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Cuffie, ascolto indisturbato

Marco Martinelli | 31 Maggio 2017

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Il successo di smartphone e player multimediali portatili sempre più sofisticati e performanti sotto il profilo audio ha determinato un […]

Il successo di smartphone e player multimediali portatili sempre più sofisticati e performanti sotto il profilo audio ha determinato un sensibile incremento delle vendite di cuffie e auricolari, poiché molti utenti non si accontentano di quelle di serie e ricercano modelli più comodi, versatili o con resa acustica migliore. Scegliere una cuffia è impresa tutt’altro che semplice per vari fattori: elevata disponibilità  di prodotti di differente tipologia, ampio intervallo di prezzi e, soprattutto, difficoltà  – se non totale impossibilità  – di prova prima dell’acquisto, un aspetto fondamentale per un dispositivo che va indossato e la cui resa complessiva è quanto mai dipendente da fattori personali.

di Marco Martinelli

ICON_EDICOLAL’utilizzo della cuffia per ascoltare musica – o anche conversare al telefono con i modelli equipaggiati di microfono – costituisce una scelta ma spesso anche un’esigenza, dettata da vari fattori che spaziano dall’esigenza di isolarsi dall’ambiente esterno per non disturbare o essere disturbati all’impiego in mobilità . In esclusivo campo musicale, detrattori e sostenitori dell’ascolto in cuffia si equivalgono sostanzialmente, e ciascuna delle due fazioni espone le proprie valide motivazioni: in estrema sintesi, se per i primi la resa acustica – intesa soprattutto come ricostruzione spaziale del suono – non può essere paragonabile a quella di un sistema di altoparlanti, per i secondi l’uso di una cuffia di qualità  consente di percepire dettagli e finezze musicali superiori rispetto a un diffusore di pari livello. Ma indipendentemente da come la si pensi, gli aspetti legati alla mobilità  e all’isolamento rimangono dei vantaggi incontrovertibile, per molti irrinunciabili. Due caratteristiche che, in misura più o meno accentuata offrono tutte le tipologie di cuffie, dalle intra auricolari alle sovraurali: tuttavia, la scelta va fatta sempre considerando la destinazione d’uso prevalente come vincolo primario, per evitare di trovarsi con un dispositivo inadeguato alla proprie esigenze e modalità  d’ascolto.

Di intra auricolari o in-ear, la categoria dei pesi piuma caratterizzate dalla struttura ultracompatta per consentirne il parziale inserimento all’ingresso del condotto uditivo, abbiamo già  parlato rispettivamente nei numeri di febbraio e agosto 2016 (consultabili o scaricabili dal sito di PC Professionale) trattando alcuni dei modelli più interessanti sia a filo sia wireless; in questa occasione ci occupiamo invece di versioni sovraurali, con trasduttori di maggiori dimensioni ma pur sempre portatili, utilizzabili in casa o all’aperto e dotati sia di connettività  senza filo (Bluetooth) sia di elettronica attiva per la riduzione dei rumori ambientali. Le peculiarità  essenziali dei sei modelli in prova si possono riassumere in qualità  d’ascolto e versatilità , poiché si tratta di modelli che, pur conservando quelle caratteristiche indispensabili all’impiego mobile (dimensioni e peso non eccessivi e struttura ripiegabile), non rinunciano alle prestazioni tipiche di una cuffia da casa che solo driver di diametro adeguato possono consentire.

Ma non solo: tutti i modelli presi in esame sono equipaggiati con  sistemi elettronici attivi di cancellazione del rumore basati sull’elaborazione digitale dei segnali, in grado di abbattere drasticamente i disturbi ambientali. In sintesi, la configurazione tipica di questi sistemi prevede la presenza di due microfoni, uno esterno e l’altro interno al padiglione, in posizione ravvicinata all’altoparlante. Il primo capta il rumore esterno e lo trasferisce a un processore Dsp, che lo filtra prima di inviarlo al driver, mentre il secondo controlla il filtraggio applicato segnalando al chip la correttezza del segnale, in pratica l’effettivo livello di riduzione del rumore. Questo sistema è attualmente applicato alla maggior parte delle cuffie moderne e rappresenta l’evoluzione di quello analogico, meno sofisticato poiché prevede la presenza di un unico microfono interno che capta il rumore indesiderato e lo elabora attraverso un circuito dedicato che lo rimanda all’altoparlante identico ma con la fase invertita, con il risultato teorico di cancellarlo.

Nella pratica, tuttavia, l’efficienza della tecnologia analogica non è perfetta e l’efficacia maggiore si soprattutto con le frequenze basse; in ambito digitale invece i risultati sono senza dubbio migliori e, soprattutto, meglio controllabili. La maggior parte delle cuffie equipaggiate con controller digitale offrono infatti la possibilità  di regolare la soglia d’intervento della soppressione del rumore, agendo sui controlli presenti sui padiglioni, dall’App di supporto oppure in entrambi i modi, in modo da adattare la funzione al contesto d’utilizzo. Si tratta di un’opzione molto utile che interessa non solo la qualità  dell’ascolto ma anche la sicurezza, soprattutto in mobilità : per esempio, regolando il dispositivo in modo da lasciar filtrare un minimo di rumore del traffico o delle voci per accorgersi di eventuali pericoli o annunci evitando un isolamento troppo pronunciato. (…)

Estratto dell’articolo pubblicato su PC Professionale di giugno 2017