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Il regalo di Natale dell’AgCom

Redazione | 20 Dicembre 2010

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Rimozione di contenuti coperti da copyright illegittimamente pubblicati online; predisposizione di una lista di siti illegali da mettere a disposizione […]

Rimozione di contenuti coperti da copyright illegittimamente pubblicati online; predisposizione di una lista di siti illegali da mettere a disposizione degli internet service provider e possibile inibizione del nome a dominio del sito web e dell’indirizzo IP. Su questi tre punti si articola il regolamento annunciato lo scorso 17 dicembre dall’AgCom. L’Autorità  per la Garanzia nelle Comunicazioni aveva avuto mandato dal Ministro Romani di trovare soluzione all’annoso problema della pirateria on line e ha così sottoposto a pubblica consultazione (per un tempo di 60 giorni) un pacchetto di provvedimenti che si articola su due capisaldi: da un lato l’azione di promozione della cultura digitale in rete, favorendo l’offerta di contenuti legali accessibili ai cittadini, dall’altro azioni di contrasto per eliminare alla fonte i contenuti in aperta violazione del copyright.
E sono proprio queste ultime a far discutere la rete in queste ore: l’Authority in effetti ha scelto di colpire la pirateria alla fonte dell’illecito, cioé a livello del sito che diffonde contenuti protetti da copyright senza averne l’autorizzazione, senza far ricadere sull’utente quelle responsabilità  inizialmente ventilate (ad esempio controllo sulla navigazione ed eventuale distacco dell’Adsl). l’AgCom ha così deciso che In presenza di contenuti illegali, la richiesta di rimozione dovrà  essere inoltrata dal titolare dei diritti d’autore e trascorse 48 ore, al gestore del sito o al fornitore del servizio di media audiovisivo. Trascorse 48 ore dalla richiesta, se il contenuto non sarà  stato rimosso, partirà  una segnalazione all’AgCom che, dopo una successiva verifica tra le parti, darà  l’ordine di rimozione, qualora risulti illegittima la pubblicazione di quel contenuto. Nel caso in cui non tutti i contenuti risultino violare il diritto d’autore e i siti siano collocati solamente sul territorio italiano si potrà  procedere a una rimozione selettiva.
Diverso il caso dei siti il cui solo scopo è la diffusione di contenuti illeciti sotto il profilo del diritto d’autore (i vari eMule e Bit Torrent), una categoria in cui l’AgCom fa rientrare anche i siti di indicizzazione di materiale illegale, come può essere Avaxhome, o i cui server risultino localizzati fuori dal territorio italiano (tipico esempio anche chi ha un account di web hosting presso un provider estero).
Per questi due casi l’Authority prevede la compilazione di una lista di siti illegali da mettere a disposizione degli Internet service Provider e in caso estremo la possibilità  di inibire il nome a dominio del sito web, ovvero la chiusura dell’indirizzo Ip.
Provvedimento quest’ultimo che francamente, a nostro avviso, cozza contro quella libertà  di espressione di cui l’AgCom dice di farsi garante nel presentare tali misure. Ma trattandosi di una consultazione pubblica che, tra le altre cose, prevede anche un tavolo tecnico tra tutti i soggetti interessati per approfondire le problematiche applicative, c’è da sperare che su questo punto se ne possa ridiscutere.
L’AgCom ha peraltro fatto presente al Governo la necessità  di rivedere la normativa sul diritto d’autore che, nonostante gli adeguamenti fatti nel tempo, è ancora ferma a un periodo storico che non rispecchia lo sviluppo tecnologico e normativo del settore.

Infine c’è tutta la parte di azioni volte alla diffusione della cultura del diritto d’autore digitale che si articola da un lato sulla promozione di un’offerta legale di contenuti audiovisivi sul mercato, favorendo l’accesso ai contenuti premium e l’interoperabilità  delle piattaforme trasmissive, dall’altro sulla diffusione di licenze collettive estese che favoriscano la facilità  di pagamento e l’economicità  per gli utenti. Insomma un pacchetto di misure che pesa più sulle spalle dei provider,chiamati a svolgerei l ruolo di sceriffi della Rete, che non su quelle degli utenti, i quali però potrebbero vedersi chiudere ” a priori” certi siti