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Software

La Cina dimezza Internet dai PC

Redazione | 8 Giugno 2009

Desktop Internet Social

Dal 1 luglio tutti i PC in vendita dovranno avere in dotazione un software che blocca l’accesso a certi siti web potenzialmente pericolosi.

Il Governo cinese avrebbe deciso di imporre ai produttori di PC che vendono sul mercato cinese (uno dei più profittevoli e con i più alti tassi di crescita) di dotare i loro computer in vendita a partire dal prossimo 1 luglio, di un software di filtro per i siti Internet a più alto rischio, una categoria dove per il momento ci sarebbero i siti pornografici e di pedofilia. China_flags.gif
La notizia, riportata oggi dal Wall Street Journal, parla di un provvedimento deciso lo scorso 19 maggio dal ministro cinese dell’Industria e dell’Information Technology e non ancora ufficializzato pubblicamente dal Governo di Pechino, ma largamente confermato dai principali produttori di PC.
Il software, che si chiama Green Dam-Yourh Escort (dove la parola Green nella lingua cinese sta a indicare un uso pulito di Internet, privo di contenuti illeciti), è stato sviluppato dalla società  Jinhui Computer System Engineering Co. Verrà  fornito in ogni PC Windows nuovo come CD in dotazione, lasciando quindi la scelta all’utente se installarlo o meno.
Una volta in funzione, secondo il racconto di quanti l’hanno visionato, potrebbe trasmettere anche informazioni personali e rendere più vulnerabili i PC agli attacchi di hacker. Secondo i piani del Governo cinese la società  produttrice di Green Dam provvederà  ad aggiornare gli utenti via Internet con l’elenco dei siti bloccati.
Dalla Cina naturalmente minimizzano sulla portata del cambiamento, equiparando il software ai tanti filtri parentali in uso nei paesi occidentali per rendere più sicura la navigazione Internet alle famiglie con bambini. La grande differenza però è che in questo caso è la prima volta che un governo impone come obbligatorio una censura a tutti gli effetti di Internet.
Sarà  interessante vedere come reagirà  l’industria dei computer al provvedimento: lo scorso anno in Cina sono stati venduti 40 milioni di PC, il principale produttore è Lenovo con una quota del 26% per i primi tre mesi del 2009, seguita da Hewlett Packard che detiene il 13,7% ed è il principale marchio americano presente in Cina, e da Dell (8%), fonte IDC.
Secondo quanto riporta il Wall Street Journal i produttori saranno tenuti a informare il governo di Pechino del numero di PC venduti con a bordo il software. Pur non essendo la prima volta che il mondo Internet si scontra con la censura in Cina (i precedenti di Google, Microsoft e Yahoo! insegnano), di certo un provvedimento di questa portata rappresenta un pericoloso precedente nella storia di Internet.