Non sono molto positivi i risultati di una ricerca condotta da G DATA – azienda attiva nel comparto della sicurezza informatica – relativamente ai malware che affliggono il mondo Android. Se già verso la parte conclusiva del 2015, la società aveva offerto previsioni poco rassicuranti sul fenomeno del software malevolo nell’universo del Robottino Verde, le attuali conclusioni sono ancor più preoccupanti.
Il report, prima di tutto, indica come l’assortimento di malware dedicato ai device Android abbia conosciuto un’evoluzione notevole, giacché in precedenza gli utenti potevano essere vittime di questa problematica procurandosi applicazioni presso store alternativi (e poco sicuri) mentre ora, gli hacker riescono a far giungere i loro malware sui dispositivi mobili con le infezioni definite “drive by”, molto più insidiose.
Ad un utente, per esempio, può bastare la visualizzazione delle pagine di un sito affinché il malware venga scaricato sul proprio dispositivo: e le modalità di attacco “drive by” vengono ben evidenziate da G DATA all’interno del suo report dedicato al Mobile Malware, dove peraltro l’azienda sottolinea come gli hacker sfruttino siti realizzati ad hoc, su cui gli utenti vengono spinti a navigare attraverso pubblicità o spam.
Grazie alla presenza di vulnerabilità su Android, che vengono sfruttate consapevolmente dai criminali informatici, il malware va ad installarsi in maniera discreta sul device. In particolare, sono i cavalli di Troia ad essere veicolati in questa maniera sui dispositivi, cui spesso fanno seguito i temibili ransomware, sempre più popolari anche nell’universo dell’OS mobile dell’azienda di Mountain View.
G DATA, infine, fa notare come come durante il primo semestre 2016 siano state individuate 1.723.265 applicazioni nuove contraddistinte dalla presenza di codice malevolo per Android, con una crescita – in rapporto al medesimo periodo dell’anno scorso – che è oltre il 30 percento: ciò si può tradurre in un numero pari a 9.468 nuove minacce malware quotidiane, con il risultato che in un solo semestre sono stati individuati più malware di quanti ne sono stati riconosciuti durante l’intero 2014.