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Un dominio per milionari

Redazione | 15 Luglio 2009

Social

Le regole di assegnazione proposte dall’ICANN darebbero la possibilità  di sostituire i tradizionali suffissi .com e .net con un nome a scelta. Ma a caro prezzo, anche per il futuro di Internet.

E’ in corso un’accesa discussione negli Stati Uniti e nel mondo attorno alla recente proposta dell’ ICANN, (Internet Corporation for Assigned names and Numbers, l’organismo che sovrintende a livello mondiale l’assegnazione dei nomi a dominio) di liberalizzare la seconda parte dei nomi a dominio, quella che per intenderci che viene dopo il segno di interpunzione.

Per i domini di primo livello (i vari .com, .net e .org) l’ICANN vorrebbe dare la libertà  di scegliere il nome che si desidera da aggiungere dopo il punto. Ad esempio il dominio Microsoft.com potrebbe diventare Microsoft.microsoft, oppure la casa di produzione cinematografica Century Fox diventare CenturyFox. movies o ancora un’azienda che produce scarpe scegliere il nome .shoes.

Il tutto dovrebbe portare a una semplificazione nel modo di accedere alle pagine web e alle sottosezioni interne ai siti. Ad esempio books.amazon.com diventerebbe semplicemente books.amazon e per l’utente sarebbe un’agevolazione in più nelle ricerche.

Ma la proposta di ICANN rischia di rompere un importante equilibrio e modificare profondamente il principio del ” first come first served” che ha regolato finora l’attribuzione dei nomi a dominio negli indirizzi Internet. La soglia di costo base per accedere a uno dei nuovi domini di primo livello è infatti di 185.000 dollari, cifra che non include le spese legali di accreditamento dell’applicazione presso l’ICANN e la certificazione dell’azienda come mantainer del proprio dominio.
Insomma, in tutto i nuovi domini costerebbero sui 500.000 o anche un milione di dollari. Ben poche aziende potrebbero permetterselo, forse i grandi marchi come Coca-cola, IBM, ecc. ma tutte le medie e piccole organizzazioni ne resterebbero escluse.

Oltre a essere scarsamente democratico, il nuovo principio di assegnazione desta più di una preoccupazione sotto il profilo della sicurezza e dei vari tentativi di cybersquatting e accaparramento di nomi a dominio coincidenti con un marchio o un logo: Tipico esempio le squadre sportive o i marchi più noti.
La proposta dell’ ICANN dovrebbe diventare operativa agli inizi del 2010, ma le reazioni suscitate sono state piuttosto negative: il Dipartimento di Giustizia americano e la National Telecommunications Information Agency temono che il nuovo sistema possa generare confusione tra gli utenti ma soprattutto spingere le aziende ad acquistare i costosi nomi a dominio per paura che qualcun’altro (leggi anche le organizzazioni criminali) possa appropriarsene. L’invito pervenuto da più parti è a rivedere i termini del cambiamento.

ICANN da parte sua promette sistemi più sofisticati di protezione, come il DNSSEC (DNS Security Extensions), ovvero una sorta di autenticazione delle informazioni memorizzate nel Dns atta a dimostrarne la veridicità . E un più dettagliato uso del Who Is, il database che riporta l’anagrafica dei titolari di un nome a dominio. Ma certo non sembra disposta a fare un passo indietro: con oltre un miliardo e mezzo di utenti Internet, commenta sul suo sito, il web deve offrire diversità  di scelta e innovazione e compito dell’ ICANN è promuovere la competizione.