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I negozi di elettronica di consumo ritireranno gratis i rifiuti hi tech

Davide Micheli | 11 Luglio 2016

A far tempo dal prossimo 22 luglio, i negozi dovranno assicurare il ririto gratuito dei rifiuti hi tech: la regola sarà  valida anche qualora i clienti non acquistassero alcun nuovo apparecchio.

È in arrivo una interessante novità  per chi desidera smaltire gratuitamente i propri rifiuti hi tech, anche senza dover necessariamente comprare qualche altro device elettronico: dal prossimo 22 luglio, infatti, i negozi (di grandi dimensioni) che trattano elettrodomestici, saranno obbligati da una nuova norma a ritirare gratuitamente i dispositivi elettrici ed elettronici – di piccole dimensioni – per garantirne il regolare smaltimento.

Grazie a questa novità  adottata dal ministero dell’ambiente nel suo decreto n. 121, sarà  quindi possibile dire addio – senza alcuna spesa – a vecchi apparecchi come rasoi, asciugacapelli, smartphone, cellulari o tablet, senza che il cliente abbia l’obbligo di comprare qualcos’altro in cambio, dicendo addio al precedente “do ut des”, almeno in quei negozi che abbiano almeno 400 metri quadri dedicati alla vendita al dettaglio.

Lo stesso decreto ministeriale prevede – a titolo facoltivo – che anche i punti vendita di dimensioni più ridotte, come del resto alle società  attive nella vendita online, possano assicurare questo servizio ai loro clienti. Ma quali sono i rifiuti RAEE definibili “piccoli”? Secondo il decreto ministeriale, rientrano in questa categoria gli apparecchi elettrici ed elettronici alimentati a corrente continua o alternata con lunghezza massima di 25 centimetri: la normativa, inoltre, si preoccupa di indicare che i punti vendita dovranno realizzare aree adibite alla raccolta degli apparecchi e, dopo un anno dal deposito degli stessi – oppure all’accumulo di una tonnellata di rifiuti elettronici – dovranno provvedere allo smaltimento.

I negozi potranno però non ritirare i rifiuti hi tech della tipologia RAEE contraddistinti da dimensioni molto ridotte che possano mettere a rischio la salute e la sicurezza dei dipendenti in seguito ad eventuali contaminazioni, o ancora, nei casi in cui i rifiuti fossero privati delle parti essenziali o se contenessero parti estranee a quanto individuato nelle disposizioni RAEE.