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Amd Fury X: la prima di una nuova stirpe

Michele Braga | 4 Agosto 2015

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Presentata all’Electronic Entertainment Expo 2015 di Los Angeles – il punto di riferimento dell’industria dei videogiochi e comunemente nota come […]

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Presentata all’Electronic Entertainment Expo 2015 di Los Angeles – il punto di riferimento dell’industria dei videogiochi e comunemente nota come E3 – la scheda grafica Radeon R9 Fury X, nuova ammiraglia di casa Amd , è da poche settimane sul mercato. In questo articolo vi presentiamo le caratteristiche, le soluzioni tecniche e le prestazioni del nuovo prodotto grazie al quale la multinazionale americana aggiunge un altro primato tecnologico al proprio ruolino storico. Fiji XT, nome in codice del processore grafico che equipaggia la scheda, è il primo chip commerciale e di classe consumer che integra i moduli di memoria sullo stesso package che ospita il processore grafico vero e proprio.

di Michele Braga

ICON_EDICOLALa R9 Fury X arriva sul mercato insieme alla nuova linea di schede grafiche Radeon della serie 300, ma solo l’ammiraglia utilizza un processore grafico dotato di un silicio completamente rivisto; tutte le altre schede utilizzano Gpu di precedente generazione che sono state rifinite in alcuni dettagli per migliorarne l’efficienza e le prestazioni. Amd prosegue nell’utilizzo della propria architettura Graphics Core Next che utilizza dal 2011 e che oggi ha raggiunto la terza generazione, denominata Gcn 1.2 e compatibile con le librerie DirectX 12 in arrivo insieme al sistema operativo Microsoft Windows 10. La soluzione Graphics Core Next utilizza un’architettura Risc Simd e ha soppiantato quella denominata Terascale che utilizzava un approccio Vliw Simd – potete avere maggiori dettagli sull’evoluzione delle architetture grafiche Amd leggendo gli articoli pubblicati sui numeri 251 e 273 di PC Professionale – così da risultare anche allineata alla soluzione impiegata da tempo dalla rivale Nvidia. Dal punto di vista del motore grafico siamo, ancora una volta, di fronte a una nuova iterazione ed evoluzione tecnologica senza novità  evidenti.

Il progetto Fiji porta comunque con sé cambiamenti che nel corso di qualche anno potrebbero investire su larga scala l’intero panorama dei prodotti dedicati alla grafica. La novità  più importante è quella relativa all’abbandono della tecnologia di memoria Gddr5 per approdare a quella High Bandwidth Memory, che Amd e Hynix hanno promosso e contribuito a sviluppare insieme ad altre aziende del settore e con il Jedec (Joint Electron Device Engineering Council). Quest’ultimo è l’organismo di standardizzazione dei semiconduttori dell’Eia (Electronic Industries Alliance), l’associazione che rappresenta tutte le aree dell’industria elettronica e il NEMA (National Electrical Manufacturers Association). Come approfondiremo nel corso di questo articolo, lo standard High Bandwidth Memory – che il Jedec ha ratificato nell’ottobre del 2013 – utilizza un’interfaccia ad alte prestazioni per l’accesso a memoria 3D stacked Dram.

Il processore grafico Amd Fiji è il primo a utilizzare questa tecnologia che sarà  impiegata con molta probabilità  anche per i processori grafici Greenland della famiglia Arctic Islands di Amd e Pascal di Nvidia, entrambi in arrivo nel corso del 2016. Amd intende sfruttare Arctic Islands sia per migrare al processo produttivo a 14 nanometri di Globalfoundries sia per introdurre la seconda generazione di memoria Hbm che permetterà  di superare gli attuali limiti di capacità  degli stack di chip di Dram. Dall’altro lato Nvidia, che molto probabilmente si affiderà  alle linee produttive Tsmc e alla tecnologia a 16 nanometri, spera di sfruttare a proprio vantaggio l’esperienza accumulata dai produttori con la prima generazione della tecnologia Hbm per arrivare sul mercato con una tecnologia matura e che dovrebbe permettere di raggiungere una banda di trasferimento dati doppia a quella offerta oggi da Amd e pari a 1 Tbyte/s. Nvidia punta ormai da anni e con decisione al settore della ricerca scientifica e Pascal – se manterrà  le promesse degli annunci che l’azienda ha fatto nel corso degli ultimi due anni – potrebbe portare con sé un salto generazionale nella potenza di calcolo, soprattutto grazie alla nuova tecnologia di memoria. Oltre ai vantaggi che la tecnologia Hbm dovrebbe portare sul fronte delle prestazioni c’è anche quello di ridurre lo spazio necessario ad accoppiare il processore grafico e grandi quantitativi di memoria.

Il risultato è subito evidente mettendo a confronto le dimensioni della Radeon R9 Fury X con quelle della Radeon R9 290X di precedente generazione o Radeon R9 390X. Sebbene il die di Fiji sia più grande di quello Hawaii o Grenada (il secondo è l’iterazione ammodernata del precedente) la scheda elettronica che li ospita ha dimensioni molto diverse così come il prodotto finale. La Radeon R9 Fury X sconta questa riduzione di dimensioni – minor spazio per il radiatore di raffreddamento – e l’elevata potenza di calcolo con la necessità  di implementare un sistema di raffreddamento a liquido che forza l’utente finale all’utilizzo di un telaio desktop non troppo compatto, soprattutto se si intende impiegare un raffreddamento della stessa tipologia anche per il processore.

Prima di passare all’analisi dei risultati ottenuti nella prova di utilizzo reale, approfondiamo l’architettura Amd per quanto riguarda il processore grafico e la nuova tecnologia di memoria. (…)

Trovate l’articolo completo su PC Professionale di agosto 2015