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L’Italia esclusa dal concorso Google Android

Davide Piumetti | 15 Novembre 2007

Nei giorni scorsi abbiamo parlato del concorso indetto da Google per incentivare i programmatori a familiarizzare con la piattaforma di […]

Nei giorni scorsi abbiamo parlato del concorso indetto da Google per incentivare i programmatori a familiarizzare con la piattaforma di sviluppo Android, con premi da 25 mila a 275 mila dollari per i migliori. Peccato che l’Italia sia stata esclusa dai paesi partecipanti.

Esclusi dal concorso… Italia, Cuba, Iran, Siria, Corea del Nord, Myanmar e QuebecIl nostro bel paese si trova in “buona” compagnia; gli altri paesi esclusi sono: Cuba, Iran, Siria, Corea del Nord, Myanmar (Birmania) e la provincia canadese del Quebec.

Se i primi cinque elencati sono stati esclusi per motivi politici, il Quebec e l’Italia non rientrano nella lista dei partecipanti di Google per gravi problemi burocratici. Tutto ciò è esposto nelle FAQ del progetto, reperibili a questo indirizzo.

Il colosso statunitense ha infatti affermato che, per colpa delle enormi pratiche burocratiche richieste in Italia, non sarebbe stato possibile lanciare il concorso nei tempi previsti, penalizzando di conseguenza l’intero progetto.

Google ha affermato di essere in fase di valutazione di varie ipotesi, tra cui l’esclusione completa del nostro paese o il suo inserimento in tempi successivi nel progetto, senza però specificare tempi e modi.

Le norme italiane imporrebbero a Google di stanziare in anticipo l’intero valore del concorso come garanzia e di depositarlo in Italia. Per il progetto (da 10 milioni di dollari in tutto il mondo) Google dovrebbe dunque aprire un conto corrente dedicato solo all’Italia con la stessa somma di denaro, e assegnare i premi solo alla presenza di un notaio e un rappresentante delle associazioni dei consumatori (italiani), oltre naturalmente ricevere il permesso da due distinti ministeri e dai monopoli di stato (con tempi burocratici mastodontici).

Stiamo perdendo una buona occasione? O questo potrebbe finalmente servire a portare il sistema burocratico italiano in una nuova era, quella dell’informatica?