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Archiviare e ritoccare le foto

Nicola Martello | 27 Febbraio 2013

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Scattare una foto digitale è semplice e non costa nulla. È facilissimo ritrovarsi con un archivio di migliaia e migliaia […]

Scattare una foto digitale è semplice e non costa nulla. È facilissimo ritrovarsi con un archivio di migliaia e migliaia di immagini: in questo articolo esaminiamo sei programmi che vi aiuteranno a mantenerlo in perfetto ordine.

di Nicola Martello

Chi ama scattare fotografie si ritrova facilmente con una raccolta di immagini enorme e in continua crescita. Ma se non ci si organizza in maniera adeguata, l’archivio può diventare così disordinato da trasformare qualsiasi ricerca in una vera e propria caccia al tesoro. La rintracciabilità  degli scatti non è poi l’unico problema. Lo “scatto perfetto” è raro, e quasi tutte le foto hanno bisogno di ritocchi più o meno estesi per dare il meglio di sé. Oggi per fortuna esistono molti programmi che consentono sia di archiviare in modo efficace una collezione di migliaia e migliaia di immagini sia di apportare tutti i ritocchi del caso. Si tratta di applicativi che hanno un prezzo ragionevole – in qualche caso sono addirittura gratuiti – e un corredo di strumenti e di funzioni adeguato alle esigenze non solo degli appassionati ma in alcuni casi anche dei professionisti. In questo articolo ve ne presentiamo sei: una selezione adatta a tutte le tasche e a tutte le necessità .

Quali sono le caratteristiche che deve possedere un buon programma per l’archiviazione e il ritocco delle fotografie digitali? Un software di questo tipo per prima cosa deve essere in grado di gestire archivi con svariate migliaia di immagini, memorizzate non solo in locale ma anche su dischi esterni o di rete. Sembrano requisiti scontati, ma non lo sono: alcuni applicativi possono trattare solo le foto ospitate sulle unità  disco locali, altri invece vanno in crisi quando l’archivio diventa molto grande. Un software davvero valido deve poi essere capace di gestire un database di immagini articolato ed esteso, ed essere molto veloce nelle ricerche. Deve anche permettere di creare album (virtuali o reali) e di assegnare un indice di gradimento (universalmente implementato con una serie di stellette) e chiavi (tag) che facilitino le ricerche.

Per quanto riguarda le ricerche, i soft-ware più aggiornati permettono di svolgerle anche in base ai nomi delle persone ritratte (riconosciute in maniera più o meno automatica) e alle coordinate geografiche del punto di scatto, inserite nei dati Exif (Exchangeable Image File Format) direttamente dalla fotocamera o aggiunte a mano in un secondo momento.

Venendo alla modalità  di presentazione dell’archivio, un buon programma deve permettere di regolare la dimensione delle miniature degli scatti, in modo che l’utente possa trovare il miglior compromesso tra quantità  e leggibilità . La sezione per il ritocco deve poi offrire tutti gli strumenti necessari per correggere in modo facile e veloce i difetti più comuni. La grande diffusione di quali fotocamere compatte, degli smartphone e dei tablet, dispositivi tutti dotati di piccoli sensori e di flash molto vicini all’obiettivo, favorisce la proliferazione di ritratti con gli occhi rossi, esposizione approssimative e rumore (visibile come una sorta di effetto neve) elevato. Un buon programma di catalogazione e di ritocco offe gli strumenti per correggere questi problemi, naturalmente senza modificare in maniera irreversibile gli originali. Se i primi due difetti sono facili da sistemare con i software moderni, il terzo dà  ancora parecchio filo da torcere e per ridurlo efficacemente senza fare danni, cioè senza cancellare anche i dettagli più fini, è tuttora necessario impiegare un filtro specializzato, che consenta la calibrazione su zone di colore uniforme evidenziate nella foto. Tutti i programmi che abbiamo esaminato dotati di un filtro contro il rumore sono privi di questa funzione di taratura, quindi non sono in grado di fornire risultati ottimali.

Altri difetti tipici della maggioranza degli scatti amatoriali sono l’orizzonte storto, l’inquadratura sbagliata, le aberrazioni cromatiche e le distorsioni dovute alla prospettiva e alle lenti. Da tempo i software per il ritocco fotografico consentono di raddrizzare gli scatti usando una linea di riferimento che va tracciata sull’orizzonte o su un particolare dell’immagine, e prevedono al termine la rifilatura automatica. Per correggere l’inquadratura si ritaglia invece la foto con una cornice che va posizionata in modo da ottenere una composizione esteticamente gradevole, magari conforme alla regola dei terzi in base alla quale il soggetto dovrebbe trovarsi in corrispondenza di uno dei quattro incroci interni di una griglia che divide la foto in nove riquadri uguali (molti software consentono di visualizzarla in sovrapposizione). Le aberrazioni e le distorsioni sono decisamente più difficili da correggere, servono algoritmi avanzati e ­- nel caso delle distorsioni dovuti alle ottiche – una libreria con i profili degli obiettivi più diffusi, altrimenti bisogna procedere a mano: un lavoro lungo e difficile.

Infine, in un programma moderno non possono mancare funzioni di stampa avanzate (che permettano ad esempio di combinare più foto su un singolo foglio), di creazione di slide show accompagnati da una colonna sonora, e di caricamento delle foto sui siti di social networking (facebook e Flickr in primo luogo). Utile e comoda è poi la possibilità  di caricare le foto nel cloud, in modo che gli scatti siano accessibili in qualsiasi parte del mondo tramite un dispositivo collegato a Internet.

Per questo articolo abbiamo esaminato sei software specializzati nella gestione e nel ritocco delle foto: Adobe Photoshop Lightroom 4, Corel AfterShot Pro 1.1, CyberLink PhotoDirector 4, Google Picasa 3.9, Magix Foto Manager Mx Deluxe 11 e RawTherapee 4: nei nostri test abbiamo verificato quanto si avvicinano all’applicativo ideale che abbiamo descritto facendoli lavorare, quando possibile, su un archivio (ospitato su un Nas) di circa 7.000 foto scattate con una reflex digitale e suddivise in 72 cartelle. L’impressione generale è stata positiva: tutti i software si sono comportati bene, sia pure con qualche carenza e qualche problema. È interessante notare che i due programmi gratuiti, Picasa e RawTherapee, si sono difesi bene quando messi a confronto con AfterShot Pro, PhotoDirector e Foto Manager, sebbene Picasa dia il meglio di sé nella catalogazione mentre RawTherapee privilegi nettamente il ritocco.

Un’ultima considerazione va fatta per i video, visto che le fotocamere, gli smartphone e i tablet odierni sono capaci non solo di scattare foto ma anche di riprendere filmati. Tutti i programmi recensiti, tranne RawTherapee, sono in grado di catalogare anche video e di aprirli in anteprima. Lightroom è l’unico software che va oltre: nella sezione Libreria consente infatti di eliminare la porzioni indesiderate all’inizio e alla fine di un clip. (…)

Estratto dell’articolo di 16 pagine pubblicato sul numero 264 di PC Professionale