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Streaming musicale: presto l’addio ai brani in esclusiva?

Davide Micheli | 30 Agosto 2016

Apple Servizi Web

Secondo alcune indiscrezioni, la Universal Music Group avrebbe deciso di imporre ai suoi artisti il divieto di offrire in esclusiva delle produzioni musicali su Apple Music ed altri siti affini: anche altre case discografiche seguiranno l’esempio?

Negli scorsi giorni ci eravamo preoccupati di riportarvi come Spotify fosse stata accusata di penalizzare gli artisti che propongono brani in esclusiva su altre piattaforme di streaming musicale. Oggi torniamo a parlarvi delle canzoni proposte solo su un dato servizio di streaming musicale, per riportarvi la news di una vera e propria questione che si è aperta presso la Universal Music Group a causa di queste scelte compiute dagli artisti.

La polemica è nata in seguito alla pubblicazione dell’ultimo album di Frank Ocean, messo a disposizione in esclusiva su Apple Music, piattaforma che sin dal suo lancio sul mercato, si è contraddistinta per aver seguito una policy volta a proporre attraverso il suo servizio brani esclusivi, com’è successo con Pharrell Williams, Drake, M.I.A., Taylor Swift e, proprio in questi ultimi giorni, anche Frank Ocean.

Determinate produzioni musicali vengono proposte al di fuori del circuito delle major o delle etichette più piccole, appunto su iTunes e Apple, persino da parte di artisti più acclamati come Frank Ocean, che utilizzano case indipendenti per questi progetti. Queste scelte, però, non sempre sono gradite dagli attori di primo piano del mondo discografico, come nel caso della UMG, che sarebbe ormai prossima a vietare questi accordi ai suoi artisti.

La stessa Universal, del resto, avrebbe deciso di non sottoscrivere alcun tipo di contratto per la concessione in esclusiva della riproduzione di determinati album o singoli su una sola piattaforma di streaming, escludendo così che Apple Music, Spotify o Tidal possano approfittare di condizioni particolari: al momento, però, dalla UMG non giungono conferme al riguardo, come del resto smentite.

Certo è che se la major avesse intrapreso questo tipo di percorso, non è da escludere che tante altre etichette possano seguirla, ponendo fine all’era della musica in esclusiva sulle piattaforme di streaming.