Successivo
Ok Google Hey Siri Alexa

Editoriale | Magazine

“Ok Google”, “Hey Siri”, “Alexa” … come va?

Michele Braga | 5 Luglio 2018

Editoriale

Gli assistenti vocali stanno arrivando e saranno il prossimo tormentone tecnologico. Il settore è molto promettente, ma i passi da fare sono ancora tanti.

Stanno arrivando e saranno il prossimo tormentone tecnologico. Parliamo degli assistenti vocali e in particolare quelli di Amazon, Apple e Google. La società del robottino verde ha cominciato da poco la campagna mediatica di Google Home – in commercio ci sono già altri prodotti con la stessa tecnologia come i JBL Link – anticipando Amazon e Apple; la prima sbarcherà in Italia con Amazon Echo entro la fine dell’anno, mentre la seconda non ha ancora dato indicazioni sull’arrivo dell’HomePod sul suolo nazionale.

Secondo un recente studio di Business Wire il mercato globale degli smart speaker è destinato a esplodere nei prossimi cinque anni: oggi vale circa 2,68 miliardi di dollari e nel 2023 salirà a 11,79 miliardi di dollari, con una crescita complessiva del 440%. Ma a che punto siamo con lo sviluppo e, soprattutto, che livello ha raggiunto l’interfaccia in lingua italiana che appare tutt’altro che facile da implementare?
Secondo una ricerca di IHS Markit (Stati Uniti, Regno Unito, Giappone, Germania e Brasile) chi possiede uno smart speaker lo utilizza principalmente per chiedere dati sul meteo e aggiornamenti sulle ultime notizie; le funzioni legate alla riproduzione musicale figurano solo al terzo posto, mentre solo il 6% degli intervistati utilizza questi dispositivi per funzioni domotiche (controllo delle luci e del termostato).

Siamo sinceri, se avete provato un assistente vocale, anche solo quello dello smartphone, vi sarete resi conto che la strada da fare è ancora tanta e che Jarvis – l’assistente elettronico di Tony Stark, alias Iron Man – non ha ancora motivo di temere la concorrenza. Quando si cerca di andare oltre le funzioni di base ben codificate bastano pochi minuti per rischiare una crisi nervosa.
E in tutto ciò la lingua italiana effettivamente non aiuta: tante parole con tanti significati, costrutti molto flessibili che per una macchina sono difficili da decifrare. Amazon ha rilasciato i kit di sviluppo per l’italiano e nei prossimi mesi vedremo se Alexa sarà in grado di fare meglio di Google Home che per il momento ha molte funzioni in meno rispetto alla versione in lingua inglese.

Il settore è molto promettente, ma i passi da fare sono ancora tanti: ogni nuova tecnologia che vuole essere vincente, deve semplificare le operazioni e non renderle più complesse o macchinose, ma soprattutto deve essere affidabile.