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Non è colpa di Windows 8

Giorgio Panzeri | 26 Aprile 2013

Asus

Il mercato di desktop e notebook si è molto ridotto nel primo trimestre di quest’anno rispetto allo stesso periodo del […]

synology VS240HDIl mercato di desktop e notebook si è molto ridotto nel primo trimestre di quest’anno rispetto allo stesso periodo del 2012.

Dall’ultimo rapporto di IDC, una delle principali società  di ricerche di mercato, la domanda di computer nel primo trimestre del 2013 è calata del 13% a livello globale, al di sotto di ogni aspettativa. A farne le spese sono i grandi player, come HP che, pur rimanendo il maggior produttore di hardware ha registrato un calo del 23% rispetto alla domanda del primo trimestre del 2012. Non stanno meglio Dell (-10%), Acer (-31%) e Asus (-19%). Solo Lenovo non ha perso nulla rispetto all’anno passato ma occorre tener presente che la multinazionale cinese si è avvantaggiata della forte domanda interna. Allora, il grande colpevole di questo calo della domanda, chi è? Secondo Bob O’Donnell, dirigente di IDC «sembra chiaro che il lancio di Windows 8 non solo non è riuscito a fornire un impulso positivo al mercato dei Pc, ma sembra anche averlo rallentato. Mentre i consumatori apprezzano i nuovi form factor e le funzionalità  touch di Windows 8, i cambiamenti radicali all’interfaccia utente, la rimozione del familiare pulsante Start, e i costi associati alla tecnologia touch hanno reso i Pc un’alternativa meno attraente ai tablet e agli altri device competitivi. Microsoft dovrà  prendere decisioni molto difficili per andare avanti, se vuole contribuire a rilanciare il mercato.». Un commento sicuramente forte. Ci sono analisti che si sono spinti ad affermare che Windows 8 è per Microsoft un flop superiore a Windows Vista. Beh, mi sembra veramente troppo.

Analizziamo i dati con oggettività . La crisi ha sicuramente rallentato la domanda di prodotti, soprattutto nell’ottica della sostituzione dei vecchi computer. Mentre una volta il cambio del sistema operativo obbligava anche dover sostituire l’hardware, oggi il passaggio da Windows Vista o 7 a Windows 8 può avvenire senza sostituire il Pc. Semmai, la domanda per chi ha già  un computer ottimizzato con Windows 7 è: «perché devo passare a Windows 8»? E chi ha ancora una macchina con Windows XP (la versione più apprezzata dagli utenti) continuerà  a usarla, visto che la multinazionale di Redmond lo supporterà  ancora per circa un anno. Con la penuria di soldi che c’è, privati e aziende aspettano tempi migliori per investire. Mi sembra invece fuori luogo paragonare Windows 8 con Windows Vista. Vista è stato il peggior sistema operativo sviluppato da Microsoft. Partito male, tarpato dalle evoluzioni che avrebbe dovuto avere nei piani iniziali, era lento, esoso di risorse e pure instabile. Richiedeva macchine super carrozzate per ottenere le prestazioni di un computer più vecchio con Windows XP. L’evoluzione, Windows 7, ha portato sulle nostre scrivanie un sistema operativo bello, stabile, veloce e soprattutto in grado di funzionare anche con hardware non troppo carburati. Anche Windows 8 è un gran bel sistema operativo. Il motore, con qualche evoluzione, è quello di Seven. Complessivamente è stabile, veloce e soprattutto aperto per le evoluzioni future. L’errore di Microsoft è stato quello di forzare la mano per imporre un’interfaccia (nome in codice Metro, poi chiamata ufficialmente Modern UI) uguale per tutte le declinazioni dell’Os, dal desktop allo smartphone. Un’interfaccia che offre la massima fruibilità  con i sistemi touch (tablet, smartphone ma anche i nuovi All-in-one touch o i notebook con schermo sensibile al tocco), ma che è solo un intralcio per chi lavora con un notebook o un desktop tradizionale. Un dramma? No, anche perché sono fiorite sul Web un’infinità  di utilità  gratuite che miracolosamente fanno ricomparire il tasto Start e permettono di lavorare sempre sul desktop senza dover passare ogni volta da Modern UI. Spero che nel primo Service Pack Microsoft ripensi alla propria strategia, non imponendo più l’interfaccia Modern UI ma lasciando la libertà  di usarla o meno.

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