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Istella: da Tiscali il motore di ricerca per il web italiano

Redazione | 21 Marzo 2013

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Tiscali vuole riportare la ricerca nel web italiano all’Italia e con un’operazione coraggiosa, lancia la sfida a Google, cercando di […]

Tiscali vuole riportare la ricerca nel web italiano all’Italia e con un’operazione coraggiosa, lancia la sfida a Google, cercando di rompere un monopolio decennale sul search. Due giorni fa a Roma Renato Soru ha presentato Istella, la nuova tecnologia di ricerca che riprende le fila di quindici anni di lavoro e innovazioni condotte dal CNR di Pisa negli anni 90, quando anche l’Italia dava il suo contributo alla nascita del search, con progetti come Arianna e Virgilio.

La frattura arriva nel 2000 quando Google si impone in tutto il mondo con la sua imbattibile tecnologia di ricerca e anche noi di Tiscali, racconta Renato Soru, decidiamo di affidare il search a Google, in cambio di parecchi milioni di euro. A posteriori è stata una scelta sbagliata, ammette Soru, perché da allora si è costruito un monopolio dietro l’altro (dai social network alla distribuzione on line) e la ricerca, il cuore di Internet è stata affidata a una sola società  che è oggi la terza società  al mondo come valore di capitalizzazione in borsa e che ha dichiarato per il 2015 di arrivare a fatturare in Italia 2 miliardi di euro di pubblicità  con i suoi ads.

Proprio queste opportunità  di mercato insieme a un sano desiderio di riappropriarci della nostra cultura nazionale e di valorizzare le nostre tradizioni, (“L’Italia non può essere rappresentata solo dagli algoritmi di Google” sono state le parole di Soru) hanno indotto Tiscali a ripartire da zero e progettare ex novo un motore di ricerca fatto con tecnologia italiana che d’ora in poi sarà  il solo a essere adottato sul portale di Tiscali per le ricerche.

Istella (che nel dialetto sardo vuol dire stella) intende fornire in primo luogo informazioni oggettive, uguali per tutti, e non personalizzate in base ai propri interessi (se cerco Dante Alighieri deve venire fuori l’Istituto Dante Alighieri e non la pizzeria Dante Alighieri, perché magari nel mio profilo c’è scritto che non sono interessato alla cultura).

“Non ti tracciamo e non ti cataloghiamo” è la promessa di Renato Soru. Con il motore è possibile fare ricerche oltre che nel web, anche per immagini, video, news, (con oltre 2500 fonti nazionali e locali censite e aggiornate ogni 10 minuti) mappe e in più, questa la vera novità , Istella presenta un elemento social, ovvero consente agli utenti di creare una piattaforma di sapere comune resa disponibile a tutti. Ciascuno può dare il suo contributo e aiutare a portare on line le nostre tradizioni e il nostro vissuto. Basti pensare alla ricchezza culturale che c’è dietro le mille associazioni italiane, i piccoli comuni con i loro archivi. Buona parte del nostro patrimono culturale non è ancora sul web e la sfida di Istella è proprio questa: digitalizzarlo, offrendo a ciascuno di noi la possibilità  di contribuire nel suo piccolo a inserire dei contenuti sul motore.

Non a caso quando si apre l’home page di Istella tre sono le funzioni disponibili: Ricerca, Contribuisci e Condividi. L’utente ha a disposizione una bacheca personale da dove controlla la propria libreria digitale: ogni contenuto viene caricato, taggato, archiviato e anche indicizzato. E’ un modello molto simile a quello di Wikipaedia e della costruzione paritetica del sapere ma con la differenza che le voci non sono anonime, ciascuna anzi conserva l’identità  di chi l’ha scritta e e condivisa con altri.

Il motore inoltre ospita nelle prime righe dei risultati delle ricerche i link alle 800.000 voci dell”Enciclopedia Treccani con cui è stata stretta una partnership finalizzata a mettere on line approfondimenti tratti anche da altri volumi dell’Istituo dell’Enciclopedia italiana.

“A differenza delle voci di Wikipaedia – ha commentato Franco Tatò, presidente dell’Istituto Enciclopedia Italiana, intervenendo alla presentazione,- queste sono voci che hanno come referenza l’Enciclopedia Treccani e che si possono citare come fonte, oltre ad avere approfondimenti che Wikipaedia non propone. E tra le altre cose si possono esportare in formato ebook”.

Ad arricchire i risultati del motore ci sono anche i contenuti dell’ Internet Memory Foundation che ha collaborato al progetto, e poi Tiscali intende offrire ai mille archivi nazionali sparsi per l’Italia, dall’Archivio di Stato a quello del Ministero dei beni Culturali, a quello dei Musei, la possibilità  di portare on line i loro patrimoni culturali.

Con la Guida Monaci ad esempio è già  stato concluso l’accordo. Poi Istella si avvale del grande archivio delle mappe di Blom che consente di vedere l’evoluzione dei territori dal 1945 a oggi, con mappe d’epoca pressoché uniche.  La sezione Mappe però utilizza i sistemi cartografici della piattaforma Here di Nokia e la collaborazione con Blom CGR è solo limitata all’osservazione del territorio nella sua evoluzione nel tempo.

Come tecnologia Istella è un progetto impegnativo che Domenico Dato, anima del progetto, ha riassunto in qualche dato: 3 miliardi di Url catalogate in una tassonomia di 140 categorie, 12 miliardi di Url individuate; 200 TByte di dati indicizzatie una capacità  di disco pari a 1000 TByte.Per mettere in piedi Istella ci sono voluti più di 3000 dischi e 500 macchine (Dell). Partner tecnologici diIStella sono stati il CNR, l’Università  di Pisa, l’Internet Memory Foundation, Dell e Nokia con la tecnologia Here.

Un investimento cospicuo quindi, sulla cui entità  Renato Soru non ha fornito cifre. Il modello di business è naturalmente quello profittevole degli ads pubblicitari e delle keywords, ma non solo. Istella infatti si propone anche come tecnologia di accesso agli Open Data per le istituzioni e anche per gli operatori commerciali, fornendo questo servizio gratuito al mondo della Ricerca, e poi intende fornire attività  b2b verso i grandi editori sempre per la digitalizzazione degli archivi.

Per ora il motore è solo in lingua italiana ma Tiscali ha già  anticipato i8l rilascio di una versione in lingua inglese, così come sono previste anche evoluzioni della componente social del motore, con la creazione di piccole community di utenti accomunati da stessi interessi.