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IPPR: entro il 2030, addio 15 milioni di posti di lavoro in UK

Davide Micheli | 3 Gennaio 2017

IA Smarthome

Un report di IPPR mette in evidenza come, entro il 2030, nel Regno Unito possano scomparire ben 30 milioni di posti di lavoro a causa dei robot.

In diverse occasioni, istituzioni politiche ed accademiche si sono chinate sulle opportunità  e rischi derivanti dalla robotizzazione sempre più massiccia del mercato del lavoro: a questo proposito, anche l’Institute for Public Policy Research (IPPR) di Londra, ha messo in evidenza come entro il 2030 ben 15 milioni di posti di lavoro nel Regno Unito siano a rischio a causa delle macchine.

L’automatizzazione potrebbe infatti portare con sé la fine della supremazia umana in ambito lavorativo, con una transizione verso la prevalenza delle macchine in tanti ambiti grazie alla notevole potenza di calcolo, l’autoapprendimento, l’AI, l’automazione, i veicoli a guida autonoma, l’IoT e tantissime altre risorse tecnologiche capaci di sconvolgere la società .

Secondo il report, l’AI potrebbe persino ottenere dei ruoli di primo piano all’interno dei CdA delle aziende. Entro il 2030, a titolo di esempio, circa il 60 percento del lavoro di vendita al dettaglio sarà  svolto da risorse tecnologiche (2 milioni di persone perderanno verosimilmente il proprio posto di lavoro), mentre un’auto su dieci – entro un decennio – sarà  autonoma.

Lo studio, inoltre, mette in evidenza come entro il 2030 gli organi umani potrebbero essere stampati in 3D. È interessante notare come questo studio supporti le parole espresse dal governatore della Bank of England, Mark Carney, il quale ha proprio suggerito di recente come le macchine potrebbero cancellare 15 milioni di posti di lavoro nel Regno Unito.

I lavori in ambito amministrativo e produttivo (segretari, contabili, operai,…) potrebbero essere quelli toccati maggiormente, con un impatto pesante sul mercato del lavoro: si parla di 15 milioni di posti cancellati sui 31.8 milioni attuali, che andranno a colpire in maniera più marcata quei lavoratori che rientrano nelle fasce a basso reddito.