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La crisi di identità  di Apple

Redazione | 23 Aprile 2013

Apple

È il giorno della trimestrale Apple e per la prima volta in dieci anni il gruppo di Cupertino potrebbe chiudere […]

logo appleÈ il giorno della trimestrale Apple e per la prima volta in dieci anni il gruppo di Cupertino potrebbe chiudere il primo trimestre dell’anno con utili in calo, anche se con vendite record. Ben 14 società  di analisi finanziaria hanno ridotto le stime di crescita per Apple, a seguito del calo del titolo in borsa, sceso del 44% da settembre 2012 (quando toccò il record di 702 dollari per azione).

La responsabilità  di questo atteso calo negli utili sarebbe da imputare a prodotti con basso margine di profittabilità  (vedi iPad mini) e a un vistoso rallentamento nelle vendite di iPhone 5. Le stime degli analisti di Bloomberg parlano di un utile netto in calo del 18% (stimato in 9,53 miliardi di dollari), e di un fatturato pari a 42, 4 miliardi di dollari, in crescita dell’8%, il tasso più basso riscontrato da Apple dal 2009 a oggi.

Il numero di iPhone e iPad venduti nel trimestre conclusosi il 31 marzo 2013 dovrebbe essere pari a 35 e 17 milioni. Apple sta soffrendo moltissimo la concorrenza di Samsung sul versante degli smartphone, dove ormai il sistema operativo dominante è Android e nello stesso tempo si trova ad affrontare costi di produzione maggiori per la componentistica dell’iPhone. Nei mesi scorsi le aziende partner di Apple avevano lamentato un vistoso rallentamento negli ordinativi di chip e componenti base per iPhone 5, segno che Apple stava vendendo meno del previsto. Cirrus Logic, produttore dei chip utilizzati sui dispositivi iOS ha detto che avrà  vendite al ribasso per il trimestre, a causa di una domanda di chip inferiore alle previsioni.

Ma come fa notare oggi il Wall Street Journal, non è solo questione di numeri: Apple, secondo l’autorevole quotidiano, starebbe attraversando una crisi d’identità  dovuta al fatto che non ha ancora scelto se essere solo un produttore di hardware o una software company e la storia dell’hi-tech ci insegna che le società  che hanno puntato solo sull’hardware sono state polverizzate dai servizi software: il walkman di Sony è stato soppiantato dall’avvento dell’iPod e di iTunes, basterà  l’App Store a fermare Android?