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Fitbit Charge, il motivatore del tuo movimento. Il test

Giorgio Panzeri | 20 Gennaio 2015

Fitbit

Fitbit ha recentemente presentato la nuova gamma di activity tracker (anche se chiamarli così è riduttivo) per il 2015. Si […]

Fitbit ha recentemente presentato la nuova gamma di activity tracker (anche se chiamarli così è riduttivo) per il 2015. Si tratta di tre modelli chiamati Charge, Charge HR e Surge. Charge e Charge HR sono in tutto e per tutto simili e la versione HR ha in più una tecnologia proprietaria per la misurazione ottica del battito cardiaco chiamata PurePulse. Dei tre modelli per ora è disponibile solo il Charge, mentre Charge HR e Surge (definito dai dirigenti Fitbit un sottile “Fitness Super Watch”) arriveranno tra la primavera e l’estate di quest’anno. Ci è arrivato in prova il Charge e dopo una decina di giorni di uso intenso possiamo fare alcune valutazioni.

Il Charge non è un progetto nuovo per Fitbit. Lo scorso anno la società  presentò il Force, un evoluto e interessante modello che non venne mai distribuito in Europa perché dopo la prima commercializzazione negli Usa fu ritirato per problemi con i materiali che ad alcuni utenti avevano indotto delle irritazioni cutanee. Come il Force, il Charge misura i passi effettuati, le scale percorse, le ore e la qualità  del sonno, le calorie bruciate e le attività  sportive svolte. In più rispetto al vecchio modello il Charge può anche vibrare se c’è una chiamata in arrivo e visualizzare sul piccolo display l’id del chiamante. Sì, perché rispetto al vecchio top seller di Fitbit (il Flex) il nuovo Charge ha un piccolo display Oled sul quale visualizzare l’ora, le statistiche in tempo reale (passi effettuati, distanza percorsa, calorie bruciate, piani di scale fatti e sveglie impostate) ma anche il nome di chi sta chiamando. Chiariamoci subito: il Charge non è uno smartwatch, è un activity tracker con una funzione smart, cioè la segnalazione delle chiamate.

Il nuovo Fitbit è largo circa due volte e mezzo il vecchio Flex, ma è comodissimo da indossare e ha una chiusura più solida. Può anche sostituire l’orologio perché bastano due tocchi sul display per visualizzare ora e data. Rispetto al Flex non viene fornito con cinturini di diversa misura perché non è smontabile e va quindi scelto in modo corretto in base alla dimensione del proprio polso. È disponibile in quattro colori: nero, ardesia, blu e bordeaux. L’unica critica che mi sento di fare è che la superficie superiore è zigrinata e tenendo sempre al polso l’oggetto dopo qualche giorno penetra un po’ di sporco difficile da eliminare. Attenzione perché non è completamente impermeabile, per cui può essere tenuto al polso quando ci si lava le mani o la faccia, ma è meglio toglierlo quando si fa la doccia o si va a nuotare.

Ottima l’autonomia: circa sette giorni. Devo dire che il mio primo test è andato ben oltre le aspettative: l’ho ricaricato dopo quasi nove giorni. Fitbit è uno dei pochi produttori di activity tracker con l’app specifica per tutti i sistemi operativi per tablet e smartphone: Android, iOS e Windows Phone 8.1. Ma non è tutto. Nella confezione è presente anche una chiavetta Usb per il collegamento bluetooth con Pc e Mac. In questo caso, dopo la sincronizzazione i dati verranno visualizzati alla nostra pagina Web sul sito Fitbit. I dati visualizzati nella pagina del sito o nelle app specifiche per i prodotti di mobilità  sono svariati. Ricordiamo che il Charge è un “motivatore” per l’attività  fisica e non solo un semplice registratore dei nostri sforzi. Come il suo concorrente principale (il Jawbone UP24) anche il Fitbit ci suggerisce cose da fare per migliorare il nostro stato di salute e ci gratifica quando raggiungiamo i traguardi che ci siamo preposti. Rispetto ai prodotti Jawbone al Charge manca l’avviso di inattività  che ci ricordi, per esempio, di muoverci dopo un certo periodo che siamo fermi davanti al computer.

Dalle mie prove posso dire che il Charge è molto preciso nel tracciamento dell’attività  fisica (nei limiti di questi oggetti che utilizzano dei sensori per valutare i passi e le distanze e non un Gps). Non è invece precisissimo nell’analisi del sonno (finisce solo i dati di quanto si è dormito, quando ci si è alzati di notte e del sonno agitato). Bisogna però tenere presente che per avere dati precisi su sonno leggero, profondo e Rem occorrerebbe uno strumento con un monitor della frequenza cardiaca in tempo reale e della temperatura della pelle (cosa che “teoricamente” potrà  fare il Charge HR).

Ottima la vibrazione, intensa ben percepibile. Ottima la funzione di identificazione delle chiamate, anche se in questo caso la vibrazione non è continua sino a quando si prende o si rifiuta la chiamata, ma è sin troppo rapida mentre sullo schermo continua a scorrere il numero del chiamante o il suo nome se è registrato in rubrica. Attualmente questa funzione non è disponibile con gli smartphone Windows Phone per i limiti imposti dal sistema operativo.

Sulle app non c’è molto da aggiungere a quello che abbiamo già  detto nella prova del Fitbit Flex. Quello che è interessante è la possibilità  di sincronizzare i propri dati e di potervi accedere da qualsiasi piattaforma hardware (smartphone, tablet, Pc o Mac). Fitbit è l’unica società  in grado di fornire un sevizio di questo tipo.

Finiamo con il prezzo di listino: 130 euro (circa 125 euro su Amazon). Decisamente un prezzo aggressivo se paragonato ai 128 euro necessari per acquistare su Amazon il Jawbone UP24, un ottimo prodotto ma con diverse funzioni in meno.