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Biometria: occhi, retina, iride e voce. Per essere sicuri

| 17 Agosto 2014

Sicurezza

Scansione dell’iride L’occhio umano ha una complessità  tale da permettere però un utilizzo duplice per quanto riguarda il riconoscimento biometrico. […]

Scansione dell’iride

L’occhio umano ha una complessità  tale da permettere però un utilizzo duplice per quanto riguarda il riconoscimento biometrico. Oltre allo scanner retinico, in grado di identificare la struttura unica dei capillari sul fondo della retina, c’è un’altra caratteristica che ci rende unici e che è possibile utilizzare.

A differenza di capillari, sangue o impronte, siamo finalmente di fronte a qualcosa che guardiamo ogni giorno, spesso con ammirazione e un pizzico di invidia in base alle situazioni: parliamo dell’iride. L’iride è una membrana posta nella parte anteriore del bulbo oculare che svolge la funzione di diaframma e regola la quantità  di luce che penetra all’interno dell’occhio e raggiunge la retina. Si trova dietro la cornea ed è attraversata completamente dalla pupilla. È la parte colorata dell’occhio, quella che ci colpisce di più nello sguardo degli altri e che più caratterizza il viso di una persona. Biologicamente l’iride è un tessuto composto da tre strati, il più profondo, detto epitelio, dona una pigmentazione fondamentale, solitamente di colore blu, che subisce una serie di rifrazioni nell’emergere della luce e assume nelle persone dagli occhi chiari un colore che varia dal grigio all’azzurro al blu. La parte superficiale include invece una parte di melanina e, in base alla quantità  presente, modifica il colore dell’iride da verde a marrone scuro.

biometria 3:2Dal punto di vista biometrico l’iride è una struttura che appare estremamente variegata. L’origine biologica di tale variazioni deriva dalle fibre muscolari che compongono lo strato centrale, e che donano a ciascuno di noi due occhi unici al mondo. Questo sistema di riconoscimento si basa di conseguenza sul medesimo principio degli altri ma, a differenza dello scanner retinico, non risulta così invasivo e costoso.

Dal punto di vista pratico questo sistema si basa sull’acquisizione di un immagine a lunghezza d’onda visibile e nel vicino infrarosso (tra 700 e 900nm). Questa doppia scansione (effettuata comunque in un unico momento dagli scanner in circolazione), permette di visualizzare differenti pattern dell’iride: con luce visibile si eccita infatti la melanina presente e si illuminano pattern ben definiti, mentre con luce nel vicino infrarosso vengono analizzati percorsi più profondi. La combinazione di queste due immagini viene gestita tramite un software che ne crea una rappresentazione matematica univoca, che viene memorizzata come parola chiave.

Il principio operativo è pubblico e consiste nell’identificare fino a 200 punti all’interno dei disegni iridei, valutare i punti di inizio e fine di iride e pupilla e tracciare tramite alcuni algoritmi dei punti di identificazione nell’occhio. Successivamente queste informazioni vengono tradotto in serie di numeri complessi che identificano ampiezza e fase delle strutture matematiche trovate e, successivamente, trasformate in un numero binario (solitamente a 2048 bit) che rappresenta il disegno specifico dell’iride.

L’identificazione di un soggetto avviene tramite la scansione dell’iride e la comparazione del risultato ottenuto con quanto salvato in precedenza. Ovviamente, viste le piccole distanze in gioco e la complessità  matematica degli algoritmi, non ci si aspetta di arrivare a due risultati identici, ma perlomeno molto, molto simili.
L’identificazione è certa quando la distanza tra i due valori è al di sotto di una ben determinata soglia.

I vantaggi di questo metodo di identificazione sono diversi e hanno portato a considerare questo metodo come uno tra i più sicuri, ricevendo le maggiori attenzioni dagli sviluppatori. L’iride è infatti un organo interno, protetto dall’esterno e dalla maggior parte dei danni accidentali (a differenza delle impronte digitali ad esempio). Come altri sistemi di riconoscimento non è necessario un contatto diretto con lo scanner; anzi i moderni sistemi permettono di fotografare un volto e rilevarne l’iride anche a diversi metri di distanza, permettendo il riconoscimento preventivo anche prima del necessario. Questo è forse eccessivo, motivo per cui la legislazione in materia si sta muovendo sempre più velocemente.

In commercio ci sono decine e decine di soluzioni adatte allo scopo, la maggior parte delle quali utilizzate a fini di riconoscimento in ambito frontaliero o in siti produttivi ad accesso ristretto. L’utilizzo di sistemi di riconoscimento di questo tipo permette, ed è tra i pochi a poterlo fare, di ottenere un riconoscimento anche con guanti e occhiali protettivi.

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