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YouTube paga due miliardi di dollari per il copyright dei contenuti

Davide Micheli | 13 Luglio 2016

Google Internet

La società  di Sundar Pichai ha illustrato i risultati della sua lotta contro la pirateria: a titolo di esempio, dalla piattaforma di YouTube è stato possibile pagare 2 miliardi di diritti d’autore ai proprietari delle opere audiovisive.

L’impegno di Google nel contrasto alla pirateria si è fatto sempre più incisivo, soprattutto, da quando l’azienda ha deciso di investire più risorse nello sviluppo di soluzioni che permettano di contrastare questo fenomeno: a questo proposito, Big G ha pubblicato un report – dal titolo “How Google fights piracy” nel quale illustra i risultati della sua lotta, che nel caso di YouTube ha permesso di pagare 2 miliardi di dollari di copyright.

La famosa piattaforma per la condivisione di materiale audiovisivo della società  di Mountain View è stata infatti dotata di un sistema ad hoc per impedire la diffusione di contenuti protetti dal diritto d’autore: mediante il “Content ID”, infatti, i titolari dei diritti sulle opere riescono a riscuotere in maniera più facile le royalty, arginando in questo modo gli abusi commessi da parte degli utenti all’interno della piattaforma gestita da Big G.

Il report della società  di Mountain View, in questo senso, indica che il sistema di Content ID permette di gestire l’aspetto del copyright nel 98 percento dei casi, mentre in un restante 2 percento i detentori dei diritti d’autore avanzano una richiesta a YouTube volta alla rimozione dei contenuti caricati dagli utenti in violazione del copyright.

Big G però non si limita a lottare contro la pirateria nell’ambito di YouTube, mettendo in campo il suo impegno anche all’interno di Google Play – che al momento è riuscito a pagare ai rispettivi titolari di copyright una somma complessiva pari a 7 miliardi di dollari. Anche con il motore di ricerca la società  di Mountain View combatte la sua guerra alla pirateria, escludendo i siti che operano al di fuori della legalità .

Infine, il servizio Adsense ha adottato una politica più restrittiva: nel corso degli ultimi quattro anni, sono stati esclusi 91.000 siti in cui venivano proposti contenuti che violavano la legge sul copyright.