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U.S. Robots: tra fantascienza e realtà 

Michele Braga | 29 Gennaio 2014

Intel Wearable

Al Ces di Las Vegas, palcoscenico delle novità  tecnologiche per il presente e il futuro, Intel ha presentato Edison e Jarvis: […]

Intel edisonAl Ces di Las Vegas, palcoscenico delle novità  tecnologiche per il presente e il futuro, Intel ha presentato Edison e Jarvis: un computer piccolo come una scheda di memoria Sd e un auricolare intelligente il cui nome porta alla memoria l’onnipresente assistente virtuale di Iron Man.

La fantascienza anticipa e ispira spesso non solo i nomi dei dispositivi tecnologici, ma anche il loro sviluppo, spingendo la ricerca a trasformare in realtà  idee che sembrano irrealizzabili. Intel va oltre lo spunto classico del romanzo: l’iniziativa “Make it wearable” invita tutti, scienziati o semplici sognatori, a proporre le proprie idee per dispositivi che possano essere vestiti o addirittura applicati in modo diretto al corpo umano. Se oggi siamo iperconnessi grazie alla diffusione degli smartphone, in un futuro non troppo remoto potremo – o dovremo? – essere anche ipermonitorati e assistiti. Siete pronti ad avere un assistente personale, virtuale e intelligente che, oltre a gestire la vostra agenda, controlla i vostri parametri vitali in ogni momento della giornata, preoccupandosi di suggerirvi una visita dal medico in caso di necessità ?

Le tessere del puzzle comprendono dispositivi vestibili, altri dedicati alla domotica, al settore automobilistico, a quello medico e ai sistemi di pagamento; si prospetta uno scenario eccitante per alcuni e inquietante per altri. Qualcuno non vede l’ora di affidarsi a una babysitter tecnologica che in ogni momento “consiglia” cosa fare o quale strada percorrere per non incappare in un ingorgo del traffico; altri avvertono invece una limitazione della scelta personale, sempre più condizionata da dispositivi programmati da altre persone. Un aiuto allo sviluppo di queste tecnologie dovrebbe venire anche da regole generali, ma chiare. I romanzi di Asimov espongono le leggi della robotica, ma ne mettono in luce le falle in caso di utilizzo parziale o viziato. Non siamo ancora arrivati a interagire con automi positronici, ma sono sempre più frequenti le discussioni che riguardano l’utilizzo scorretto o fraudolento di nuovi congegni e delle informazioni da essi raccolte. Le regole di sicurezza previste per i dispositivi connessi in rete fanno acqua da tutte le parti: lasciano spazio a utilizzi impropri o millantano sicurezze inesistenti o quasi. In pochi anni saremo comunque circondati da dispositivi che acquisiscono e scambiano informazioni; è quindi necessario definire regole precise, magari rassicuranti, per fissare paletti invalicabili, fugare timori ed evitare errori già  descritti dalla fantascienza.

Michele Braga