piccolissime e con una capacità  di 100 mAh. L’utilizzo di componenti elettronici a bassissimo consumo e a una gestione software intelligente questi auricolari riescono a fornire più di due e mezza di ascolto audio continuato; si tratta di un risultato molto vicino alle 3 ore di autonomia dichiarate dal produttore. I The Dash sono forniti con un contenitore che serve per proteggere gli auricolari, per ricaricarli (Bragi dichiara 5 ricariche complete in mobilità ) e per avere un piccolo archivio musicale – 4 Gbyte – se non si vuole riprodurre l’audio direttamente dallo smartphone. Il contenitore, se collegato a un computer, permette anche di eseguire gli eventuali aggiornamenti del firmware dei Dash. Il tempo per una ricarica completa degli auricolari è di circa un’ora.
Dopo un primo contatto molto positivo e le ottime impressioni rilevate durante le prove in situazioni molto diverse, il giudizio complessivo dei The Dash è decisamente positivo. La possibilità  di dire finalmente addio all’odiato cavo per collegare gli auricolari allo smartphone è ciò che molti cercano da sempre, soprattutto mentre si pratica attività  all’aperto, e Bragi ha centrato l’obiettivo in pieno. L’unica pecca emersa durante le prove è la saltuaria perdita di segnale – come se saltasse la puntina di un vecchio giradischi – quando si porta lo smartphone nella tasca o nello zaino a causa dei disturbi sui segnali. Tutto ciò dipende dalla capacità  di attraversamento dei materiali da parte del segnale Bluetooth; nel corso delle nostre prove abbiamo verificato che in presenza di strutture (edifici o altri oggetti che ci circondano) in grado di riflettere il segnale Bluetooth, le interruzioni sono quasi sempre assenti. Nell’utilizzo all’aperto il nostro consiglio è di utilizzare uno di quei bracciali che permettono di tenere lo smartphone al braccio, così da ridurre gli ostacoli tra il telefono e gli auricolari.

Il prezzo da pagare per entrare in possesso di un esemplare dei The Dash è di 299 euro (Iva inclusa); non possiamo dire che si tratti di auricolari economici, ma per alcuni la possibilità  di ascoltare musica mentre si pratica sport senza il fastidio di un filo che può ostacolare i movimenti o impigliarsi e rompersi può valere il prezzo. Le funzioni dedicate al monitoraggio dell’attività  contribuiranno a rendere accettabile e giustificato il prezzo di questi piccoli gioielli di ingegneria.

TheDash_factfile