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Android su Raspberry Pi? Molto probabile, praticamente sicuro

Michele Braga | 26 Maggio 2016

SmartTV

Gli utenti della piattaforma Raspberry Pi 3 potrebbero avere maggiore scelta tra i sistemi operativi che è possibile utilizzare sul […]

Gli utenti della piattaforma Raspberry Pi 3 potrebbero avere maggiore scelta tra i sistemi operativi che è possibile utilizzare sul piccolo computer con architettura ARM. Oltre alle diverse distribuzioni Linux e alla versione Windows 10 IoT Core, potrebbe infatti arrivare il sistema operativo Android di Google. Durante il Google I/O 2016 nella repository AOSP (Android Open Source Project) di Google è comparso un nuovo ramo di dispositivi che dovrebbe raccogliere il codice dedicato proprio alla terza e più recente generazione della piattaforma Raspberry Pi.

Il nuovo ramo dedicato al Raspberry Pi 3 all'interno della repository AOSP.

Il nuovo ramo dedicato al Raspberry Pi 3 all’interno della repository AOSP.

La libreria AOSP contiene principalmente codice dedicato ai dispositivi Nexus di Google e solo di rado compaiono dispositivi diversi. Visto è molto raro che dispositivi non sviluppati da Google facciano la loro comparsa nella repository ufficiale di Google, sembra ormai chiaro che gli utenti Raspberry Pi 3 potranno disporre di una versione ufficiale di Android per la loro piattaforma. Grazie al supporto ufficiale sarà  molto più facile sfruttare appieno il piccolo computer per eseguire non solo il sistema operativo di BigG, ma anche molte delle app presenti all’interno dello store Play Google che oggi sono più di un milione e mezzo. Non solo, ma visto il successo di distribuzioni dedicate al multimediale -Kodi è solo un esempio – possiamo aspettarci anche una versione di Android Tv o di Chromecast in grado di girare in modo fluido sul Raspberry Pi 3.

Al momento all’interno della repository è presente solo la directory dedicata alla terza versione della piattaforma Raspberry Pi. Sebbene Google possa decidere di non fornire supporto ufficiale alle versioni precedenti, non è detto che gli sviluppatori e gli appassionati legati al Raspberry Pi non decidano di tentare lo sviluppo di una versione modificata del codice in grado di girare anche sulle altre piattaforme.