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Ecommerce: mancano all’appello le piccole imprese

Redazione | 16 Maggio 2012

Internet

Il mondo del commercio elettronico si riunisce oggi a Milano per Netcomm eCommerce Forum 2012, l’evento che ha raccolto oltre […]

Il mondo del commercio elettronico si riunisce oggi a Milano per Netcomm eCommerce Forum 2012, l’evento che ha raccolto oltre 4000 partecipanti tra aziende, professionisti e stampa. Il tema è caldo: come fare dell’e-commerce un volano per la ripresa economica dell’Italia, visto che questo settore ha finalmente ingranato la marcia anche nel nostro Paese e viaggia a ritmi di crescita del 19% anno su anno, con un fatturato che nel 2011 ha superato gli 8 miliardi di euro.

Gli italiani che acquistano on line sono ancora una porzione ridotta del popolo Internet, il 15% (10 milioni di persone), mentre la media europea è del 43%, con alcuni paesi come Francia,  Germania e Uk dove gli acquirenti superano abbondantemente la metà  della popolazione Internet ( In Francia sono pari al 53%, in Germania al 64% e in Uk al 71 %).

Ma l’arretratezza più forte è sul lato delle imprese: solo il 4% delle pmi italiane vende on line, contro il 33% a livello europeo. È un dato allarmante, che secondo Roberto Liscia, presidente del consorzio Netcomm, spiega anche il perché ci sia una sproporzione così forte tra l’export e l’import nazionale. Nonostante la crescita dell’export nell’ecommerce nell’ultimo anno sia stata del 21%, e abbia generato un fatturato pari a 1 miliardo e 600mila euro, la voce import resta quella preponderante. Importiamo troppo (2,8 miliardi di euro) e soprattutto usiamo poco Internet.

Nel nostro paese, ma anche in altri a dire il vero,  manca una logica europea dell’e commerce: solo il 9% dei cittadini europei acquista da siti di altri nazioni.  C’è insomma molto da lavorare per promuovere digitalmente l’offerta delle imprese italiane.

Netcomm, come consorzio che riunisce le principali imprese dell’ecommerce nazionale,  si sta impegnando su diversi fronti: ad esempio chiedendo la detassazione per le pmi che vendono anche all’estero e nel contempo chiedendo una riduzione dell’Iva su alcuni prodotti b2c. Sugli ebook ad esempio oggi viene applicata l’Iva al 21% mentre sui libri cartacei l’Iva è al 4%. Un altro intervento è finalizzato a creare una federazione di codici di condotta a livello europeo tra i siti di e-commerce, riconoscibili attraverso un sigillo uguale per tutti (Netcomm ne ha sviluppato uno che viene riconosciuto e apprezzato come sinonimo di qualità  da oltre 2 milioni di compratori).

E poi ci sono gli obiettivi dell’Agenda Digitale italiana che al 2015 ha fissato di raggiungere una media di acquisti on line che copra il 50% della popolazione e di acquisti da siti esteri pari al 20%. Per le pmi gli obiettivi sono di raggiungere una penetrazione dell’ecommerce di almeno il 33% delle piccole e medie imprese, la media attuale è come detto molto bassa: 4% per le vendite e 11% per gli acquisti; mentre in Europa è rispettivamente del 12% e del 19%.

Per i consumatori le iniziative di Netcomm sono di portare l’Iva al 10% sull’ecommerce di prodotti b2c e  di aiutare lo sviluppo sistemi di pagamento elettronici alternativi a quelli in uso. Oggi l’89% dei pagamenti on line viene effettuato con carta di credito e PayPal (quest’ultimo copre il 16% delle transazioni). Da poco è stato introdotto dal sistema bancario MyBank, che prevede l’addebito diretto in conto corrente e che al momento CartaSi sta sperimentando nel suo ruolo di banca di secondo livello all’interno dell’Istituto Centrale Banche Popolari. Si tratta però di un sistema che dev’essere ancora integrato nei Pos virtuali degli esercenti.

Per il 2012 le previsioni dell’Osservatorio b2c Netcomm Politecnico di Milano parlano di una crescita del 18% per l’ecommerce b2c e di un valore di mercato pari a 9.523 milioni di euro a fine 2012. Turismo e Assicurazioni sono i due principali settori dove gli italiani fanno acquisti via Internet. il primo è fatto per il 70% dalla vendita di biglietti aerei e ferroviari e dal restante 30% da prenotazioni alberghiere e viaggi; il secondo vale il 10% del comparto e-commerce.

Ma nel 2012 il settore che sta registrando il maggior tasso di crescita è l’abbigliamento (+30%) che realizza  1 miliardo di euro, seguito dall’informatica che è tornata a crescere con tassi del 25%, tipici dei primi anni e dall’editoria (libri e Dvd) con il 9%.

I siti di coupon (stile Groupon e Groupalia), la novità  degli ultimi due anni, realizzano un fatturato di 400 milioni di euro mentre il mobile commerce è ancora poco rilevante in termini di trabsato (vale 181 milioni di euro) anche se mostra tassi di crescita a tre cifre+143%.

E sul mobile commerce vale la pena riportar l’osservazione lasciata dagli utenti intervistati da ContactLab sulla loro esperienza d’uso nel commercio on-line: il 64% sarebbe disposto ad aumentare gli acquisti via mobile se la procedura fosse più semplice e il 70% apprezzerebbe maggiormente il canale on line se fosse possibile il ritiro a domicilio della merce in caso di reso, senza costi aggiuntivi.