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Editoriale | Magazine

Da early adopter a beta tester

Michele Braga | 8 Ottobre 2015

Editoriale

Siamo diventati così ansiosi di entrare in possesso dell’ultima versione dei nostri “giocattoli” tecnologici preferiti da accettare che siano tutt’altro […]

Siamo diventati così ansiosi di entrare in possesso dell’ultima versione dei nostri “giocattoli” tecnologici preferiti da accettare che siano tutt’altro che perfetti? A quanto pare la risposta è sì; non per tutto e non per tutti ovviamente, ma l’esperienza conferma che per molti è così. Un nuovo modello di smartphone, smartwatch, fitness band o tablet sono in grado di generare un’attesa spasmodica sull’onda dell’entusiasmo collettivo e della speranza che la nuova versione di un dispositivo possa offrire tutto quello che cerchiamo e che nel modello precedente non era disponibile o non aveva soddisfatto le attese. Tuttavia accade sempre più spesso che già  nei primi minuti di utilizzo di alcuni prodotti si manifestino piccoli o grandi problemi in grado di scatenare, da parte di un cospicuo numero di utenti, un’irritazione che sfocia in reclami nei forum dei produttori, delle comunità  virtuali dedicate a singolo prodotti e più in generale nella Rete. Anche a fronte di tutto ciò molti produttori si sentono comunque legittimati a cavalcare l’onda della novità  senza garantire all’utente finale una buona esperienza già  al momento dell’acquisto, preferendo risolvere singolarmente e in seguito ogni contenzioso con i propri utenti.

Ma da dove arriva questo senso di legittimazione? Con molta probabilità  anche dall’utente finale che nel corso degli anni non ha rinunciato ad acquistare i prodotti, mettendosi in coda per ore per entrare in possesso di uno status symbol tecnologico già  il primo giorno di vendita. Un altro fattore che ha giocato e gioca un ruolo primario è quello relativo alla concorrenza esasperata che caratterizza i mercati dei dispositivi tecnologici.

La user experience è quindi destinata ad arrivare solo dopo qualche mese dall’uscita del prodotto? Alcuni brand ne fanno ancora un cavallo di battaglia, ma in prospettiva è meglio non farsi troppe illusioni. Se un tempo il beta testing dei prodotti era eseguito lontano dal mercato e coinvolgendo solo gli sviluppatori e una parte della stampa specializzata, oggi sembra che gli stessi power user ed early adopter siano entrati a far parte del processo di rifinitura di un prodotto, tanto software – i casi di beta pubbliche di pacchetti anche blasonati è in crescente aumento – quanto hardware.

Michele Braga