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Cresce il gap tra rischi per la sicurezza e preparazione degli utenti

Giorgio Panzeri | 4 Maggio 2017

Grazie ad un virus capace di criptare gli hard disk, i criminali informatici costringono gli utenti a scegliere tra pagare […]

Grazie ad un virus capace di criptare gli hard disk, i criminali informatici costringono gli utenti a scegliere tra pagare un riscatto online e perdere per sempre i propri file. La rapida crescita di questa forma di furto altamente tecnologico ha portato molte aziende e utenti a utilizzare servizi di archiviazione e backup basati sul cloud, nel tentativo di vanificare gli attacchi ransomware.

Acronis, azienda specializzata nella protezione e archiviazione cloud ibrida dei dati, ha recentemente completato un sondaggio sul backup tra i consumatori negli Stati Uniti e in Europa. I risultati hanno rivelato che la maggior parte degli utenti è completamente all’oscuro della minaccia rappresentata dagli attacchi ransomware, e ancora meno sa come prepararsi ad essi.

 

Il backup rimane ancora il vaccino più efficace contro le perdite di dati.”ha spiegato John Zanni, CMO di Acronis, “Creare un backup prima che avvenga il disastro è molto più efficace e conveniente che non cercare una cura quando i dati sono già  andati persi”.

I risultati generali del sondaggio sono da un lato interessanti ma dall’altro mettono in evidenza come il problema non sia conosciuto o compreso:

  • Oltre il 34% dei rispondenti ha affermato di aver subito perdite di dati o che queste hanno interessato membri della propria famiglia.
  • Più del 26% dei rispondenti ha dichiarato di non eseguire alcun tipo di backup dei dati.
  • Coloro che eseguono regolarmente backup hanno detto che la sicurezza, la facilità  d’uso e la capacità  di archiviazione sono le caratteristiche più importanti di una soluzione di backup.
  • Oltre il 62% dei rispondenti ha detto di non aver mai sentito parlare dei ransomware.
  • Mentre più del 67% dà  grossa importanza alle proprie informazioni personali, così come ai propri documenti, foto, video e musica, solo il 5,8% sa che recuperare i propri dati dopo un attacco ransomware può costare più di 500 dollari.

Secondo l’FBI, solo nel 2016 i criminali ransomware hanno estorto più di 1 miliardo di dollari alle rispettive vittime, e mentre i casi pubblici che coinvolgono ospedali e agenzie governative ricevono una buona copertura, degli attacchi ai computer domestici se ne parla poco.

“Certamente le minacce alla sicurezza stanno interessando anche i consumatori, non solo le aziende,” ha commentato Eric O’Neill, ex agente FBI dell’antiterrorismo e del controspionaggio, in una recente intervista. “Noi tendiamo a considerarlo un problema di aziende o governi. In realtà , la maggior parte dei malware colpisce nonni, genitori e chiunque abbia un indirizzo e-mail e un computer.”

Ma ecco anche altri risultati del sondaggio:

  • Il 51,8% delle famiglie possiede più di 4 dispositivi.
  • Il 26,6% considera la sicurezza la funzione più importante del backup.
  • Una parte significativa dei rispondenti, il 10,5%, dà  grande importanza ai dati di Facebook. 

Esistono quattro passaggi facili per proteggere i dati:

  • Conservare sempre un backup dei dati importanti. Scegliere software di backup con storage locale e su cloud e protezione attiva contro i ransomware.
  • Mantenere il sistema operativo e il software sempre aggiornati. Questo impedirà  ai criminali informatici di penetrare nel sistema attraverso qualunque falla della sicurezza nota.
  • Bisogna esser cauti con e-mail, link e allegati sospetti. Il metodo di infiltrazione più efficace utilizzato dai criminali del ransomware è quello di far aprire agli utenti allegati di e-mail infetti e far loro cliccare su link a siti web malevoli.
  • Installare un software antivirus sul computer e abilitare gli aggiornamenti automatici della firma.