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La pizzeria Brandi chiede un milione di euro a Google, ma siamo sicuri che sia colpa di Google?

Redazione | 28 Giugno 2016

Sta facendo molto scalpore la polemica sulla Pizzeria Brandi che risultava “Chiusa Definitivamente” su Google e che ha scatenato una […]

Sta facendo molto scalpore la polemica sulla Pizzeria Brandi che risultava “Chiusa Definitivamente” su Google e che ha scatenato una richiesta di risarcimento danni da un milione di Euro (ne avevamo dato notizia qui).

Abbiamo chiesto a Luca Bove di Im Evolution esperto di Google My Business e co-autore del libro “Ingredienti di Digital Marketing per la Ristorazione” .

Ciao Luca, cosa è successo esattamente?

Prima di tutto due parole per spiegare come funziona l’ecosistema di Google My Business (https://www.google.com/intl/it_it/business/) che per un ristorante e una pizzeria è veramente importante, si stima che lo usino sino al 50% dei clienti. Come proprietari di pizzeria (o di altro business locale) possiamo rivendicare/verificare una scheda, in maniera gratuita. Ciò permette, con una buona approssimazione, di controllare i dati, ovvero di inserire quelli che vogliamo noi.
Dico con buona approssimazione perché Google vuole avere i dati sempre corretti e apporta spesso, automaticamente, degli aggiornamenti alla scheda (ti avvisa con delle notifiche di colore giallo visibili direttamente nel pannello di controllo di Google My Business) sulla base dei dati che reperisce nel web a seguito di scansioni da parte dei suoi bot o sulla base delle segnalazioni effettuate dagli utenti.
Quindi, la verifica della scheda permette di avere un maggiore controllo dei dati, potendo intervenire tempestivamente qualora gli aggiornamenti automatici proposti da Google siano errati.
Aggiungo che, da pochi mesi a questa parte, proprio nell’ottica della corretta visualizzazione delle informazioni, Google pretende che il proprietario (o altro rappresentate autorizzato, ad esempio un consulente) si colleghi alla propria scheda almeno una volta al mese. Nei casi peggiori, quindi nei casi in cui la scheda non venga mai aggiornata dal proprietario o dal gestore (soprattutto a seguito di notifiche inviate da Google) può esserci la perdita della verifica.
Alla luce di ciò è facile capire che se la scheda NON è verificata, non abbiamo alcun controllo, e Google decide cosa fare senza consultare il proprietario.
E guarda caso la scheda della Pizzeria Brandi non è verificata come si può vedere dallo screenshot: appare il link “Sei il proprietario di questa attività ?” che indica la mancata rivendicazione di quella scheda.
pizzeria-brandi
Se questa scheda è così importante, talmente importante da chiedere un milione di euro di risarcimento, perché non è stata rivendicata, almeno per avere un minimo di controllo?
Eppure i clienti la conoscono bene, a giudicare dalle recensioni ottenute. Quindi almeno un po’ di attenzione ai clienti da parte del proprietario ci deve essere!

Ma come si fa a segnalare delle modifiche ad una scheda Google My business dall’esterno?

Basta seguire il link “Suggerisci una modifica” come riportato nella foto (a fianco di “Sei il proprietario di questa attività “. Oppure andare su Google Map Maker e proporle la sopra.
In ogni caso tutte le modifiche proposte (ed accettate) si vedono su Google Map Maker. Andando a fare un rapido controllo su Google Map Maker si vede che questa pizzeria ha avuto 206 richieste di modifica !! E quella che ha determinato la chiusura è stata di un certo Ethan il 26 aprile poi approvata da Google.
Google non è nuovo a queste problematiche, nel 2011 fu chiusa la sede di Google a Mountain View https://blumenthals.com/blog/2011/08/15/google-mt-view-reported-closed/ 🙂
E con Google Map Maker dei burloni sardi nel 2013 cambiarono tutti i nomi delle città  sarde nella lingua locale https://daily.wired.it/news/internet/2013/10/11/secessione-sardegna-google-maps-nomi-citta-paesi-546536.html
Dopo di ciò Google ha preso dei provvedimenti, per cui non è così immediato cambiare i luoghi, ma è sempre possibile.
Fino a quando non ci saranno nuovi controlli da Google, l’unico modo per tutelarsi è reclamare la propria scheda Google My business ed accedervi (Google manda anche mail, ma a volte non arrivano, lo dico per esperienza personale) per verificare che tutti i dati siano OK.
Quindi, posso affermare che la responsabilità  di questi dati è del PROPRIETARIO della pizzeria e non di Google, poiché questo offre un servizio ai clienti, ma anche ai proprietari.