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Videogame

Loot box, l’industria videoludica verso l’autoregolamentazione

Alfonso Maruccia | 9 Agosto 2019

Gaming

Associazioni di categoria, publisher e grandi piattaforme annunciano un’importante iniziativa tesa a regolamentare l’uso dei “loot box” da parte dei […]

Associazioni di categoria, publisher e grandi piattaforme annunciano un’importante iniziativa tesa a regolamentare l’uso dei “loot box” da parte dei videogiochi vecchi e nuovi. Nel tentativo di bloccare nuove leggi o multe salate da parte delle autorità.

Stando a quanto rivelato dalla Entertainment Software Association (ESA), organizzazione di categoria che rappresenta gli interessi dell’intera industria videoludica, entro il prossimo anno il settore del gaming potrà contare su un nuovo sistema di regole pensato per gestire il discusso fenomeno delle cosiddette “loot box”. Le “scatole-sorpresa” acquistabili a pagamento dai giocatori dovranno essere trasparenti, e magari evitare la mannaia delle tante autorità governative che hanno di recente espresso l’intenzione di punire il business videoludico per una pratica dagli effetti a dir poco deleteri sui più giovani.

Secondo gli impegni stabiliti da ESA, nel prossimo futuro l’industria dei videogiochi si sforzerà per informare i potenziali acquirenti delle suddette loot box sulle percentuali di “vincita” di particolare oggettistica (virtuale) in seguito all’acquisto di una scatola-sorpresa in-game. Sony, Nintendo e Microsoft, ovvero i gestori delle tre grandi piattaforme videoludiche dedicate (PlayStation, Xbox, Switch/3DS), realizzeranno nuovi sistemi in grado di rendere trasparenti i suddetti acquisti in-game sui giochi di nuova produzione o quelli in via di aggiornamento.

Logo ESA

Oltre ai tre grandi marchi delle console dedicate, poi, ESA ha comunicato il coinvolgimento di nomi di primaria importanza del business videoludico nella nuova iniziativa di autoregolamentazione dell’industria: lo sforzo di trasparenza nell’offerta delle loot-box riguarderà publisher del calibro di Bethesda, Ubisoft, Electronic Arts, WB Interactive Entertainment, Take-Two Activision Blizzard e tanti altri ancora.

La mossa annunciata da ESA segna un cambio di passo potenzialmente significativo nell’ambito del sempre discusso mercato degli acquisti in-game, e anche i gestori dei due principali mercati mobile (Google e Apple) hanno annunciato di voler essere della partita. I loot box si sono in questi mesi guadagnati una fama a dir poco negativa in molte parti del mondo, e governi come quello belga sono arrivati a classificare la pratica come gioco d’azzardo illegale nell’attuale implementazione in FIFA 18, Overwatch e altri.