Successivo

Magazine

I rischi nascosti del cloud computing

Redazione | 8 Giugno 2009

Tanti computer distribuiti per il mondo che lavorano come se fossero un unico potente calcolatore, in grado di servire centinaia, […]

dscf0233.jpgTanti computer distribuiti per il mondo che lavorano come se fossero un unico potente calcolatore, in grado di servire centinaia, migliaia o anche milioni di client. È il modello si cui si basa il cloud computing, letteralmente “elaborazione nella nuvola”, l’architettura utilizzata da Google per il motore di ricerca e per i tanti servizi che offre, da Amazon per i suoi Web Services e da altri colossi come Ibm, Sun, Microsoft e Yahoo!.
Si tratta di un’evoluzione del concetto di software come servizio (software as a service), in cui l’enorme potenza elaborativa a disposizione è utilizzata per offrire servizi sempre più avanzati, in grado di rimpiazzare molte delle funzioni finora svolte dagli applicativi tradizionali. Una possibilità  interessante per le aziende che vogliono ridurre i costi legati alla gestione di server e infrastrutture. L’architettura cloud dovrà  però dimostrarsi sufficientemente affidabile e sicura. Cosa succederebbe, ad esempio se a causa di un guasto la parte della “nuvola” in cui risiedono i vostri dati e servizi smettesse di funzionare? Non è un’ipotesi teorica: l’interruzione temporanea del servizio Gmail, lo scorso febbraio, è solo uno dei tanti esempi. Un altro episodio negativo, legato sempre a un servizio di Google, ha invece messo l’accento su quello che da molti è considerato il principale punto debole del cloud computing: la sicurezza. A causa di un semplice bug nel codice che gestisce la condivisione dei file di Google Documenti, alcuni testi e presentazioni salvati online sono stati infatti messi a disposizione di altri utenti senza autorizzazione. Insomma, le promesse del cloud computing sono molte (e in tanti casi sono già  una realtà ); ma prima di adottare questo modello è il caso di valutarne con attenzione anche i potenziali difetti.