La corte europea del Lussemburgo ha respinto la petizione di Intel che chiedeva di ritardare la propria risposta alla causa antitrust attiva nei confronti del colosso di Santa Clara.
Il caso nasce da presunte manovre scorrette di Intel, rivelate dalla commissione europea, che avrebbe pagato dei rivenditori per “spingerli” a scegliere le proprie Cpu al posto di quelle della concorrenza (nella fattispecie AMD).
Intel, che avrebbe effettuato degli sconti sulle proprie Cpu, se i rivenditori non avessero trattato prodotti concorrenti, non ritiene la mossa illegale ne nociva alla concorrenza, ma la commissione europea non sembra pensarla allo stesso modo.
Intel avrebbe dovuto dare una risposta alle domande della commissione entro il 17 ottobre scorso, ma ha ottenuto un rinvio per poter meglio giustificare il proprio operato.
Oggi la “Court of First Instance”, equivalente al primo grado di giudizio nell’Unione Europea, ha respinto la richiesta di Intel di provvedimenti provvisori destinati a ritardare il procedimento antitrust contro la stessa, che avrebbero allungato in maniera imprecisata la durata dell’azione legale.
AMD ha dichiarato, nella persona di Tom McCoy (Executive Vice President, Legal, Corporate e Public Affairs di AMD): “Noi non siamo sorpresi dalla decisione della Corte di respingere la domanda di Intel. La sentenza è del tutto coerente con la giurisprudenza su questo tema e per Intel l’appello è stato semplicemente un tentativo di ritardare il processo decisionale della Commissione“.
Il testo completo della sentenza si trova a questo indirizzo.