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Speciale SSD: come tenerli in forma

Redazione | 9 Gennaio 2015

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La scrittura su un Ssd avviene infatti per blocchi. Un blocco, che ha dimensione normale di 256 Kbyte deve in […]

La scrittura su un Ssd avviene infatti per blocchi. Un blocco, che ha dimensione normale di 256 Kbyte deve in ogni caso essere scritto per intero ogni volta. Questo significa, ad esempio, che modificare un singolo bit presente in questo blocco porta alla necessità , da parte del Ssd, di cancellare l’intero blocco e riscriverlo con il bit in questione modificato. La discrepanza tra il mondo operativo e quello elettrico è insita proprio qui: per il sistema operativo è stato scritto 1 solo bit, mentre per l’Ssd il processo di scrittura è stato di 256 Kbyte (2.048.000 bit). Il problema è che ciò non si ripercuote solo sulle prestazioni del sistema ma risiede nel fatto che questa cancellazione è un’operazione usurante, la cella di memoria si consuma a ogni scrittura effettuata e, di conseguenza, può essere eseguita solo un numero finito di volte. Con questo non vogliamo certo creare allarmismo, visto che i numeri in gioco sono molto, molto grandi. Si parla in questi casi di cicli P/E (Program/Erase) effettuabili.

Mondo Mac: i dati Smart sono mostrati in maniera chiara dall'utility Smart dedicata. Qui un valore segnala la prossima rottura del disco.

Mondo Mac: i dati Smart sono mostrati in maniera chiara dall’utility Smart dedicata. Qui un valore segnala la prossima rottura del disco.

Tanto per fare un esempio un Ssd moderno con celle Mlc ha un valore di circa 5.000 P/E, mentre le più veloci celle Slc arrivano anche a 100.000 P/E. Per meglio comprendere questi valori possiamo dire che, un disco Mlc medio da 128 Gbyte può scrivere circa 60 Gbyte di dati al giorno per circa 10 anni prima di avvicinarsi a un punto di consumo significativo. Siamo chiari, in ambito desktop scrivere 60 Gbyte di dati ogni giorno per oltre 10 anni è davvero improponibile, ma molti processi, studiati per operare su normali hard disk (che non soffrono di questi problemi), si impegnano per incrementare a dismisura le scritture effettuate su un Ssd. Ad esempio la semplice installazione del sistema operativo e dei programmi classici di produttività  personale, che porta sul disco circa 30 Gbyte di dati, corrisponde dal punto di vista dell’Ssd a una scrittura di oltre 70 Gbyte di dati. Sul disco vediamo 30 Gbyte occupati, ma per scriverli il Ssd ha dovuto effettuare molte più operazioni, per un totale più che doppio.

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Mondo Windows: le utility mostrano i soli valori Smart presenti sul disco. Non è infatti obbligatorio per i produttori inserirli tutti.

Le ultime generazioni di Ssd utilizzano però le celle di memoria Tlc, o Triple Level Cell, delle celle a tre strati logici in grado di ospitare 3 bit all’interno di ciascuna di esse. Queste celle hanno capacità  di molto superiore alle Slc e Mlc, e permettono di avere dischi Ssd ad alta capacità  a prezzi ragionevoli. Molte di queste celle hanno però un numero di cicli P/E molto più basso rispetto alle celle a singolo a due bit, e l’ordine di grandezza medio è compreso tra 750 e 1.000 cicli P/E, in base al processo produttivo.

Questo valore porta a una capacità  di sopportazione, prima di avere dei danni sulle celle molto inferiore rispetto ai modelli più costosi, con circa 1,25 Gbyte di dati scritti al giorno su Ssd per 10 anni consecutivi. Ovviamente scrivendo 10 Gbyte di dati al giorno la vita media di un Ssd di questo tipo crolla a poco più di un anno.

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