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Android Earthquake detection

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Android diventa una rete per rilevare i terremoti

Luca Colantuoni | 12 Agosto 2020

Android

Google ha annunciato che Android trasformerà gli smartphone in mini sismografi, in modo da avvisare gli utenti dell’arrivo di una scossa di terremoto.

Google ha annunciato che Android diventerà la più grande rete di rilevazione dei terremoti del mondo. Sfruttando l’accelerometro e i servizi di localizzazione, oltre 2,5 miliardi di smartphone verranno trasformati in piccoli sismografi, consentendo di avvisare i cittadini delle scosse imminenti. Il sistema verrà inizialmente attivato in California.

Google aveva già avviato una collaborazione con lo United States Geological Survey, lo stato della California e due università californiana per realizzare il sistema ShakeAlert che avvisa gli utenti Android quando gli oltre 700 sismografi installati rilevano una scossa di terremoto. Ma installare una rete di sismografi è piuttosto costoso e non sempre praticabile. Ecco perché è stato sviluppato il nuovo Android Earthquake Alerts System.

Se l’accelerometro integrato nello smartphone rileva l’arrivo di una scossa, il segnale viene inviato ad un server insieme alla posizione geografica (approssimata). I dati ricevuti da tutti gli smartphone consentiranno di migliorare la precisione della rilevazione. Inizialmente la tecnologia verrà sfruttata per mostrare l’area interessata nei risultati delle ricerche (SERP) di Google. Il sistema sarà attivato in California e successivamente in altri paesi.

Quando migliorerà la precisione, grazie all’uso di algoritmo avanzati e filtri bayesiani, il sistema permetterà di inviare un avviso direttamente sugli smartphone, indicando l’epicentro e l’intensità del terremoto. La funzionalità verrà integrata nel sistema operativo tramite i Google Play Services, quindi non sarà necessario installare un’app specifica.

L’accelerometro dello smartphone è abbastanza sensibile per rilevare le onde P, quelle che si propagano più velocemente all’inizio del terremoto. Il sistema avvisa quindi gli utenti prima dell’arrivo delle onde S, quelle più lenti ma più distruttive. Purtroppo c’è una limitazione fisica del sistema: le persone più vicine all’epicentro non riceveranno probabilmente l’avviso prima che la scossa li raggiunga (circa due secondi). Un altro problema da risolvere sono i falsi positivi che potrebbero sovraccaricare la rete cellulare.