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Social Media per il business

Redazione | 28 Maggio 2013

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“I mercati sono conversazioni e sono fatti di esseri umani, non di segmenti demografici”. Sono le prime due tesi del […]

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“I mercati sono conversazioni e sono fatti di esseri umani, non di segmenti demografici”. Sono le prime due tesi del noto Cluetrain Manifesto, il documento che quattro esperti di comunicazione digitale, blogger e giornalisti (Rick Levine, Christopher Locke, Doc Searls e David Weinberger) hanno scritto e pubblicato nel 1999 e che è diventato uno dei testi di riferimento per il marketing online. Al cuore di quel documento c’era la convinzione che Internet stava cambiando il modo con cui i mercati si organizzano: non più guidati da messaggi promozionali unidirezionali, come spot televisivi o cartelloni pubblicitari, ma auto-determinati grazie a conversazioni online. Il Cluetrain Manifesto è stato scritto cinque anni prima dell’arrivo di Facebook e sette anni prima del primo tweet, quando il panorama dei social media, ossia delle applicazioni o dei servizi online che permettono agli utenti di pubblicare contenuti e interagire tra loro, era poca cosa. In seguito però il settore è letteralmente esploso: alla fine dello scorso anno Facebook contava più di un miliardo di utenti attivi e Twitter quasi 300 milioni. Oltre che per diffusione tra gli utenti, i servizi di questo tipo sono aumentati anche in numero: non ci sono più solo social network, forum o blog, ma anche servizi di condivisione delle foto, microblog, community specializzate.

di Francesco Caccavella

ICON_EDICOLACiò che il Cluetrain Manifesto aveva presagito più di dieci anni fa, si sta concretizzando: le persone oggi modificano le loro abitudini di scelta dei prodotti e servizi da acquistare basandosi sempre più su opinioni e preferenze di una comunità  raggiunta attraverso i social media. La società  di analisi Nielsen scrive nel suo ultimo Social Media Report (www.nielsen.com/us/en/reports/2012/state-of-the-media-the-social-media-report-2012.html) che è finito il tempo in cui “le aziende potevano controllare strettamente i messaggi dei marchi e il processo lineare di acquisto” e che in ogni settore di mercato una percentuale sempre più consistente di utenti si collega sui social media per leggere le opinioni altrui, per informarsi su marchi, prodotti e servizi, per esprimere apprezzamenti o critiche.

 

Partecipare a queste conversazioni, o, almeno, presidiare i luoghi in cui avvengono, è diventato essenziale non solo per le grandi aziende, ma anche per quelle piccole e piccolissime. Il “Social Media Marketing” (Smm) è l’attività  che permette di gestire queste conversazioni: consente di sfruttare i social media per migliorare la visibilità  della propria impresa o della propria attività , di rafforzare le relazioni con i propri clienti e di lanciare un prodotto o un servizio utilizzando l’attività  di marketing più economica: il passaparola.

Non servono grandi budget: i social network sono ambienti aperti e molti prevedono profili esplicitamente dedicati ad aziende, organizzazioni o marchi. Sebbene molti software e servizi di supporto alle attività  di Smm siano a pagamento, e alcuni anche ad alto o altissimo budget, non mancano strumenti gratuiti o utilizzabili con piccoli investimenti. Quello che è certo è che un’attività  del genere non si improvvisa: servono conoscenze dei social media, dei servizi che mettono a disposizione, delle interazioni che si creano, degli strumenti per operare, oltre che molto tempo, consapevolezza dei propri obiettivi e una solida strategia.

In questo articolo cercheremo di fornirvi le informazioni di base per costruire queste competenze. Vedremo cosa mettono a disposizione i principali social media a chi vuole fare Smm, descriveremo alcuni servizi esterni che facilitano, in diversi modi, queste attività  e, infine, forniremo alcune indicazioni su come misurare le proprie campagne. Non senza prima aver dato alcune indicazioni di base su quali sono gli elementi essenziali di una campagna di social media marketing.

Un’ultima premessa: sebbene non sia strettamente necessario, è buona norma avere un blog da usare come hub per centralizzare le proprie attività , per pubblicare contenuti al di fuori del flusso dei social media e per mostrare le informazioni più istituzionali. Chi non avesse a disposizione tempo e risorse per creare un sito in proprio, può sfruttare i servizi gratuiti messi da disposizione da WordPress.com (https://it.wordpress.com/).

Come abbiamo già  avuto modo di accennare nelle righe precedenti, una campagna di social media marketing può servire a diversi scopi. Innanzitutto, consente di rafforzare le relazioni con i propri clienti e migliorare la consapevolezza che hanno dell’azienda o del marchio. Può servire, inoltre, a lanciare un prodotto o un servizio ad un audience vastissima cercando di sfruttare sia il passaparola fra utenti sia la capacità  – anche attraverso gli strumenti che gli stessi social media mettono a disposizione – di selezionare con una maggiore precisione il target desiderato. Può servire, infine, per rispondere a critiche, ricevere suggerimenti, sollecitare feedback e migliorare di conseguenza le proprie attività . (…)

Estratto dell’articolo pubblicato sul numero 267 di PC Professionale