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Allarme missilistico Hawaii

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Falso allarme missile alle Hawaii. Il governatore: “Non ricordavo le mie credenziali di Twitter”

Marco Teruzzi | 24 Gennaio 2018

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Il governatore Ige spiega cos’è successo quella mattina e il perché ci sono voluti quasi 40 minuti prima di ricevere un suo tweet rassicurante.

Non sarà sicuramente stato divertente, per i residenti e i turisti che si trovavano sul suolo hawaiano la mattina del 13 gennaio scorso, leggere l’avviso sul loro telefono che li avvisava dell’imminente arrivo di un missile.
A mandare il messaggio all’intera popolazione era stato un funzionario della Federal Emergency Management Agency (ente federale facente parte del Dipartimento di Sicurezza Interna degli Stati Uniti d’America che si occupa della gestione delle emergenze) che, durante quello che apparentemente era un esercizio di allenamento, aveva selezionato l’opzione errata sul suo computer.
Nei minuti seguenti migliaia di persone sono state lasciate nel totale panico senza che nessuno, nemmeno le autorità locali e governative competenti, fosse in grado di fare qualcosa.

Il governatore hawaiano David Ige ha dichiarato di aver saputo che l’allarme in questione era dovuto ad un errore umano esattamente due minuti dopo che il messaggio era stato inviato agli isolani. Ma chi si trovava su una delle isole dell’arcipelago quella mattina ha dovuto aspettare 38 lunghissimi minuti prima di visualizzare il tweet “anti-panico” che dichiarava che si trattava di un falso allarme. Ora Ige, governatore delle Hawaii dal 2014, ha finalmente spiegato il perché di questa lunga attesa e il motivo è piuttosto imbarazzante. “Devo confessare che non conosco il mio account di accesso e la password di Twitter”, ha confessato alla stampa.

Tweet Ige

Ecco il (tardivo) tweet con cui il governatore dello Stato di Hawaii, Ige, ha dichiarato che si trattava di un falso allarme.

In un tweet pubblicato nelle ore immediatamente successive all’incidente, Ige ha descritto quella come “una giornata terrificante in cui i nostri peggiori incubi sembravano diventare una realtà”, aggiungendo che era “dispiaciuto per il dolore e la confusione causati”.

La Federal Communications Commission ha dichiarato che sta indagando sull’incidente del 13 gennaio per scoprire come è successo e per garantire che vengano messe in atto misure di salvaguardia per evitare che un episodio del genere si possa ripetere. Parallelamente, anche Ige si è mobilitato per modificare la sua “procedura”: “Ho salvato la password sul telefono così posso accedere direttamente ai social”.