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Ride 2 – La Recensione

Redazione | 14 Novembre 2016

Gaming

Non è un mistero che, di tutta l’ultima generazione di titoli di corse di Milestone, Ride sia quello che mi […]

Non è un mistero che, di tutta l’ultima generazione di titoli di corse di Milestone, Ride sia quello che mi sia piaciuto di meno. Rispetto alle premesse, ovvero essere una sorta di reincarnazione di Tourist Trophy, ho trovato l’ambizioso progetto della software house troppo narcisistico e poco entusiasmante, anche a fronte di evidenti progressi dal punto di vista della fisica. A due anni di distanza arriva un seguito, che costituisce (o almeno dovrebbe), per la gioia di noi tutti, anche la chiusura del ciclo produttivo sull’attuale motore grafico prima di spostarsi su Unreal Engine 4. Questa premessa serve subito a chiarire un concetto: Ride 2, dal punto di vista meramente estetico, non rivoluziona nulla, e per quanto goda di un’estrema pulizia che il suo predecessore semplicemente non aveva, non sembra esattamente un seguito, ma una versione più bella del titolo precedente. D’altronde, come abbiamo già  ripetuto per Valentino Rossi: The Game e MXGP 2, per quanto siano evidenti i progressi svolti dal punto di vista dell’illuminazione, della draw distance e sull’effettistica, il motore grafico è arrivato a fine corsa e ha i suoi, evidenti, limiti. In Ride, che abbonda di circuiti cittadini e cross country, questi, purtroppo vengono esaltati e lo stacco presente tra i dettagli di motociclette e piloti, meravigliosi, e gli scenari, abbastanza spogli, è fin troppo evidente. Guardandola da un’altra prospettiva, però, è anche vero che tutto maxato il gioca gira fluidissimo su configurazioni medie, mentre su PC ultrapompati Ride 2 va sereno in 4K, risoluzione in cui, soprattutto nei close up da photo mode, ha il suo perché. Esaurito il discorso più spinoso, saltiamo in sella e godiamoci il viaggio.

SEI COME LA MIA MOTO!
L’offerta ludica di Ride 2 è gargantuesca, e va a coprire anche quelle tipologie di moto che il primo episodio aveva lasciato da parte, come le divertentissime Supermoto con cui sgommare frenando col posteriore e sfruttando il perno dello stivale interno alla curva, o le Naked Café racer, ovvero quelle moto un po’ retro con cui fare il fighetto col giubbetto di pelle, cose che ovviamente è possibile fare anche qui. Sì, perché alle oltre 170 moto (che sfondano poi il tetto di 200 se aggiungiamo quelle dei DLC), ritornano anche nel seguito le centinaia di possibili personalizzazioni estetiche del pilota, tutte rispondenti ad accessori di marchi realmente esistenti. L’anima custom di Ride non è cambiata, e gode della moltiplicazione delle possibilità  di un’offerta decisamente più corposa, ma che ancora non prevede troppe personalizzazioni estetiche per molti modelli e un editor di livree che avrebbe fatto esplodere il cervello a tutti gli appassionati di moto. Resta, invece, centrale il sistema di tuning, che segue sostanzialmente il modello Gran Turismo, come nel primo episodio, e allunga la vita della nostra due ruote
all’interno dei vari campionati destinati a bolidi di varia potenza. Insomma, Ride continua a essere il festival dell’eccentricità  e del piacere estetico delle moto, e offre istanti goduriosi per tutti quelli che conoscono il listino Ducati dal 1926 a oggi e si emozionano semplicemente all’idea di entrare nello showroom e vedere il modello della Monster perfettamente riprodotto. Se, dunque, tutto ciò che concerne il bike porn è rimasto invariato e ha potuto godere delle generali migliorie estetiche e dell’ampliata offerta quantitativa, è anche vero che Ride 2 offre un bel po’ di novità  anche sull’asfalto. Intanto, il numero di circuiti è aumentato, superando il tetto dei 30, con l’aggiunta di Macao (cittadina cinese piena di saliscendi) e la Nordschleife (che no, non è lontanamente paragonabile a quella vista in Assetto Corsa, ma è pur sempre un piacere guidarci su) a impreziosire una rosa che garantisce un’esperienza equilibrata fra tracciati, cittadini e strade da puro turismo. Belle e suggestive sono le varianti al tramonto e sotto la pioggia, dove Ride 2 prende in prestito dalla serie della MotoGP il comportamento estremamente nervoso del posteriore su asfalto bagnato. Insomma, una volta vestiti di tutto punto e dopo aver messo le rigorose manopole fluorescenti, si scende in pista belli convinti.

SEI PROPRIO COME LEI!
Basta poco ad accorgersi che Ride 2 è esattamente il gioco che avrebbe dovuto essere il capitolo precedente due anni fa. Sulla base del già  buon modello di guida offerto dall’originale, questo seguito va a limare diversi difetti, come una gestione  delle curve finalmente più dolce e una calibrazione  della levetta analogica più convincente. È, palese, infatti, che la gestione delle sospensioni arrivi direttamente da Valentino Rossi: The Game e che l’ottimo sistema di trazione visto nella simulazione della MotoGP di quest’anno sia stato ben adattato alle diverse tipologie di moto stradali presenti nel gioco. Al solito, come ogni titolo Milestone dell’ultimo periodo, anche Ride 2 dà  il meglio di sé con la fisica settata al massimo livello di realismo: in questo caso, infatti, il comportamento delle moto non è soggetto ad approssimazioni che lasciano perplessi e castrano un motore fisico che, complessivamente, fa il suo lavoro. Tra l’altro, anche con la fisica pro, al netto di qualche momento di frustrazione mentre si impara a impostare le curve (e facilmente risolvibile con i rewind), Ride 2 rimane un piacevole sim-cade dalla grande tolleranza, e per apprezzare davvero le differenze tra le classi di motociclette e i diversi modelli di guida togliere gli aiuti diventa quasi un atto di dovuto rispetto. Certo, è possibile godersi l’asfalto anche impostando tutto in chiave più arcade, ma a quel punto la ricchezza di Ride 2 viene praticamente rasa al suolo e, a mio parere, ci si diverte molto di meno. In termini di modalità  di gioco, per quanto resista la struttura a eventi à  la Gran Turismo, con tutto il suo carico di anacronismo, in realtà  il World Tour riesce comunque a risultare ben più interessante che in passato, grazie alla presenza di stagioni composte da 8 eventi da scegliere all’interno di diverse categorie, raggruppati per tipologie di stile di guida e modo di vivere la moto. Una scelta che ricorda il mai troppo lodato GRID di Codemasters e che permette di effettuare il proprio percorso all’interno del mondo di Ride 2 in maniera agile, appassionante e professando senza costrizioni il credo motociclistico in cui ci si riconosce di più. A completare un single player interessante e longevo c’è poi anche il ritorno delle sfide di squadra e, in generale, per quanto non eccessivamente soddisfacente, il senso di progressione non è dato dal solo possesso di nuove moto.

ELASTICI DI NUOVA GENERAZIONE
Dove Ride falliva in maniera preoccupante era nel restituire l’adrenalina da gara. Pur essendo un titolo che offriva un approccio più contemplativo al mondo del motociclismo, in pista si faticava a sentire davvero la competizione, e si finiva banalmente per “pimpare” a dovere il mezzo in modo da avere pochi rivali. Qui la situazione è abbastanza diversa, e le gare mi sono sembrate più equilibrate e generalmente divertenti. La soluzione adottata da Milestone, oltre a un generale ripensamento delle competizioni, è stata quella di rendere sensibilmente più veloci e aggressivi i piloti dell’AI, che corrono tendenzialmente come matti e, una volta che siamo nelle vicinanze, si lasciano andare anche a entrate non esattamente simpatiche. Non mi ha convinto ancora, però, la condotta di gara in senso generale: l’AI fa errori solo e sistematicamente quando è in lotta con noi, mentre la tendenza a stare in trenino è ancora troppa e, per quanto mascherato dalla presenza di gruppetti leggermente distanziati, l’effetto elastico è comunque un po’ troppo presente. Per questo motivo e per la natura più equilibrata delle competizioni, dimenticatevi dunque la possibilità  di fuggire, così come non disperate se restate indietro, perché se la vittoria forse è compromessa, non lo è il podio, e dunque la medaglia per avanzare nel World Tour. Complessivamente, Ride 2 è un titolo divertente e piacevole da guidare, che riesce a togliere qualche soddisfazioni ma che, complessivamente manca un po’ di emozioni forti. Ciononostante, Milestone ha finalmente compiuto la sua ambizione di offrire un validissimo titolo a tutti gli appassionati di motociclismo turistico. La sua colpa principale è arrivare con due anni di ritardo, ma se l’amore è anche pazienza, in nome di quello per le due ruote è possibile chiudere un
occhio e godersi finalmente il viaggio.

COMMENTO

Ride 2 è il compimento della promessa non del tutto mantenuta con il primo episodio. Si tratta di un gioco che è un pizzico vecchio dal punto di vista tecnico e per qualcuno potrebbe essere arrivato fuori tempo massimo. Sotto l’aspetto da versione 1.5, però, Ride 2 offre un’esperienza convincente, un modello di guida pregevole e una valanga di cose da fare. La quantità  di contenuti presenti è mirabile, e Milestone ha limato tutti i difetti più gravi che affliggevano il primo Ride. Certo, chi cerca la bagarre di un titolo di guida frenetico con gare tirate non troverà  pane per i suoi denti, ma chi ama profondamente le moto vivrà  una bellissima avventura.

+ Contenutisticamente eccellente

+ Modello di guida piacevole

– Al non proprio perfetta

– Tecnicamente datato