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Pirateria musicale: Telecom Italia nega gli indirizzi Ip degli utenti

Redazione | 26 Maggio 2009

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La Federazione Anti-pirateria Audiovisiva chiede a Telecom Italia di bloccare l’accesso ai siti che consentono di scaricare file piratati e di consegnare gli indirizzi Ip degli utenti coinvolti.

Una nuova offensiva da parte delle lobby dell’industria audiovisiva parte questa volta dalla FAPAV (Federazione Anti-pirateria audiovisiva) che qualche giorno fa ha pubblicato sul sito un post che, dietro l’accorato appello a Telecom Italia a difendere il cinema, telecom.jpg nasconde un affondo contro il mondo degli operatori dell’accesso a Internet e le regole che finora ne hanno regolato la crescita.
In una diffida ufficiale Fapav chiede all’ex gestore monopolista “l’adozione di opportuni accorgimenti informatici volti a impedire le violazioni del Diritto d’Autore sulla rete Internet, sia bloccando l’accesso a quei siti attraverso i quali vengono messi a disposizione contenuti illeciti e sia comunicando agli utenti della rete l’illiceità  della loro condotta”.

Non solo, Fapav chiede a Telecom Italia di comunicare alle autorità  di Pubblica Sicurezza (quindi la polizia postale) i dati idonei (cioé gli indirizzi Ip degli utenti) a consentire a quest’ultima di intervenire, come da sua competenza.

La pirateria digitale, sostiene Fapav, viene falsamente rappresentata da alcuni come “scambio culturale” mentre in realtà  sta mettendo a repentaglio l’intera industria cinematografica italiana, il cui fatturato mancato nel 2008 è stato, secondo uno studio di Fapav e Ipsos, pari a circa 530 milioni di euro. In termini di impiego, sono a rischio oltre 250.000 posti di lavoro nel settore audiovisivo. Nel settore Home Video è stimata una perdita di 40 milioni di euro di investimenti, e sempre lo scorso anno hanno cessato la loro attività  ben 500 esercizi di videonoleggio.


La Federazione ricorda anche gli impegni presi dal governo con la costituzione del Comitato Tecnico contro la Pirateria Digitale e Multimediale, ma chiede un passo in più.
Quello appunto di dare gli indirizzi Ip e chiudere l’accesso ai siti che consentono lo scambio illegale di file audio e video, sull’esempio di quanto avviene in Francia, dove la nuova legge voluta dal presidente Sarkozy prevede la sospensione della connessione Internet dopo tre tentativi di scaricare illegalmente file da Internet e l’oscuramento dei siti.

La replica di Telecom Italia non si è fatta attendere: l’azienda in una nota diffusa tra gli altri sul sito dell’Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e consumatori) ricorda di aver agito sempre nel rispetto della normativa vigente e fa riferimento al diritto comunitario che consente agli Stati membri di circoscrivere all’ambito delle indagini penali o della tutela della pubblica sicurezza e difesa nazionale i casi in cui i fornitori di accesso alla rete Internet debbano conservare e mettere a disposizione i dati sulle connessioni e il traffico, escludendo che tali dati “possano essere forniti per controversie civili relative ai diritti di proprietà  intellettuale”.

La stessa magistratura italiana, fa notare Telecom Italia, ha affermato come prevalente la tutela delle persone fisiche, relativamente al trattamento dei dati personali, rispetto alle esigenze probatorie di una causa civile volta ad accertare la lesione del diritto di sfruttamento economico del diritto d’autore. Pertanto non sussiste alcun obbligo per i fornitori di accesso alla rete Internet, di comunicare i dati anagrafici necessari a identificare gli autori di suddette violazioni.

La nota si conclude con un chiaro riferimento al modus operandi delle Federazione “Se la Fapav, al di là  della posizione riportata dai media, intende tutelare i diritti dell’industria cinematografica italiana agendo nel quadro degli strumenti e degli istituti previsti e consentiti dalle leggi vigenti, Telecom Italia conferma la propria disponibilità  ad ogni possibile chiarimento e confronto”.

Per ora quindi la palla è stata respinta al mittente, ma l’offensiva è partita.